Sciopero generale, oltre duemila in piazza

Sciopero generale, oltre duemila in piazza e adesioni con punte dell’80 per cento

Redazione

Sciopero generale, oltre duemila in piazza e adesioni con punte dell’80 per cento

Ven, 17/11/2023 - 17:05

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Sciopero generale, oltre duemila in piazza e adesioni con punte dell'80 per cento. La Cisl: "Ecco perchè non siamo scesi in piazza"

Oltre duemila persone in piazza e punte di adesione dello sciopero che hanno raggiunto l’80 per cento in alcune realtà. E’ positivo il bilancio della mobilitazione di Cgil e Uil, contro la manovra del Governo. Sul palco di piazza IV novembre, oltre ai rappresentanti sindacali, anche lavoratori e studenti, tutti uniti nel rilanciare l’allarme contro un provvedimento che non incide sulle disuguaglianze, che non aiuta il futuro dei giovani e taglia su pensioni e sanità.

La Cgil

Ad aprire la mattinata è stata la segretaria generale della Cgil dell’Umbria, Maria Rita Paggio: “E’ vergognoso tentare di dividere senza riuscirci. I lavoratori hanno aderito allo sciopero e sono scesi in piazza per rivendicare il diritto ad un lavoro dignitoso e sicuro, a salari giusti, alla sanità pubblica e universale e a pensioni adeguate. Una situazione difficile, dunque, e che richiedeva la mobilitazione. Se non ora, quando?”. Dopo Paggio, è stata la volta del segretario regionale Uil Fabio Benedetti: “In piazza contro una manovra che non ha progressività fiscale, non tassa gli extraprofitti e peggiora la legge Fornero” e poi i lavoratori.

Gli interventi dal palco

Ad aprire le testimonianze Claudio Manzo, operaio di un’azienda impegnata negli appalti con l’Ast. Quindi l’addetta della cooperazione Roberta Moretti (Cooperazione Uil Fpl), poi gli studenti Alice Spilla (Una regione per restare) e Nicholas Radicchi (Udu – Rete degli universitari). Quindi Ivano Bruschi (Filt Cgil), Dora Porpora (Sanità), e Nicola Cassieri (Uiltucs).

Le conclusioni

Conclusioni al segretario nazionale Uil Santo Biondo: “Siamo di fronte ad un governo che, da un lato, apre le porte ai sindacati per gli incontri e dall’altro si chiude le orecchie. Serve affrontare i problemi concreti di fronte ai quali un sindacato non poteva non mobilitarsi”.

La differenza della Cisl

La Cisl in piazza non c’era ma ha convocato una conferenza stampa in contemporanea, per spiegare le ragioni della sua assenza: “Ragioni – sottolinea la segreteria Cisl Umbria – che si basano sulla responsabilità di chi non vuole creare ulteriori disservizi e di chi non vuole far perdere un giorno di lavoro e di retribuzione ai lavoratori già falcidiati dall’inflazione”.“La manovra del Governo prende in considerazione la piattaforma che abbiamo portato in piazza unitariamente a Bologna – spiega il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti con la sua segreteria nel corso dell’incontro con i giornalisti di questa mattina – perché va ad incidere positivamente sul cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori”.Per la Cisl è bene rimanere ai tavoli ed utilizzare lo sciopero come ultimo strumento di lotta. “Per questo noi manifesteremo sabato 25 novembre. Per sottolineare come lo strumento della concertazione sia quello giusto per incidere in economie come quella umbra: la nostra regione infatti – ribadisce il segretario della Cisl Umbria – è tra quelle con i più bassi salari. La situazione può essere migliorata attraverso la contrattazione di secondo livello. Un’attività che ci vede da sempre in prima linea”.

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