Bilancio 2024 dell'aeroporto, Michelini: "Con il Perugia-Bergamo persi oltre 200.000 euro" - Tuttoggi.info

Bilancio 2024 dell’aeroporto, Michelini: “Con il Perugia-Bergamo persi oltre 200.000 euro”

Redazione

Bilancio 2024 dell’aeroporto, Michelini: “Con il Perugia-Bergamo persi oltre 200.000 euro”

Ven, 18/07/2025 - 11:48

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L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso ieri l’interrogazione a risposta immediata relativa ai “Chiarimenti sul Bilancio 2024 dell’aeroporto internazionale dell’Umbria ‘San Francesco d’Assisi’ e sulla cancellazione della rotta Perugia-Bergamo”, presentata dalla consigliera Letizia Michelini (Pd).

Illustrando l’atto ispettivo, Michelini ha spiegato che “lo scorso 2024 l’aeroporto dell’Umbria ‘San Francesco d’Assisi’ ha chiuso il bilancio con una perdita di esercizio pari a circa 313 mila euro. Nei documenti di Sase, la società che gestisce l’aeroporto, la perdita viene definita episodica e non strutturale e, in particolare, si individuano come cause principali i maggiori costi sostenuti per i contributi di co-marketing riconosciuti alle compagnie aeree, oltre all’introduzione del presidio medico sanitario imposto dalla normativa nazionale. A ciò devono poi aggiungersi le spese per il personale, aumentate circa del 18% per far fronte all’incremento dei movimenti aeroportuali, oltre agli investimenti effettuati per il potenziamento delle infrastrutture e per nuovi mezzi elettrici, per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro”.

“La rotta Perugia-Bergamo – ancora Michelini – è stata chiusa con risultati molto lontani dalle aspettative. I costi, infatti, sono stati elevati mentre a fronte di 24mila passeggeri ipotizzati quelli reali sono stati circa la metà. Un volo segnato poi da inefficienze varie e continui cambi di orario: fattori che hanno portato a un aumento delle spese per Sase. Il volo, senza un piano reale di fattibilità e di concretezza, sembra essere stato attivato più per calcoli politici che per andare incontro agli interessi della collettività. Da qui la cancellazione di un volo mai decollato veramente, che nei mesi ha registrato ritardi e cancellazioni, con diverse polemiche, rimbalzate anche sui social e sui giornali, degli utenti che si sono rivolti al servizio clienti e hanno palesato il malumore sul sito di recensioni Trustpilot. Serve un piano di sviluppo trasparente e condiviso, in grado di proiettare l’aeroporto sia in chiave turistica che industriale. Una programmazione che avrebbe già dovuto essere in piedi, alla luce dell’anno del Giubileo che non era certo un elemento imprevisto. Chiedo quindi alla Giunta di conoscere le ragioni che hanno portato la precedente amministrazione alla definizione della rotta Perugia-Bergamo, quanta utenza ha effettivamente utilizzato la tratta rispetto a quella preventivata, e quale incidenza ha avuto tale rotta sul bilancio d’esercizio 2024 dell’aeroporto; quali azioni di razionalizzazione si intendono promuovere per il rispetto degli obiettivi di bilancio e per rafforzare il controllo di gestione; quali strumenti si intendono mettere in campo, anche attraverso il nuovo piano industriale, per la promozione dei flussi turistici e lo sviluppo infrastrutturale dello Scalo”.

La presidente Stefania Proietti ha risposto che “Sase ci ha fornito le motivazioni che hanno portato alla definizione della rotta Perugia-Bergamo. Sase aveva sottoscritto un contratto triennale con il vettore Aeroitalia a fine 2023, quindi non previsto nel piano industriale adottato in precedenza dall’Assemblea dei soci, che prevedeva il collegamento con Bergamo da fine marzo 2024. Il volo avrebbe dovuto operare con frequenza giornaliera. Il volo era stato originariamente pensato per operare sulla tratta Perugia-Linate, ma per mancanza di slot non si è potuto realizzare. Il socio di maggioranza ha optato per la soluzione di Bergamo, vista l’impossibilità di atterrare a Milano, ma il Consiglio di amministrazione di Sase ha evidenziato sin dall’inizio il forte impatto economico sui conti della società. Tale rotta era stata fortemente voluta al fine di incrementare i passeggeri legati al business, collegando l’Umbria con la regione più importante dal punto di vista del business. Ma il volo non ha generato i risultati previsti dal punto di vista economico e per volume di passeggeri”.

