Non scende l'attenzione sulla questione sanità nella Città del Festival | I numeri che chiariscono le scelte del punto nascite
Finalmente il Sindaco Andrea Sisti scopre che sul piano di riordino dell’Ospedale di Spoleto, almeno sulla carta, è quasi tutto a posto e che il gran strillare, diffidare o minacciare, suo e dei variegati fedelissimi, è stata una perdita di tempo, se non l’inizio della campagna elettorale per europee e regionali del prossimo anno.
Basta infatti confrontare l’ultimo suo comunicato (in cui non si sono raccontati tutti i fatti) con l’articolo che Tuttoggi.info aveva pubblicato il 28 agosto scorso sulla situazione attuale e futura dell’Ospedale, per capire che, Punto nascita a parte, l’unico vero problema da tenere sotto la massima attenzione sono i tempi di attuazione di quanto promesso dalla Presidente Donatella Tesei ovvero che, dopo la fine dell’emergenza covid, il nosocomio di Spoleto sarebbe tornato ad essere degno di tale nome e in piena operatività. Attraverso quel piano di integrazione con Foligno che consentirà ad entrambi i nosocomi di rimanere in piedi senza particolari criticità.
Di fatto le ultime note stampa del municipio e qualche affermazione di troppo confermano la scarsa capacità della governance festivaliera di saper colloquiare, vertici di Usl e Regione inclusi. A meno che non sia tutto calcolato. Attenzione quindi alle date. Il 4 settembre Sisti ottiene un incontro negli uffici sanitari di Terni (?) che sembra più un appuntamento di maggioranza, atteso che con lui e il presidente del City Forum, Leonello Spitella, ci sono la vice presidente del consiglio comunale Maura Coltorti e il presidente della IV commissione Guerrino Lucentini: l’opposizione può rimanere a casa. La nota che viene diramata è un secchio di aria fritta, al limite dell’inutile.
Leggiamo: “si è trattato di un primo incontro finalizzato ad avviare un percorso condiviso che permetta di affrontare in maniera chiara le questioni, ad oggi irrisolte, legate al futuro dell’Ospedale di Spoleto… ad oggi non sappiamo dove questo confronto ci porterà – scriveva Sisti al termine dell’incontro – ma di certo è un tentativo che abbiamo il dovere di fare affinché il nostro ospedale torni ad essere degno di questo nome”, concludendo con “ci rivedremo l’11 settembre“. Lunedì scorso dunque il nuovo incontro, in stessa composizione ma stavolta con l’altro vice presidente, in quota all’opposizione, Sergio Grifoni.
Dall’altra parte del tavolo ancora una volta il direttore generale Massimo De Fino, il d.s. Nando Scarpelli e il d.a. Piero Carsili per la Usl Umbria 2 che hanno ri-spiegato quello che da tempo stanno mettendo nero su bianco, specialmente per smentire le fake di istituzioni e associazioni. Fermo restando che i ritardi nell’attuazione di quanto programmato ci sono e sono questi a generare il caos.
La nota del Comune che è seguita all’incontro è una conferma di quello che già si sapeva: “Quattro le criticità affrontate” scrive Sisti. “Per quanto riguarda la Cardiologia è stata garantita la riapertura del reparto in tempi brevi e la futura presenza di un cardiologo h24 anche per il Pronto Soccorso, mentre per Pediatria è prevista l’apertura di una Osservazione Breve Intensiva (OBI) Pediatrica con quattro posti letto. Su questo è stata ribadita la necessità di avere un reparto pediatrico a tutti gli effetti“.
Questi i primi tre punti. E’ sul quarto punto che Sisti & Co. battono il ferro, unico argomento su cui poter fare un po’ di rimostranze: “risulta invece ancora bloccata la questione relativa al ripristino del Punto Nascita a Spoleto” chiosa il sindaco. Anche in questo caso, con molta pazienza, il dg De Fino ha ricordato che l’unica autorità preposta a concedere deroghe per un Punto nascite sotto i 500 parti l’anno è il Ministero della Salute. Come a dire: fate scioperi, assumete la vigilanza anti “rapina”, incendiate pure la Usl, ma è al Ministero che dovete rivolgervi, noi siamo solo tecnici. A quello stesso Ministero cui si sarebbero potuti rivolgere tutti da (almeno) 5 anni: ironia della sorte al Governo ci sono stati tutti in quest’ultimo lustro.
