Da San Francesco la candidata del centrodestra replica all'avversaria e al centrosinistra: "Perugia è una città migliore di come ce l'avevano lasciata"
“Perugia è una città migliore di come ce l’avevano lasciata. Ma non mi accontento di ciò che abbiamo fatto. Il bello, ve lo garantisco, deve ancora venire!”. Così la candidata sindaco del centrodestra, Margherita Scoccia, raccoglie la sfida lanciata al Capitini da Vittoria Ferdinandi, con cui il centrosinistra, con il cosiddetto campo largo, proverà a riprendersi Palazzo dei Priori.
In prima fila, insieme agli stati generali di Fratelli d’Italia e di tutto il centrodestra, anche nelle sue componenti civiche, c’è proprio il sindaco Andrea Romizi, di cui Margherita Scoccia, suo assessore in questa legislatura, “ha l’onore e l’enore di raccogliere la preziosa eredità politica”.
Il ciclo Romizi e le nostalgie comuniste
E più volte dal palco di San Francesco al Prato Margherita Scoccia fa riferimenti alla Perugia prima e dopo Romizi. A quel 2014 in cui il centrodestra si affermò per la prima volta a Perugia, “aprendo un ciclo nuovo”. La Perugia, ha ricordato Scoccia, raccontata sulla stampa come “la capitale della droga”, una “città agonizzante”, ed oggi “di gran lunga migliore rispetto a quella che era stata consegnata”. Da chi voleva realizzare un parcheggio al Turreno o critica le lampade al led perché “forse ha nostalgia delle lampade gialle che rimandano all’Europa dell’Est”.
Messaggi a Ferdinandi e alla sua coalizione
Di fronte allo spauracchio di come ha nostalgie comuniste (termine che Scoccia non usa), la candidata del centrodestra, forte della sua esperienza di assessore e in continuità con l’amministrazione Romizi, rivendica quanto fatto e annuncia quanto sarà fatto nel prossimo futuro. Chiamando in causa in qualche passaggio, pur senza citarla, Vittoria Ferdinandi e la sua coalizione. Come quando afferma che “la politica è un mestiere che non si inventa, ma si costruisce giorno dopo giorno”. O quando parla della ferita e del danno di immagine provocati da chi parla di “città spenta”. Una città che invece, promette Scoccia, sarà sempre più contemporanea, pur “senza stravolgimenti dello stile di vita”. Nessuna rivoluzione, dunque, ma proseguire sulla strada di quel “buonsenso” che ha caratterizzato i dieci anni delle due amministrazioni Romizi.
Il brucomela che non si può buttare giù e il Brt
Confrontando le scelte di chi c’era prima con quelle fatte dal centrodestra. Come per la mobilità. “Il Minimetrò – ha ricordato – ci costa 21mila euro al giorno, fino al 2037. E’ costato 103 milioni di euro. Quante cosa ci si potevano fare? Ogni anno costa 7 milioni e mezzo la metropolitana di superficie che deve chiudere alle 21,05 perché troppo rumorosa”. E a chi le ha detto “assesso’, ma buttol giù ‘l brucomela”, la risposta è che ormai non si poteva fare. Ma la nuova mobilità, “in modo sostenibile e senza gravare sul futuro”, è quella del Brt, che collegherà Castel del Piano a Fontivegge “a costo zero per i perugini”.
I conti del Comune e le risorse da investire
Il confronto con l’era ante Romizi è anche nei conti del Comune. Con quell’indebitamento lasciato di 133 milioni di euro, più 35 di avanzo. Ma ora che il bilancio è stato risanato, promette Scoccia, ci saranno risorse da investire. E indica le priorità. Il lavoro, sostenendo le imprese con forme di detassazione. Strade, cono un piano decennale di decoro urbano da 100 milioni. Case per risolvere il problema degli alloggi. Il verde, anche con un piano di forestazione urbana. Proseguendo nella riqualificazione e messa in sicurezza delle scuole. Con il Turreno che diventerà il centro polifunzionale “che manca”. “E non ci dimenticheremo del Lilli”, promette. Accogliendo un turismo di qualità, prospettando collegamenti efficienti con l’aeroporto anche in vista del Giubileo del 2025. Costruendo “sena consumare altro suolo”. Proseguendo sui progetti di rigenerazione urbana, come al Pincetto, “cove c’erano i tossici e oggi c’è la Biblioteca degli Arconi”. Promuovendo la città di Umbria Jezz e del cioccolato, che troverà il suo luogo identitario al Mercato Coperto. Senza dimenticare le frazioni, i borghi, i ponti. Anche grazie ai fondi del Pnrr che, rivendica Scoccia, “siamo stati bravi a usare”.
“Nessuno vuole tornare indietro, il futuro non si ferma” promette Margherita Scoccia, portata in trionfo dai giovani che la sosterranno in questa campagna elettorale e applaudita in prima fila da Romizi e dagli stati generali del centrodestra.