La candidata del centrosinistra: anche dopo l'approvazione del regolamento anti Afro Market a Fontivegge almeno sei fatti di sangue
“Invece di interrogarsi sulle ragioni profonde e sul perché il quartiere di Fontivegge continua, ancora oggi, ad essere un luogo in cui la criminalità, il degrado e la paura la fanno da padrone, la Lega tenta di riportare il tema della sicurezza su un piano ideologico e propagandistico. Lo fa, nel giorno stesso in cui la mia campagna d’ascolto farà tappa Fontivegge, attribuendomi dichiarazioni assolutamente false come quella che intenderei riaprire l’Afro Market di Campo di Marte. Niente di più falso”.
Così la candidata sindaca del centrosinistra, Vittoria Ferdinandi, replica alla Lega, che l’aveva accusata di aver sostenuto, durante una manifestazione elettorale, di voler far riaprire lAfro Market che tante polemiche ha suscitato dopo vari fatti di cronaca.
“Ciò che ho criticato, durante l’iniziativa di Ferro di Cavallo – spiega Ferdinandi – è l’idea generica e strumentale per cui basterebbe chiudere un emporio etnico di generi alimentari, per risolvere buona parte dei problemi legati alla sicurezza. Fosse davvero così avrebbero trovato la panacea di tutti i mali legati alla violenza urbana. Ma anche gli amici di Salvini arriveranno facilmente a comprendere che non è così. Per altro si dimenticano di ricordare che solo nelle ultime due settimane, anche dopo l’approvazione del regolamento anti Afro Market, proprio in quel quartiere, sono avvenuti almeno di sei fatti di sangue, tra ferimenti, accoltellamenti e scontri oltre ad una serie di episodi di criminalità e violenza, segno che le azioni di contrasto, tanto sbandierate dall’amministrazione comunale, non stanno portando ai risultati sperati. Lo dico ben consapevole che l’impegno delle istituzioni e delle forze dell’ordine non può che essere apprezzato ma, purtroppo, non può considerarsi sufficiente e risolutivo. Manca evidentemente la forza e la determinazione di ripensare in profondità la vocazione di quel quartiere. Comprendere la genesi di quel disagio profondo e intervenire sulle cause che innescano violenza e conflitto”.
“Noi crediamo – prosegue Ferdinandi – che la logica securitaria non basta, occorre calarsi nei luoghi e affrontare sul campo le contraddizioni. Serve uscire da Palazzo dei Priori e mettersi fisicamente al fianco delle persone per affrontare insieme questi processi di trasformazione sociale in cui si è fatta più evidente la cosiddetta cultura dello scarto. Ma solo attraverso la cura, l’ascolto e un vero investimento sulla rivitalizzazione socio-culturale ed economica potrà far cambiare pelle alla nostra città, a partire da Fontivegge. E’ quello che faremo dal primo giorno, con atti e fatti concreti, senza alimentare paure, insicurezze e odio sociale così come fa la Lega”.