E’ a questo punto che Spitella, sperando di fare il colpaccio, alza la posta: “e Branca allora? e Orvieto?“. Ancora una volta la stessa risposta più volte data: l’ostetricia di Branca è confermata per la chiusura del reparto di Fabriano (30mila abitanti), quella di Orvieto per la considerevole distanza dall’ospedale di Terni. Fine della puntata.
Di cui non ci sarebbe stato bisogno (visto il tempo perso appresso a 1 presidio, 2 incontri, lettere e controlettere, manifesti e volantini) se si fossero rilette le carte ufficiali e confrontate queste con una telefonata alla Usl. Quello che hanno più modestamente fatto queste colonne, senza fare sconti a nessuno dei protagonisti. Sarebbe bastato un incontro per chiedere date certe. Punto. E poi magari alzare polveroni.
Per la cronaca Sisti ha chiesto di conoscere ”la spesa dei presidi ospedalieri, del Punto nascite 2019 e quella necessaria per mantenerlo in sicurezza”. Sperando che sappia che la sicurezza di partorienti e nascituri non passa dalle sole questioni economiche. Anzi queste sono forse il punto meno doloroso. Basterebbe leggere il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, sulla base dei dati della OMS, dal titolo “La salute perinatale in Italia: i dati del Programma nazionale esiti (2015-2020)“ per avere un quadro di cosa significhi la sicurezza in un reparto ostetricia, quali rischi corrono future mamme e nascituri. Documento che parlamentari, consiglieri regionali e comunali, associazioni dei più vari generi, dovrebbero conoscere bene. E se non lo conoscono farebbero meglio a cambiar mestiere.
Al tavolo il primo cittadino ha posto un’altra, nuova questione, ovvero “la programmazione in area sismica con la sussidiarietà tra i due ospedali in caso di nuovo sisma”… C’è da scommettere che a qualcuno dei presenti sia sfuggita la mano verso i cabasisi. Battute a parte, è giusto pensare al peggio (se non fosse poi che proprio il sindaco indichi come iettatori chi, come sul tema del bilancio, ha auspicato una maggiore prudenza finanziaria in caso di tempi peggiori) anche se sul fronte terremoti questa parte di Umbria ha già saputo rispondere: nel 1997 trasferendo da Foligno a Spoleto molti reparti e degenti; nel 2016 da Spoleto (la cui struttura fortunatamente non riportò gravi conseguenze) a Foligno decentrando qui alcune attività.
Dunque la nota di Sisti conferma che l’iter di riordino dell’ospedale sta andando avanti. Anche se resta confermata l’adesione al Corteo cittadino di protesta per sabato 23 settembre alle ore 10 da piazza Garibaldi per raggiungere il San Matteo degli Infermi.
Ospedale Spoleto: confermata la conferma
La Usl, martedì pomeriggio, letto l’intervento del sindaco, è dovuta nuovamente ricorrere, pur con parole al miele, ad una nota per puntualizzare meglio quanto avvenuto al tavolo: al sindaco di Spoleto e ai presenti al tavolo “è stata assicurata la messa in sicurezza del personale di cardiologia attraverso l’acquisizione di professionisti provenienti dall’AO di Terni e il completamento della procedura concorsuale di selezione dei cardiologi; personale che consentirà l’attivazione di 3 posti letto di terapia sub intensiva cardiologica e ulteriori 3 posti per la gestione dello scompenso cardiaco, nonché la riattivazione del servizio di riabilitazione cardiologica. Rassicurazioni sono state date per il pronto soccorso con l’attivazione di 4 posti letto di medicina d’urgenza con 4 posti letto di Osservazione breve intensiva già attivi. E’ volontà di questa Direzione attivare 4 posti OBI di pediatria con pediatra presente h24”.
