Lezione di storia all'aperto questa mattina a Foligno per gli studenti della III B e III F della Scuola media Statale “G. Piermarini”.
Il Comune di Foligno e la Circoscrizione n°6 hanno, infatti, collocato nella frazione di Colle S. Lorenzo una lapide, che recupera il senso della storia risorgimentale e la memoria collettiva della città..La lapide fa riferimento ai 105 giovani folignati partiti volontari 160 anni fa, proprio a Colle S. Lorenzo, il 7 aprile 1848, per combattere da patrioti nel Lombardo Veneto la prima guerra d'indipendenza contro l'Austria.La storia di quegli eroici cittadini è documentata con tanto di nomi da Bernardino Lattanzi nel suo libro “Storia di Foligno dal 1814 al 1860 – vol. V”.
C'è, inoltre il quadro del pittore Benedetto Pizzoni, che ritrae i volontari a Colle S. Lorenzo, mentre salutano genitori, mogli e fidanzate, in uno sventolio di bandiere tricolori ed un S. Feliciano benedicente che appare all'improvviso in uno scorcio di nuvole.
Documentazione questa, che è stata consegnata in copia alle insegnanti Patrizia Vecchietti, Giuseppina Manca, Angela Meniconi e Patrizia Innamorati, che stanno affrontando con le rispettive III classi la storia del Risorgimento Italiano.Sono stati due giovani studenti della “G. Piermarini” a scoprire la storica lapide, che reca incise le seguenti parole: “Da questo luogo, il 7 aprile 1848, 105 giovani folignati partirono volontari per combattere contro l'Austria la prima guerra d'indipendenza, nell'eroico tentativo di liberare il Lombardo – Veneto dall'oppressione straniera. A perenne memoria di quei valorosi nel 160° anniversario dello storico evento. Foligno 7 aprile 2008”.Il rappresentante dell'Amministrazione comunale ha quindi spiegato agli studenti della Media “G. Piermarini” il significato storico dell'avvenimento, ricordando come: “105 giovani folignati, sull'onda emozionale delle 5 giornate di Milano (18 – 22 marzo 1848) e della successiva entrata in guerra del Piemonte contro l'Austria (26 marzo 1848), decisero di partire volontari al fianco dei piemontesi.
Erano giovani, mossi dal desiderio di partecipare attivamente alla guerra per l'indipendenza d'Italia, si arruolarono come volontari, seguendo la colonna di guardie civiche e di altri volontari partiti da Roma alla fine di marzo, alla volta del confine di Modena, con tanto di benedizione ecclesiale. La spedizione folignate, guidata da Feliciano Rutili, era finanziata dalle famiglie benestanti della città, dal Capitolo della Cattedrale e da alcuni conventi, i quali collaborarono alla causa italiana, fornendo il denaro necessario per l'acquisto di armi e vestiario per i combattentiLe varie fasi della prima guerra d'indipendenza sono note a tutti, comprese le indecisioni dei militari piemontesi, il ritiro delle truppe papaline e del Regno delle due Sicilie, le pesanti sconfitte, di Vicenza e Custoza. Ed è proprio a Vicenza che il 10 giugno 1848 alcuni folignati, come Luigi Marini e Filippo Angeli persero la vita, combattendo contro gli austriaci.La guerra si concluse il 9 agosto 1848 con l'armistizio di Salasco che sancì la vittoria dell'Austria e i sogni di liberare la penisola dallo straniero vennero rinviati al futuro. Dopo tale sconfitta, i volontari folignati, tra mille peripezie, fecero ritorno nella propria città; erano distrutti moralmente e in pessime condizioni di salute per le fatiche della guerra e per il lungo viaggio.Al loro rientro, oltre ad una diffusa miseria economica, trovano anche una società che mal considerava quell'azione patriottica; per loro non ci fu altra strada che l'esilio o di ributtarsi nella mischia, pochi mesi dopo, come alcuni fecero, per combattere ancora una volta da valorosi in difesa della Repubblica Romana. Erano partiti come eroi ad aprile, benedetti da tutti, ma ad agosto, quelle stesse persone, senza valido motivo si erano guadagnate lo sdegno e il disprezzo dei rappresentanti di quella stessa società che prima li aveva mandati a combattere e subito dopo li aveva rinnegati; con questa lapide, oggi ristabiliamo il senso della verità storica”.Uno di quei giovani, Ettore Sesti , 34 anni dopo quei fatti, nel 1882 divenne sindaco di Foligno; è a lui che si deve gran parte della toponomastica risorgimentale, che fa riferimento a quei volontari (via V. Benaducci, via C. Agostini, via XX Settembre, ecc).