Corsa contro il tempo per fermare il progetto “Energia della Valnerina”, che vede l’installazione di 8 pale eolico tra Spoleto e la Valnerina. Un progetto “gemello” di quello che propone la realizzazione di altrettanti aerogeneratori nell’area di Montebibico, a ridosso della Valserra. Entrambi sono promossi dalla società Fred Olsen Renewables Italy srl e prevedono poi di arrivare fino alla centrale di trasformazione prevista a Ferentillo (che ha già avuto l’ok per la valutazione di impatto ambientale). Se per il progetto “Energia Montebibico” la fase delle osservazioni si è conclusa a fine luglio – con enti locali, associazioni e privati che hanno inviato al ministero dell’Ambiente oltre 40 osservazioni per contrastare il progetto – mancano appena un paio di giorni (la scadenza è fissata al 20 agosto) per poter presentare le osservazioni al secondo progetto, per il quale la procedura si è aperta in un secondo momento.
Nel dettaglio il progetto prevede la realizzazione di un impianto eolico costituito da 8 aerogeneratori (alti oltre 200 metri), per una potenza complessiva di 57,6 MW, da installare sui monti Galenne e Pianciano, nell’area tra Bazzano di Spoleto, Sant’Anatolia di Narco e Vallo di Nera. L’energia poi transiterebbe su cavi che verrebbero posti sotto il piano stradale attraversando Scheggino, fino a Ferentillo. Ed è stato proprio il Comune di Scheggino, non interessato direttamente dalla procedura di valutazione di impatto ambientale, a presentare per primo la propria contrarietà al progetto. Ma tutti sono d’accordo: il parco eolico “Energia della Valnerina”, al pari di quello denominato Montebibico che insiste sul solo territorio comunale di Spoleto, va contrastato in ogni modo, perché danneggerebbe il territorio su più fronti, non portando affatto benefici.
La posizione dei comuni coinvolti, al pari di numerosi cittadini, è apparsa chiara nell’incontro pubblico che è stato organizzato in fretta e furia a Sant’Anatolia di Narco mercoledì scorso, a seguito anche di un incontro telematico tra alcuni degli amministratori locali interessati. L’obiettivo è anche quello di presentare un documento unitario mettendo in luce le motivazioni che potrebbero portare ad un esito negativo della valutazione di impatto ambientale.
L’incontro ha visto presenza dei sindaci di Sant’Anatolia, Tullio Fibraroli; Scheggino, Fabio Dottori (con anche l’assessore Stefania Mercantini); Vallo di Nera, Agnese Benedetti (affiancata dalla vice Simona Laureti); Ferentillo, Elisabetta Cascelli. Per il comune di Spoleto, oltre al primo cittadino Andrea Sisti in videocollegamento, c’era anche il consigliere comunale del M5s Enrico Morganti. Al tavolo anche il consigliere regionale Stefano Lisci che ha illustrato il lavoro che si sta facendo a palazzo Cesaroni, sotto l’egida dell’assessore regionale all’ambiente Thomas De Luca, per approvare al più presto la legge sulle aree idonee, che sarebbe un’arma per fermare i vari progetti presentati negli ultimi tempi e che prevedono l’intero crinale dell’Appennino interessato dal posizionamento di pale eolico. Favorendo piuttosto lo sviluppo di energie alternative in aree compromesse del territorio regionale.
L’assemblea pubblica ha visto diversi momenti accesi (nel mirino soprattutto la prima cittadina di Ferentillo), con l’invito però da parte degli amministratori locali a rimanere uniti nell’obiettivo comune di contrastare il progetto e valutare elementi che concretamente possono bloccare la realizzazione del parco eolico. Diversi quelli emersi, illustrati da tecnici, rappresentanti di associazioni – tra cui anche l’archeologa Matlda Albanesi – e semplici cittadini. “Il progetto – ricorda il consigliere regionale Lisci in una nota – non prende in considerazione aree storiche ed archeologiche, come il castelliere di monte Pianciano; gli usi civici esistenti su molti terreni; l’area del parco fluviale del Nera; non dimenticando che si tratta di area sismica e che potrebbe essere interessata da vincoli idrogeologici. Soprattutto non tiene conto realisticamente del trasporto al sito degli aerogeneratori e delle curve di livello esistenti. Su questi fatti e su altri su cui sono al lavoro i tecnici dei Comuni e dei comitati verranno nei prossimi giorni presentate le osservazioni alla procedura di impatto ambientale”.
Tra gli aspetti emersi anche la scarsità di vento nella zona. Come è pronto a dimostrare l’imprenditore spoletino Bachetoni, che per diverso tempo ha anche tenuto un anemometro nei terreni di sua proprietà, dove il progetto “Energia della Valnerina” prevedrebbe il posizionamento di ben 5 delle 8 pale. Distruggendo – qualora venissero realizzate – un’azienda con 40 anni di storia che conta 400 capi di bestiame, oltre a tutto il territorio che verrebbe devastato anche dalle strade per l’accesso in quota.