Sulla riorganizzazione dei Reparti di Ortopedia e di Ginecologia “quest’ultima convertita da servizio operativo 5 giorni su 7 a Reparto di Degenza Ordinaria attivo 7 giorni su 7 h24. La presenza nell’ex Reparto di Ginecologia di sale operatorie (2+2) totalmente inutilizzate a fronte di una necessità di incremento dell’attività chirurgica ortopedica ha rappresentato il presupposto a tale riorganizzazione garantendo nel contempo un incremento dell’attività chirurgica ginecologica che potrà disporre di 3 sedute operatorie +1 (per piccoli interventi) rispetto alle precedenti due sedute operatorie. Nel contempo la riorganizzazione delle sale operatorie garantirà anche un incremento dell’attività chirurgica Urologica nonché l’inizio dell’attività della chirurgia Testa-Collo nel corso del corrente mese”.
“Alla richiesta del Sindaco di riattivazione del Punto Nascita è stato fatto presente che tale possibilità non è, attualmente, nella disponibilità della Direzione Aziendale visto il diniego espresso dal ministero. E’ stata avanzata anche l’ipotesi di uno sdoppiamento del punto nascita che svolgerebbe la propria attività nei due plessi ospedalieri. A tal fine è stata rappresentata la necessità, comunque, che ambedue le sedi possano garantire un numero minimo di parti di 500 all’anno il che, a fronte dei dati attualmente disponibili e della stima proiettata a fine anno, comporterebbe la contemporanea chiusura sia del Punto Nascita di Foligno che di Spoleto che sarebbero ambedue al disotto del parametro ministeriale. E’ stato comunque sottolineato come “l’evento nascita” benché sia un evento naturale risulta comunque a rischio di possibili complicanze sia per la madre che per il neonato e che esso deve avvenire, vista anche la sempre la sua maggiore rarità, in condizioni di estrema sicurezza e qualsiasi ipotesi di riorganizzazione non possa prescindere dal garantire tali presupposti”.
Bandecchi – SIsti: accordi in vista
Da martedì scorso però si rincorre la notizia che, finito l’incontro in Usl, Andrea Sisti, visto che già si trovava a Terni, si sarebbe incontrato con l’omologo della città dell’acciaio Stefano Bandecchi. Notizia riportata su Le Foglie de Il Messaggero.
Bandecchi nega ma conferma che in calendario c’è un appuntamento: “Non ho ancora incontrato il Sindaco di Spoleto” dice a Tuttoggi.info il primo cittadino “abbiamo un appuntamento in programma ma non ricordo il giorno”. Alla domanda se debbano parlare di sanità e ospedali, Bandecchi dice che è uno dei temi al centro del tavolo. “Bisogna ridefinire la provincia di Terni e Spoleto merita di far parte di quest’area dell’Umbria. Chiaro che parleremo anche di sanità” conclude. Chiediamo se ha invitato Sisti o è un incontro voluto da entrambi: “da entrambi” la risposta.
Al sindaco rossoverde la data di un sicuro prossimo incontro proviamo a ricordarla noi, avendo avuto modo di visionare la lettera che lo stesso ha recapitato proprio in queste ore a tutti i sindaci Ambito Territoriale della Usl2 e al D.G. De Fino. Un documento destinato a sollevare più di un vespaio
L’occasione la offre l’approvazione del “Bilancio economico di previsione 2023 sociale – adozione” su cui la Usl aveva chiesto la convocazione. Leggiamo: “E’ convocato per il 21 settembre 2023 alle ore 10 presso la Sala Consiliare di Palazzo Spada, riunione dei Sindaci dell’Ambito territoriale con il seguente odg, integrato a seguito di interlocuzioni per le vie brevi con alcuni Sindaci del territorio: 1) Parere su bilancio sociale, 2) Adozione regolamento di funzionamento, 3) Riorganizzazione sistema ospedaliero, 4) Distretti sanitari, 5) Convenzioni Asl/Comuni, 6) Varie ed eventuali”. Boom.
Bandecchi e Sisti non si saranno incontrati, forse, ma di certo la “integrazione” all’odg fa pensare ad un prossimo “strappo” con i vertici regionali. Che i due, seppur su posizioni politiche apparentemente diverse, non siano in linea con la Giunta regionale è fuor di dubbio, ma è evidente che un eventuale accordo tra questi due Comuni sposterebbe l’ago della bilancia quanto meno a livello di Ambito territoriale. Con ripercussioni sulla Usl.
