Categorie: Cronaca Foligno

A Foligno in tanti hanno pregato e sperato sino in fondo per l'elezione a Papa del Cardinale Giuseppe Betori

Claudio Bianchini
La comunità religiosa di Foligno, ha atteso con particolare attenzione l’elezione del nuovo Pontefice. Quando le fumate nere hanno cominciato a ripetersi, lasciando capire che le logiche del Conclave stavano seguendo percorsi diversi rispetto agli scenari della vigilia, sulle rive del Topino un piccolo ed intimo barlume di speranza si è accesso nel cuore e nell’anima di tanti fedeli. Il pensiero costante, è andato direttamente al Cardinale Giuseppe Betori, che qui a Foligno chiamano ancora tutti, affettuosamente ‘Don Peppino’. Anche qualche sacerdote non fa mistero di aver pregato per lui. Nella Cappella Sistina infatti, tra i 115 protagonisti del Conclave che hanno portato all’elezione di Papa Francesco, c’è stato anche, con un ruolo di primo piano, un folignate doc, che entra così a pieno titolo nella millenaria storia della Chiesa e della città di Foligno. L’ultimo concittadino chiamato ad eleggere un Papa, fu il Cardinale Alessandro Barnabò nella seconda metà dell’800. Monsignor Betori è rimasto impegnato a San Pietro sino alla messa conclusiva di ieri sera, e dalla Città del Vaticano farà direttamente rientro a Firenze. La comunità diocesana di Foligno ha atteso l’elezione del Vescovo di Roma in luogo speciale, in qualche modo legato al tempio della cristianità: la Cappella dell’Assunta in Santa Maria Infraportas, dove si costudisce una memoria del passaggio di San Pietro e San Paolo. Lo rende noto un comunicato stampa a firma di Monsignor Gualtiero Sigismondi. “Subito dopo la fumata bianca è stato commovente vedere il grande concorso di fedeli che ha riempito piazza San Pietro, così come è stato disarmante il gesto compiuto dal nuovo Papa, che si è inchinato dinanzi al popolo romano per ricevere l’abbraccio della preghiera che da tutta la Chiesa si è levata per lui a Dio. In questo immenso coro – fa sapere il Vescovo di Foligno – la nostra Comunità diocesana ha fatto sentire la sua voce, sciogliendo nel canto del Te Deum il silenzio dell’adorazione che ha scortato il Collegio cardinalizio nell’elezione del 265° Successore di Pietro”.