Ospedale Foligno, Uil Fpl: "Problema sicurezza, serve vigilanza h24"

Ospedale di Foligno, la denuncia della Uil Fpl: “Problema di sicurezza, serve vigilanza h24”

Redazione

Ospedale di Foligno, la denuncia della Uil Fpl: “Problema di sicurezza, serve vigilanza h24”

Sab, 27/01/2024 - 09:26

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La riorganizzazione ospedaliera, l'assenza del territorio e la mancanza di sorveglianza hanno messo in pericolo la sicurezza degli operatori.

Una lunga e articolata analisi della Uil Fpl sull’ospedale di Foligno evidenzia come il nosocomio si trovi in sofferenza a causa della riorganizzazione territoriale della sanità, delle contingenze che hanno ridotto la medicina del territorio ma che sconti anche carenze legate alla sicurezza in senso stretto, senza una vigilanza h24 e un contingentamento delle presenze dopo una certa ora. A firmare la nota sono Paolo Leonardi, segretario regionale Uil Fpl e Sandro Peciarolo, segretario aziendale.

“L’ospedale presenta problemi di sicurezza”

Il fatto increscioso dell’aggressione ai danni di un’infermiera del Pronto soccorso di Foligno, da parte di una componente della famiglia del paziente, che parlava di ritardi nei soccorsi, è solo un aspetto della complessa situazione in cui si trova l’ospedale di Foligno, specchio dello stato di salute complessivo della sanità umbra. Alla base dell’episodio specifico – dicono Leonardi e Peciaroloc’è una cultura che si è fatta ormai comune e che, nel denigrare il lavoro pubblico, accusa gli operatori sanitari, che pure seguono regole e procedure, di ogni nefandezza arrivando ad aggressioni fisiche inaudite. Condannando dunque il gesto, non si può negare che l’ospedale di Foligno presenti un problema di sicurezza del luogo di lavoro, direttamente afferente al Decreto ministeriale 81, che norma il settore. Problematica alla quale si aggiungono quelle dei carichi di lavoro e dell’organizzazione. Una concomitanza di fattori che rende la sostenibilità per il personale impossibile”.

I numeri degli accessi al Pronto soccorso

Ricordiamo a tutti i cittadini – spiegano Leonardi e Peciarolo che gli operatori sanitari che incontrano in ospedale, in tutti gli ospedali, sono la frontiera di un complesso meccanismo e che gran parte delle scelte che si trovano ad operare sono il frutto di regole e procedimenti che sono obbligati a rispettare, oppure di condizioni contingenti causate da riorganizzazioni inadeguate o inefficaci. Così, con la medicina di territorio inesistente e una rimodulazione delle funzioni degli ospedali, il Pronto soccorso di Foligno si trova a far fronte ad un ritorno degli accessi ai livelli pre covid, con un sensibile aumento della complessità delle problematiche che arrivano da tutto il comprensorio. Nello specifico, se il 2019 si era chiuso con oltre 53mila accessi, il 2020 ha visto 35mila accessi, il 2023 termina con circa 50mila e il 2024 è iniziato sulla stessa tendenza: 165 accessi giornalieri dal 1° gennaio. I picchi arrivano nei momenti di ‘ponti lunghi’ o nei fine settimana, quando il territorio è più assente e, comunque, non funge più da filtro. D’altronde, con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e guardie mediche ridotte, i cittadini si riversano al Pronto soccorso. In questo contesto, con Assisi e Spoleto ridimensionati, Foligno scoppia e l’essere a parità di personale fa aumentare i tempi di risposta. In questa cornice torna il fenomeno delle ‘barelle’ come letto di degenza nei reparti. Tale situazione non è mai stata presente a Foligno e invece, da quasi un anno, è stabilmente presente al nosocomio – continua la Uil Fpl – un fatto che attesta quanto sia inefficace ormai il sistema ‘ingresso – uscite’. Se il Pronto soccorso scoppia, i pazienti che lo consentono vengono dirottati nella chirurgia breve, e qui si riscontra il fatto che chi ha una chirurgia programmata all’indomani, magari il lunedì successivo, non trova il letto e arrivano le barelle”.

“Serve la vigilanza h24”

Sul fronte strettamente della sicurezza – concludono Leonardi e Peciarolo – l’ospedale di Foligno presenta un problema di costruzione: ha accessi ovunque e i reparti diventano insicuri senza più un controllo all’ingresso. Ricordiamo i problemi di sicurezza negli spogliatoi, per i quali l’azienda si era impegnata anche se, ci risulta, senza far seguire fatti concreti. Così le operatrici sanitarie si sentono insicure. Chiediamo che venga riattivata la sorveglianza h24 all’ingresso, vengano contingentati gli ingressi dopo una certa ora e riattivato il servizio di vigilanza così com’era prima del Covid. Il numero di aggressioni al personale sanitario, pari a 150 in tutto il 2023, è un numero impressionante che impone un cambio di passo. Cambio di passo che chiediamo su tutti i fronti, perché gli operatori e i cittadini non possono pagare il dazio di scelte sbagliate”.

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