Che la giunta di centrosinistra del Festival dei 2 mondi abbia deciso di passare sotto Terni? Difficile saperlo, visto che Sisti e il vice Lisci sono già alle prese con non pochi guai di difficile soluzione, tra ospedale, Prg, Ase, etc. C’è poi un altro aspetto: di quale “regolamento di funzionamento” parla Bandecchi se alcuni sindaci hanno confermato a Tuttoggi di non avere ricevuto neanche una bozza? È corretto approvare prima il bilancio e solo dopo darsi un nuovo regolamento?
Attacco a TO: un “nemico” al giorno toglie la democrazia di torno
Lasciamo per ultimo, non essendo molto rilevante ma degno di cronaca, l’attacco che negli ultimi tempi le sparute e confuse truppe di Casa Rossa e USB nonché del Comitato di strada per la salute pubblica hanno rivolto sui social a Tuttoggi.info ed in particolare a chi scrive (Sara Cipriani e Carlo Ceraso), accusati nientepopodimenoche di “una campagna stampa contro tutta a città di Spoleto”, di essere “portavoce della Regione” etc.
Alla comunicazione ci pensa il pensionato professore Aurelio Fabiani (CR), sostenuto da Ettore Magrini (USB), n tempo nemico dei social, oggi sfegatato tastierista di Facebook, seppur con risultati pressoché pari allo zero (quasi come i voti presi in elezioni comunali e regionali). Probabilmente infelice di ricevere pochi like, ecco che si accanisce a ri-condividere gli stessi post sul proprio profilo e su almeno un’altra ventina di profili di varie associazioni della Valle Sud. Dove puntualmente nessuno se lo fila.
Dunque veniamo tacciati, tra l’altro, di essere leghisti, il che si aggiunge alle accuse che nel tempo ci hanno visto ora fascisti, ora comunisti, etc. Cosa che ci onora, sfuggendo anche ai due tapini simil Che Guevara che queste colonne, spesso senza esprimere neanche una opinione, si sono sempre fermate a riportare fatti e comportamenti dei protagonisti della vita politica e sociale della regione.
Così alla Cipriani, definita “infantile e manichea” per aver ricostruito come la Usl2 sia dovuta intervenire in 48 ore con più smentite a comunicati e articoli di istituzioni e politicanti, viene chiesto se la stessa sa che “il San Matteo non poteva essere chiuso per LEGGE!”.
Meno pazienti dei vertici della Usl, essendo giornalisti, non medici, né vocati alla salvezza delle anime, ricordiamo che l’Ospedale non è mai stato chiuso ma convertito per una emergenza (mondiale) denominata covid. Certo, per gli spoletini sarebbe stato meglio convertire quello di Perugia o Foligno o Terni o Orvieto, ma chissà se tutti la pensassero nella stessa maniera cosa avrebbe subito l’Umbria. E che anche queste colonne hanno denunciato la necessità che alcuni reparti rimanessero aperti con percorsi no-covid.
E sempre sostenuto la tesi che la città del festival doveva essere risarcita per tale sforzo dei suoi cittadini. A confermare poi che la conversione è stata lecita ci pare di ricordare una sentenza del Tar Umbria che respinse il ricorso del Comune di Spoleto, nell’era del poi sfiduciato De Augustinis, contro la conversione del nosocomio.
Quanto ai “dati farlocchi” sul Punto nascite ricordiamo che da anni Spoleto (anche con tutta la Valnerina) non raggiunge i 500 parti l’anno, minimo che, vale ribadirlo, le leggi e raccomandazioni OMS di cui sopra impongono per la stessa sicurezza di partorienti e nascituri.
Chiariamo meglio, indici Istat alla mano, comune per comune. Basterebbe solo un po’ di buona volontà, ma fa più comodo urlare al mondo, meglio con il megafono così da risparmiare in pasticche per la gola, o fare i leoni da tastiera.
Dunque abbiamo preso i “nati vivi” di 16 comuni e precisamente – tolto Polino (molto più vicino a Terni che Spoleto) e aggiunto Castel Ritaldi e Campello sul Clitunno – Spoleto, Vallo di Nera, Sellano, Scheggino, S. Anatolia di Narco, Preci, Poggiodomo, Norcia, Montefranco, Monteleone di Spoleto, Ferentillo, Cerreto di Spoleto, Cascia e Arrone.