“Secondo i dati forniti da Sase – ancora Proietti – il budget prevedeva inizialmente 24.300 passeggeri, mentre il traffico effettivo è stato pari a circa 14mila passeggeri, con uno scostamento negativo del 42%. A seguito anche dei numerosi problemi riscontrati dal vettore sulla tratta Perugia-Bergamo, la compagnia ha progressivamente ridotto le frequenze settimanali operate fino all’interruzione definitiva del volo a dicembre 2024. Il collegamento si è rivelato ancor più negativo in quanto prospettato. Le difficoltà operative del vettore hanno generato importanti conseguenze di natura economica per i costi di gestione della società. Pertanto si è ritenuto, al fine di limitare le perdite e i disagi ai passeggeri ed anche per salvaguardare il buon nome dell’aeroporto, di interrompere a fine 2024 i voli con Bergamo. Dal punto di vista economico, il contratto triennale stipulato con Aeroitalia stabiliva che Sase avrebbe dovuto corrispondere l’importo di un milione di euro al vettore come incentivo iniziale, ma anche il pagamento di un contributo di co-marketing al vettore di 19 euro per ogni passeggero. Dopo la riduzione delle frequenze il contratto è stato rivisto e la quota di start-up fee, originariamente di un milione, è stata ridotta a 700 mila euro. Il vettore si è impegnato anche a sostituire la rotta per Bergamo, anticipatamente cancellata, con due rotte estive per Lamezia Terme e Olbia, che chiaramente non hanno gli stessi obiettivi”.

“Anche considerando i soli costi di co-marketing al netto del contributo di 19 euro a passeggero che è rimasto, il deficit economico del solo 2024 è stato di 223mila euro ai quali vanno aggiunti i costi relativi al personale e ulteriori costi di gestione della Sase. Per quanto riguarda lo sviluppo dell’aeroporto nei prossimi anni, la società ha presentato ed approvato il 24 aprile di quest’anno il piano industriale dell’aeroporto internazionale dell’Umbria che rappresenta la visione strategica e ambiziosa per il futuro al quale la regione partecipa tramite Sviluppumbria con un sostegno di oltre 4 milioni di euro. In un contesto di crescente competitività e innovazione questo piano mira ad ampliare la posizione dell’aeroporto come hub regionale e di eccellenza, e come hub dell’Italia mediana promuovendo lo sviluppo economico ma anche turistico dell’intera regione. L’aeroporto, dopo gli importanti risultati di crescita dei passeggeri, ha presentato un piano di ulteriore sviluppo per raggiungere gli oltre 700mila passeggeri. In termini di infrastrutture e servizi sono previsti anche investimenti da parte della Regione. L’aeroporto – ha concluso la presidente – è l’unica infrastruttura in grado di vincere l’isolamento dell’Umbria”.

Nella sua replica Michelini ha detto che “le parole della Presidente certificano che si è trattato di una scelta fallimentare, non supportata da analisi di sostenibilità economica. È un servizio mai decollato, partito in ritardo anche il giorno dell’inaugurazione, con un tasso di riempimento insufficiente. Oltre al deficit di 300mila euro c’è il danno di immagine e reputazionale a causa delle lamentele degli utenti. Questa vicenda rappresenta un modello di cattiva amministrazione. Chiedo che venga fatta piena luce anche sulle responsabilità amministrative”.

“La Uiltrasporti umbra condivide le preoccupazioni espresse in Consiglio regionale dalla consigliera Letizia Michelini che ha chiesto approfondimenti su responsabilità gestionali e strumenti concreti per il rilancio dello scalo umbro, a fronte di un bilancio 2024 chiuso in passivo. La stessa compagnia è ancora oggi presente con voli presso l’Aeroporto San Francesco di Assisi, se ne parla spesso nelle cronache per i disagi dei passeggeri che denunciano ritardi e rinvii di partenze per ore se non giorni”.

“La Uiltrasporti dell’Umbria da tempo chiede maggior trasparenza. Non possiamo dimenticare che le colpe di una mal gestione sono ricadute sulle spalle di chi lavora. Ricordiamo che da aprile è in atto presso lo scalo umbro una esternalizzazione di parte del servizio sicurezza, con lavoratrici e lavoratori inquadrati sotto un CCNL diverso da quello aeroportuale con salari ridotti di un terzo e minori tutele normative”.

“La Uiltrasporti rinnova la richiesta di chiarezza, rispetto alle responsabilità di chi gestisce danaro pubblico. Non può passare inosservata la cosa, quindi apprezziamo davvero la richiesta della consigliera Michelini sperando che, chi realmente ha responsabilità, finalmente ne paghi le dovute conseguenze, lasciando la poltrona che occupa. Troppo comodo prendersela con il costo del lavoro, quando sono chiare le motivazioni derivanti da una superficiale gestione, nonostante si conoscessero, già da allora, le vicissitudini negative per altri aeroporti della medesima compagni, ripetiamo, ancora presente con non pochi disagi. La Uiltrasporti fa appello, ancora una volta, affinché chi di dovere intervenga per fare assoluta chiarezza”.

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