PIERPAOLA PIETRANTOZZI, UNA DONNA A CAPO DELLA CISL “ECCO CRITICITA’ ED ECCELLENZE DI FOLIGNO, SPOLETO E BASTIA” - Tuttoggi.info

PIERPAOLA PIETRANTOZZI, UNA DONNA A CAPO DELLA CISL “ECCO CRITICITA’ ED ECCELLENZE DI FOLIGNO, SPOLETO E BASTIA”

Redazione

PIERPAOLA PIETRANTOZZI, UNA DONNA A CAPO DELLA CISL “ECCO CRITICITA’ ED ECCELLENZE DI FOLIGNO, SPOLETO E BASTIA”

Mer, 04/05/2011 - 20:00

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Ha preso un testimone non facile Pierpaola Pietrantozzi, la leader della Cisl dell’Area Vasta, quella che va da Spoleto a Bastia, da Giano alla Valnerina. Chiamata a sostituire nell’incarico il compianto Bruno Piernera, che qui ha scritto un pezzo di storia del sindacato, e proprio nel momento in cui è arrivata più forte la crisi che attanaglia il Paese, non esclusa l’Umbria.
Ulderico Sbarra, il segretario regionale della Cisl, l’ha voluta fortemente e lei lo sta ripagando avendo conquistato non solo i colleghi delle varie categorie ma anche i responsabili delle altre sigle confederali.
Bionda, occhi chiari, dietro al fisico minuto vanta un carattere di ferro. Su 3 cose non è disposta a scherzare: sul lavoro, sulla famiglia e sul proprio cognome. “Mi arrabbio da matti quando mi chiamano pierantozzi, io sono Pietrantozzi”.
Sulla scrivania la rassegna stampa che ogni giorno prepara l’infaticabile Livia Di Schino, responsabile dell’ufficio stampa della Cisl Umbria. Al suo fianco Giancarlo Antonini, responsabile per lo spoletino e braccio destro della Pietrantozzi.
Segretario, la Festa del 1 maggio vi ha visto organizzare l’evento in solitario. Come spiega questa decisione? “E’ stata una iniziativa unica nella storia del sindacato della nostra Regione, voluta a causa di quegli eventi che hanno caratterizzato i rapporti fra le organizzazioni. Abbiamo voluto festeggiare solo con i nostri iscritti, a differenza di quanto avvenuto negli scorsi anni, perché ci saremmo ritrovati sul palco con una organizzazione (la Cgil, n.d.r.) che porta avanti un modello sindacale-politico diverso dal nostro e che ci accusa di servilismo nei confronti del Governo. Pur riconoscendo da sempre la validità dell’unitarietà dell’azione, abbiamo ritenuto utile in questo momento fare un ragionamento più sui problemi in casa nostra, festeggiando la festa del lavoro come un momento di riflessione al quali abbiamo invitato professori universitari ed esponenti del mondo dell’industria. Ma è stata ancheuna giornata di festa, ludica, che abbiamo condivisoo con le nostre famiglie”.

Che festa è stata guardando alle criticità del territorio? “Festeggiare il lavoro nel momento in cui il lavoro non c’è, dove si parla più di ammortizzatori che di sviluppo, ha imposto in tutti noi una riflessione per far si che si possa uscire quanto prima da questo tunnel in cui ci siamo infilati, anche per effetti esterni al nostro Paese ma che ci hanno comunque portato in questa spirale preoccupante. L’Umbria, rispetto alle altre regioni, è entrata dopo nella crisi ma, non avendo una struttura forte e preparata, faticheremo ad uscire e lo faremo sicuramente più tardi rispetto alle altre regioni. Non abbiamo le potenzialità per anticipare questi tempi, di certo dobbiamo. impostare le strategie su logiche diverse da quelle che ci hanno caratterizzato in questi anni: il nostro sviluppo si basava troppo sulla spesa pubblica, ora siamo chiamati a riscoprire quella capacità di generare ricchezza senza contare sull’assistenzialismo

Quali rapporti con gli altri della Triplice. E’ più difficile essendo donna?
“I rapporti sono buoni, ho trovato una disponibilità anche dal rappresentante della Cgil a collaborare insieme per costruire alcuni protocolli. I problemi sono altri. C’è una difficoltà nel creare una approccio con le associazioni di questo territorio, formalmente disponibili, ma poco disponibili a concretiz, ovviamente spetta a noi trovare il modo migliore per aprire queste ‘porte’. Quanto al mio ruolo di segretario comprensoriale questo è una esperienz bellissima, la Cisl non mi ha mai creato problemi di sorta anzi, è stato il sindacato stesso a chiamarmi con forza a ruoli che non avrei pensato di ricoprire, pur sentendomi portata a questo lavoro che svolgo da più di 20 anni. La gavetta l’ho fatta tutta, non mi è stato permesso di saltare alcun passaggio: un bene perché ti permette di crescere gradualmente e di acquisire la giusta sicurezza. Sulle capacità non spetta a me dirlo. Certo non è facile. Coniugo questo lavoro con tanta fatica, un lavoro che non ha regole, non ha orari su cui puoi crearti un piano giornaliero. Per riuscirci bisogna avere una struttura famigliare forte; io mi ritengo fortunata, perché questo elemento l’ho trovato nella mia famiglia”.

Passiamo ora ai singoli territori. Quali le preoccupazioni e le gioie per Foligno
“In quest’aera c’è una grossa crisi che colpisce l’edilizia, qui è più sentita che altrove, a causa della fine dei lavori legati al post-terremoto. Una crisi diffusa che interessa anche l’indotto. Un settore che fa poco notizia perché sono spesso piccole imprese quelle che soffrono di più perché e che restano così nel silenzio. Ci sono anche delle eccellenze che danno segnali positivi, come Umbra Cuscinetti e OMA che hanno tamponato bene la crisi ricorrendo sì a qualche ammortizzatore, ma in questo momento stanno operando anche qualche assunzione mirata. Un elemento importante ma non risolutore per questo territorio che non ha una grande propensione industriale. Il nostro territorio è fatto di servizi, di piccole aziende del terziario, di attività legate all’agricoltura che da sole non riescono però a dare quell’impulso che servirebbe al comprensorio. Non vediamo segni di ripresa tangibili, le percentuali di disoccupazioni ci fanno percepire che non c’è quella ripresa netta che tanti stanno invece sbandierando”.
(Fine della prima parte)

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