Ormai è guerra aperta tra Stefano Bandecchi e Comitato Prisciano: la ‘guerra delle Polveri’ è stata dichiarata questa mattina, 8 settembre, dal sindaco Stefano Bandecchi che ha chiamato ‘infami’ quei cittadini ai quali aveva promesso scudo contro l’inquinamento prodotto da Arvedi Ast con impegni precisi. Adesso gli alleati sono diventati ‘infami’, cosa non nuova e già sentita. Chissà dove. Il casus belli è quello della pulizia di strade, tetti e grondaie del quartiere di Prisciano, rispetto al quale il sindaco, tramite un video social, aveva prospettato l’imminente intervento, mentre l’assessore Cardinali, con una nota, aveva invece ridimensionato il tutto annunciando il raggiungimento di un’intesa con Asm e Arvedi Ast per la pulizia delle strade e la pulizia dei caditoi. Il Comitato aveva in qualche modo criticato il fatto che ci fossero delle incongruenze e, prima del consiglio comunale di oggi, il sindaco ha dichiarato alla stampa, che il Comitato è costituito da ‘infami’. Per non parlare di altri aggettivi. Guai a contraddire Bandecchi che, con un gioco di prestigio, ha parlato addirittura di ‘dittatura felice’.
La guerra delle polveri
Dalla guerra dichiarata ad Arvedi Ast, Bandecchi è passata alla guerra ai cittadini. E parliamo di pulizia, cioè il minimo ‘sindacale’ per un’area a rischio come quella di Prisciano, dove gli interventi che servirebbero sono strutturali e non certo spot tipo i famosi ‘alberelli’ di Natale. Che il Comune abbia agito in qualche modo è sicuramente vero, ma non si possono esigere medaglie per aver fatto quello che per anni è stato trascurato. Non solo ai cittadini di Terni Est e di Terni è dovuta questa pulizia, ma dovrebbe solo essere l’inizio di un vero e proprio programma di bonifica dell’area che è indietro nei tempi e nelle modalità.
Il Comitato
Il sindaco ha detto chiaramente di non voler più sentir parlare di Comitato, ma quello che si aspettano i cittadini è ben altro. Era da un po’ di tempo che i rapporti tra Comune e Comitato si erano gelati, perché era evidente a tutti che le promesse della politica erano spot che non potevano incontrare le esigenze di Arvedi Ast che, evidentemente, come abbiamo sempre sostenuto, ha sempre continuato a dettare tempi e modalità di intervento. Alla faccia di ordinanze di sospensione delle attività produttive.