UGL, ATTACCO A TUTTOGGI.INFO: “TRUFFA IL COMUNE”. MUNICIPIO “E’ FALSO”. DOPO LE MINACCE, LA CALUNNIA: MA LA FIRMA E’ SEMPRE DEL SIGNOR L. ASSEMBLEA NEL POMERIGGIO (Foto) - Tuttoggi.info

UGL, ATTACCO A TUTTOGGI.INFO: “TRUFFA IL COMUNE”. MUNICIPIO “E’ FALSO”. DOPO LE MINACCE, LA CALUNNIA: MA LA FIRMA E’ SEMPRE DEL SIGNOR L. ASSEMBLEA NEL POMERIGGIO (Foto)

Redazione

UGL, ATTACCO A TUTTOGGI.INFO: “TRUFFA IL COMUNE”. MUNICIPIO “E’ FALSO”. DOPO LE MINACCE, LA CALUNNIA: MA LA FIRMA E’ SEMPRE DEL SIGNOR L. ASSEMBLEA NEL POMERIGGIO (Foto)

Ven, 13/11/2009 - 11:00

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Fango su Tuttoggi.info e sulla sua società editoriale. Scritto nero su bianco dalla Ugl, il sindacato di destra che fa capo a Renata Polverini. Dopo le minacce ricevute a ridosso delle recenti elezioni amministrative, arriva ora anche la calunnia. Alla fine di maggio via telefono (clicca qui), oggi con tanto di carta intestata del sindacato. Voce e firma, ora come allora, appartengono allo stesso soggetto, il signor Maurizio Luciani, che indubbiamente ha deciso di intraprendere una vera e propria crociata contro queste colonne. A qualunque costo, con ogni mezzo, se può servire all’obiettivo. Dunque per l’Ugl e il suo coordinatore regionale l’editrice di TO® “truffa il Comune di Spoleto”. Non c’è uso di condizionale, non viene avanzato neanche il sospetto. Il sindacalista è certo: gli editori del quotidiano on line umbro sono dei truffatori! La vicenda è venuta a galla solo negli ultimi giorni quando il Municipio si è visto costretto a ribattere alle accuse, informandone, come legge prevede, la società editoriale.

La calunnia – è il 14 ottobre scorso quando sul tavolo di sindaco, dirigenti municipali e persino del comandante della Guardia di Finanza arriva l’esposto del patronato. Il signor L. denuncia – forte di conoscere la delibera dirigenziale n. 955 del 8 giugno 2009, tanto da menzionarla – che il banner istituzionale acquitato dal Comune sulle colonne di Tuttoggi.info non è sempre visibile. “Quel banner – scrive L. – non è sempre visibile e si alterna con altri banner pubblicitari”. Poi l’affondo: “Naturalmente si configura una evidente truffa ai danni del Comune di Spoleto che ha acquistato il servizio e si chiede la revoca dell’affidamento e la interruzione immediata del contratto in essere con la società in questione” scrive testualmente. E, tanto perchè nessuno degli interlocutori possa dire di non conoscere le nuove tecnologie, allega all’esposto la definizione di ‘banner’ tratta da wikipedia (vd. foto 1 e 2).

La replica – alla lettura della denuncia, tutti devono aver fatto un salto sulla sedia. Tranne Vincenzo Russo, il dirigente alla comunicazione che sapeva come stavano le cose. Di lì ad una settimana, parte la raccomandata del Municipio che respinge l’accusa. “…l’accordo tra le parti si è perfezionato con l’accettazione da parte del Comune di Spoleto dell’offerta presentata di ‘n. 1 banner alto di testata che si collegherà al portale istituzionale con un semplice click dell’utente in condivisione tra un numero massimo di 5 aziende/enti’”. Il Municipio in pratica ha acquistato un banner rotativo che, in quanto tale, non può quindi sempre esser visibile, per dirla come quel colto internauta del signor L.. (Vds. allegati foto 3, 4, 5, 6 e 7)

Chissà che non presenti una denuncia anche contro le società costruttrici di semafori, visto che si ostinano a farli di tre luci colorate che, ‘a ruota’, danno indicazioni agli automobilisti. Il dirigente fa di più e, forse piccato per quel foglietto di wikipedia, evidenzia che il reato di truffa è qualcosa di diverso da quanto va sostenendo il sindacalista. Una lectio magistralis che può sempre tornar utile, visto che il signor L. è dipendente proprio del Comune di Spoleto.