Ebbene se nel 2019 i nati in questi Comuni sono stati pari a 394 unità, nel 2022 sono stati 353 (Spoleto è passata da 216 a 193) con un -10,4%. Chiaro che fino al 2019 si sfiorava o superava di poco quota 500 con partorienti che provenivano da altre città, grazie al buon nome che il reparto di ostetricia spoletino si era fatto nel tempo. Non sempre. Negli anni ’90 il Punto nascite scelto dalle future mamme, anche spoletine, era Assisi. Poi c’è stato il “momento” di Foligno e dovrebbero ben saperlo anche Fabiani e Magrini visto che tra i rappresentanti delle associazioni che oggi invocano la protesta di piazza, quelli che sventolano al loro fianco i manifesti, c’è chi ha accompagnato (giustamente, essendo libera scelta) la propria moglie a partorire nella Città della Quintana con il Punto nascite di Spoleto aperto e in gran spolvero!
Una precisazione: questi dati sembrano non in linea con quanto comunicato ufficialmente dalla USL (213 nati nel 2021 e 203 nel 2022): in realtà i nostri tengono conto di quei comuni della Valnerina viciniori a Terni d a far ipotizzare difficile il ricorso al nosocomio di Spoleto. Siamo noi ad essere stati di manica larga per dimostrare che anche in tal caso la fatidica quota 500 è una distanza a dir poco siderale.
Il post su Fb conclude con l’avvertimento alla Tesei, e indirettamente a queste colonne, che “questo è solo l’inizio, statene certi torneremo a bussare più forte alle vostre porte”. Non si affannino troppo a batter forte, che a una certa età può far male alla salute, di solito apriamo sempre la porta della redazione a chi bussa con rispetto.
E arriviamo al secondo assalto alla diligenza, questa volta per un articolo a firma di Ceraso bollato di nuovo “contro tutta la città di Spoleto”. Cirifischia. Anche in questo caso non si capisce i due settantenni (o giù di lì) cosa abbiano letto e compreso. Li invitiamo ad una nuova lettura; se lo preferiscono, siamo pronti a mandar loro un podcast. Per rendere chiaro il tenore al vetriolo del post basti la chiosa: “quello che rende poi palese lo schierarsi con le politiche sanitarie regionali è l’alterare sempre i numeri della realtà, in questo caso dei partecipanti alla manifestazione del 25 agosto, 50 racconta Ceraso! In realtà 172 contati uno per uno”. Confermiamo la “cinquantina di partecipanti”, abbastanza in linea con quanto riportato da un altro quotidiano (“una settantina”). Chissà cosa devono aver contato i due: magari i cittadini in fila al Cup e bar, o forse infermieri e medici in transito. Peraltro le foto dei quotidiani e i video dei Tg lasciano ben poco spazio anche alla più fervida fantasia. Ma, contenti loro, possono anche scrivere di essere stati mezzo milione. Di cittadini extra partiti, movimenti e associazioni ce ne erano da contare quanto le dita di qualche mano.
Stiano dunque sereni Fabiani, Magrini & Co., continueremo a riportare i fatti e i comportamenti meritevoli della attenzione pubblica, in difesa di qualunque territorio dell’Umbria. E se anche la memoria li difetta, basta cercare in rete per avere conferma che non abbiamo mai fatto sconti a nessuno, neanche negli ultimi articoli, neanche in piena pandemia. Specie sull’ospedale di Spoleto.
Che abbiamo seguito con la stessa onestà intellettuale come ogni altra notizia di interesse pubblico: anche quelle per le quali, quando serviva a lor signori, venivamo svegliati di mattina presto. Abbiamo denunciato scandali che Casa Rossa (e Usb) si sono ben guardati anche solo dal menzionare, pur essendoci di mezzo la sicurezza di posti di lavoro e della stessa economia cittadina e umbra. Forse perché quando c’era bisogno di prendere qualche soldo di sponsorizzazione per le loro feste politiche, si poteva chiederli a chiunque? Già, pecunia non olet.
Capiamo ma non giustifichiamo la necessità di trovare per forza il nemico pur di dimostrare di essere ancora giovani, belli e “lottatori”. Se proprio non resistono guardino altrove o si facciano aiutare da un buon oculista. Un nemico al giorno toglie la democrazia di torno? Forse, di certo non lo cerchino qui.
(Carlo Ceraso e Sara Cipriani)
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