Da 69 a 32 Comuni montani, Umbria dice no alla riforma - Tuttoggi.info

Da 69 a 32 Comuni montani, Umbria dice no alla riforma

Redazione

Da 69 a 32 Comuni montani, Umbria dice no alla riforma

Mer, 17/12/2025 - 18:12

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La proposta di riforma dei criteri per la definizione dei Comuni montani rischia di colpire duramente l’Umbria e, più in generale, di aprire una frattura profonda nel Paese. È una questione politica nazionale, non una partita che riguarda solo alcune Regioni”. Lo afferma l’assessore regionale Simona Meloni, a margine della riunione odierna della Conferenza delle Regioni, convocata per discutere le modifiche alla normativa proposta dal ministro Calderoli.

Nel corso della riunione – spiega Meloni – la maggior parte delle Regioni ha espresso forti perplessità. Per quanto riguarda l’Umbria, l’impatto sarebbe pesantissimo: passeremmo da 69 a 32 Comuni riconosciuti come montani. Una riduzione che non tiene conto della reale conformazione territoriale, della fragilità infrastrutturale e del ruolo strategico che le nostre aree montane e collinari svolgono”.   

Secondo l’assessore, la riforma rischia di produrre una distinzione artificiale e pericolosa tra Alpi e Appennini. “Si arriverebbe a spaccare l’Italia in due – sottolinea – dimenticando che la dorsale appenninica rappresenta il cuore geografico, storico e identitario del Paese. Le nostre montagne non sono margini, ma presìdi fondamentali di coesione, agricoltura, zootecnia, tutela ambientale e contrasto allo spopolamento”.

Indebolire questi territori – aggiunge – significa accelerare l’abbandono, svuotare le comunità, mettere in crisi servizi essenziali e filiere produttive. È l’esatto contrario di ciò che serve oggi all’Italia dei piccoli Comuni, considerando che oltre il 70% di quest’ultimi ha meno di 5.000 abitanti”.

Per questo motivo, l’Umbria e numerose altre Regioni hanno formalmente richiesto che la Conferenza solleciti il Governo ad avviare una revisione complessiva dei criteri. “Abbiamo chiesto al presidente della Conferenza di attivarsi con il Ministero – conclude Meloni – per rivedere l’attuale proposta di modifica. Serve equilibrio, ascolto dei territori e una riforma che rafforzi, non che indebolisca, le aree montane e interne del Paese”.

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