Nella Sala Brizzi in Via Umberto I a Civitella del Lago in provincia di Terni, è stata presentata la mostra “Sulle tracce del genio: mappe e cosmografie ai tempi di Leonardo” che sarà visitabile fino al 1° maggio 2019.
Organizzata dall’Associazione Culturale CivitellArte in collaborazione con l’Associazione Roberto Almagià – collezionisti italiani di cartografia antica e l’Associazione Culturale Ovo Pinto, la mostra gode del patrocinio della Regione Umbria, Provincia di Terni e Comune di Baschi.
L’eccezionalità dell’evento eleva il piccolo ed incantevole borgo umbro di Civitella, affacciato sul lago di Corbara, a centro culturale di eccellenza a livello nazionale. La mostra infatti propone, eccezionalmente riunite, una serie di preziose cartografie originali che abbracciano un periodo che va dal 1478 al 1519, mappe rarissime generalmente non esposte al pubblico, la cui visione è stata resa possibile grazie alla disponibilità di importanti collezionisti, Emilio Moreschi e Roberto Borri, che hanno voluto concedere il prestito delle loro straordinarie opere.
Sarà possibile vedere come la Geographia di Claudio Tolomeo, astronomo e scienziato attivo ad Alessandria nella metà del II secolo d.C., abbia influenzato, pressoché totalmente, le ricerche degli studiosi Quattrocenteschi, grazie al successo che ebbero le numerose edizioni manoscritte realizzate per i vari principi o regnanti, ognuno dei quali ambiva a possedere la sua copia della Geografia. L’opera di Tolomeo era corredata da 27 mappe che rappresentavano il mondo intero con fiumi, monti, città, regioni, popoli e mari, ognuna collocata nella giusta posizione e nella corretta relazione con le restanti parti.
Molteplici furono le pubblicazioni cartografiche, in Italia ed in tutto il vecchio continente, che riprendevano le tavole tolemaiche, con le carte interamente disegnate in una proiezione trapezoidale codificata e introdotta, per la prima volta, da Tolomeo nella sua opera. Nel Cinquecento si avrà poi la svolta verso un aggiornamento delle mappe che videro il riposizionamento di alcuni fiumi e centri urbani.
Un’opera come quella tolemaica era particolarmente vicina al modo di operare di Leonardo, per il quale la forza delle immagini è in grado di sostituire pagine e pagine di testo scritto, e sappiamo che Leonardo da Vinci possedeva una delle prime edizioni a stampa della Geographia di Tolomeo, pubblicazione che esercitò in lui un indiscutibile fascino. Le carte esposte potrebbero essere state consultate da Leonardo per i suoi studi di cartografia o per i suoi spostamenti? L’intento della mostra, oltre a quello di celebrare il genio vinciano in occasione dei 500 anni della sua morte, è anche quello di stimolare quesiti e riflessioni sul Leonardo cartografo e sulla relazione che, i rarissimi pezzi in mostra, avrebbero potuto avere con i suoi studi.
L’appuntamento di Civitella propone 20 opere a stampa (particolare che le rende ancor più rare e preziose perché, nel periodo tra il XV e XVI secolo gli incunaboli erano realizzati prevalentemente a mano essendo, la nuova tecnologia della stampa, ancora poco diffusa): tra i pezzi proposti, di assoluto rilievo è la carta proveniente dalla collezione Moreschi datata 1492 e realizzata a Firenze da Francesco Rosselli: la tavola è uno dei prodotti cartografici più preziosi nel panorama cartografico italiano. Di straordinaria bellezza e rarità, di essa si sono conservati tre soli esemplari: il primo, già appartenuto alla Biblioteca Landau-Finaly, si trova presso la Biblioteca Nazionale di Firenze; il secondo presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano; il terzo, quello in mostra è l’unico con colorazione coeva.
Oltre alle carte dell’Italia è possibile ammirare anche una carta geografica del mondo a forma di cuore tratta dalla geografia di Claudio Tolomeo, curata da Bernardo Silvano da Eboli e pubblicata a Venezia da Giacomo Penzio di Lecco. L’edizione in mostra si differenzia dalle altre stampate in Italia sia per i dati tecnici di esecuzione che per il contenuto: si tratta dell’unica edizione avente le carte stampate da matrici in legno, nonché la prima e l’unica stampata in due colori: rosso e nero.
Il catalogo della mostra è curato, per la parte scientifica, dall’Associazione Roberto Almagià ed è arricchito con testi del Professor Carlo Vecce, ordinario di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e uno dei massimi studiosi dei manoscritti di Leonardo da Vinci, e del professor Vladimiro Valerio, Professore di Geometria Proiettiva all’Università IUAV di Venezia, l’unico italiano ad aver ricevuto il premio internazionale Helen Wallis nel 2017 per il suo contributo agli studi storico cartografici.