Continua a far discutere l'annunciata ma inaspettata chiusura dell'impianto per tutta l'estate, genitori dei giovani agonisti chiedono chiarezza
Dopo il fulmine a ciel sereno della chiusura della piscina comunale di Gubbio, i genitori dei giovani atleti del settore agonistico chiedono chiarezza con una lettera aperta.
A seguito della decisione resa nota da Azzurra Piscine – il gestore ha comunicato di voler chiudere l’impianto comunale di via Leonardo da Vinci a partire dal prossimo 1° luglio – i genitori vedono “messa fortemente a repentaglio la possibilità di portare a termine il lavoro svolto nella stagione agonistica dai nostri figli, peraltro a ridosso del periodo che precede i campionati regionali e nazionali estivi. È fin troppo semplice constatare il grave danno arrecato ai ragazzi e ai loro istruttori, oltre che alle famiglie che hanno investito somme economiche importanti per favorire l’attività annuale dei propri figli”.
Al netto delle ragioni che hanno portato alla decisione di chiudere l’impianto comunale, mamme e papà ritengono di “meritare un confronto per poter comprendere le ragioni di una scelta tanto radicale quanto dannosa per tutta la comunità locale (e non solo). La mancanza di comunicazione è alla base del nostro malcontento: vanificare un’annata di sacrifici senza prevedere per tempo un piano alternativo finisce per produrre un danno enorme per tutto il settore dell’agonistica, oltre a costringere le famiglie a sobbarcarsi ulteriori costi per portare i propri figli in strutture extra comprensoriali (come prospettato dal gestore dell’impianto)”.
Per questo, in attesa di sviluppi (si spera) favorevoli tesi a sbloccare nel minor tempo possibile lo stallo che si è venuto creare, è stata chiesta la proroga per l’utilizzo dell’impianto coperto oltre il 30 giugno, in modo da consentire agli atleti del settore agonistico di poter proseguire la preparazione in vista degli impegni estivi. “Al netto della nostra legittima richiesta, riteniamo altresì meritevoli di attenzione le ragioni di tutte le realtà coinvolte nelle attività dell’impianto: società sportive amatoriali, associazioni, realtà che hanno allestito camp estivi a scopo ludico e ricreativo. Senza dimenticare gli utenti che utilizzano gli impianti per scopi riabilitativi, oltre a chi ha sottoscritto abbonamenti e tessere per attività e benessere personale“.
“La decisione di chiudere una struttura pubblica in modo unilaterale viola qualsiasi principio etico e di salute – concludono i genitori degli atleti – a pochi mesi di distanza dallo storico pronunciamento col quale Parlamento Italiano ha inserito lo sport all’interno della Costituzione, riconoscendone il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme, a Gubbio ci ritroviamo a subire una decisione che viola completamente quegli stessi principi. Auspichiamo di poter assistere a una rapida soluzione della vicenda, ribadendo la necessità di poter ovviare alle criticità attuali garantendo l’utilizzo della struttura almeno per coloro che svolgono attività agonistica”.