Dunque il sindacato non poteva non conoscere le condizioni della fornitura, visto che la stessa determina dirigenziale ne faceva menzione rimandandole alla proposta tecnica.

Il dubbio del Comune – non sfugge al dottor Russo un aspetto inquietante di tutta la vicenda. Quello del modo in cui il sindacato è venuto in possesso della documentazione contrattuale. “Non posso esimermi, tuttavia, dal segnalare che non risulta agli atti alcuna richiesta di accesso alla documentazione amministrativa da parte dell’Ugl e pertanto si chiede di conoscere le modalità con le quali si è proceduto ad una visione degli atti”. Già, come ha fatto il Patronato a visionare la pratica? Di sicuro la stanza in cui lavora il signor L. è a meno di 10 passi dagli uffici per la comunicazione. Una soffiata di qualche collega? O una sbirciatina quà e là? O una intrusione negli archivi, alla ricerca di qualcosa di ‘scandaloso’ per annnientare il quotidiano dell’Area Vasta? Difficile dirlo. Ad oggi di sicuro l’Ugl non ha ancora risposto al Comune. Ma in un modo o nell’altro dovrà fornire una spiegazione.

Legali al lavoro – se non la darà al Comune, dovrà per forza darla alla magitratura visto che i legali della Syn-Media sono già al lavoro sulla base della documentazione che, a differenza dell’Ugl, gli editori hanno regolarmente acquisito (e pagato – foto 8) attivando la fin nota legge sulla trasparenza (la 241/90 e successive modifiche). Nota a tutti, tranne che a quel sapientone del sindacalista.

L’attacco – quello portato ai danni della società editoriale è un attacco che non ha precedenti nella storia del giornalismo. Non è il primo, per la verità, e sempre ad opera del signor L.. Il 30 maggio, alla vigilia delle elezioni, minacciò di “far chiudere il giornale” forte di un altro ‘abito’, quello di segretario provinciale dei Popolari Liberali di Giovanardi, confluito nel Pdl. Difficile capire il motivo di tanta rabbia e accanimento, stante l’indipendenza che da sempre contraddistingue il lavoro di queste colonne. Allora si pensò che ad aver mandato su tutte le furie il tutto-fare L., fosse stato un articolo-inchiesta su un dirigente pubblico che, assente dal servizio per malattia, si dilettava a far campagna elettorale (clicca qui). “Abbiamo deciso che il vostro giornale chiuderà i battenti” tuonò dal telefonino il signor L., menzionando una cena fatta nella sua residenza estiva con alcuni esponenti impegnati nella corsa alle amministrative, incluso il candidato Angelo Loretoni. Da quelle minacce – ad eccezione del capolista della Lista Civica Rinnovamento, il prof. Fabrizio Cardarelli – nessuno del centro destra prese le distanze. Oggi la storia si ripete. E dalle minacce si è passati alla calunnia.

TO® – una assemblea (alla quale non prenderanno parte i due direttori del network) è stata convocata per le 19 di oggi dai giornalisti e tecnici di TO® che hanno già proclamato lo stato di agitazione per l’ennesima accusa mossa dal sindacalista. In serata saranno rese note le decisioni assunte dai dipendenti che, sulla vicenda, stante la carica sindacale ricoperta, hanno comunque già fatto sapere di voler porre alcune domande al segretario nazionale dell’Ugl Renata Polverini.

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