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Arrestata per tratta di persone e sfruttamento alla prostituzione

Redazione

Arrestata per tratta di persone e sfruttamento alla prostituzione

Arrestata una donna condannata a 10 anni per concorso in tratta di persone, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione
Gio, 27/11/2025 - 18:38

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Una donna nigeriana di 46 anni, condannata in via definitiva a 10 anni di reclusione per i reati di concorso in tratta di persone, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione, commessi in Italia e Inghilterra negli anni tra il 2009 ed il 2012, è stata arrestata nei giorni scorsi dai Carabinieri della Stazione di Ferentillo, in provincia di Terni, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Perugia. 

Segnalata a Ferentillo

La possibile presenza della donna nel piccolo Comune del ternano era stata segnalata dalla Stazione Carabinieri di Perugia-Ponte San Giovanni, che ne ha avviato le ricerche. Dai successivi accertamenti svolti dai militari di Ferentillo è emerso che la donna svolgeva la professione di badante presso l’abitazione di una persona anziana della zona, dove effettivamente è stata rintracciata, identificata e tratta in arresto, venendo infine associata alla Casa Circondariale di Perugia. 

Induzione alla prostituzione tra il 2009 e 2012

I fatti per cui la 46enne è stata condannata in via definitiva risalgono ad un’attività d’indagine delegata, all’epoca, dalla Procura della Repubblica di Perugia al Nucleo Investigativo Carabinieri del capoluogo, avviata a seguito delle dichiarazioni di una ragazza nigeriana che aveva raccontato come lei ed altre sue connazionali fossero state indotte alla prostituzione in Inghilterra e Italia. A Perugia, era proprio la 46enne a gestire l’attività, avvalendosi di giovani reclutate da un’organizzazione di connazionali che operava su larga scala.

Sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù

Nel Paese d’origine la cooptazione avveniva mediante riti jou-jou per garantire la fedeltà delle ragazze, che venivano poi trasferite con documenti contraffatti a Londra: qui, dopo esser state sottoposte a violenze, venivano avviate alla prostituzione sia in Inghilterra che in Italia, dove alcune di esse erano state accolte e gestite proprio dalla 46enne. Le indagini, condotte anche attraverso rogatorie internazionali, hanno portato all’identificazione di alcuni dei soggetti coinvolti, nei confronti dei quali si è proceduto per sfruttamento della prostituzione e tratta di essere umani con riduzione in schiavitù.   

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