Ospedale, “rapina” o riorganizzazione? Il punto, reparto per reparto - Tuttoggi.info

Ospedale, “rapina” o riorganizzazione? Il punto, reparto per reparto

Carlo Ceraso

Ospedale, “rapina” o riorganizzazione? Il punto, reparto per reparto

Lun, 28/08/2023 - 18:03

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Ospedale, “rapina” o riorganizzazione? Il punto, reparto per reparto. Punto nascite: Foligno rischia di chiudere il 2023 sotto quota 900

“Rapina” o riorganizzazione dell’ospedale? Sono le due tesi, a dir poco antitetiche, che da 72 ore si prova a veicolare a Spoleto sullo stato attuale (e il futuro) dell’ospedale di Spoleto con uno scontro senza precedenti tra il Comune da una parte, e la Usl2 dell’Umbria dall’altra.Tanto che la scorsa settimana l’USL2 per tre volte in due giorni ha smentito comunicati istituzionali, politici e parapolitici. E già qui si potrebbe insinuare il dubbio se è lecito distrarre l’istituzione sanitaria dai suoi compiti con news che si rivelano a volte pretesti se non fake news.

La dialettica rimane e sarà sempre una delle arti più nobili, già dai tempi di Parmenide (più o meno 2.500 anni fa), purché le parti restino leali e capaci di suffragare i propri teoremi o accuse. Il sospetto che il tema “ospedale” sia una delle (poche) armi da lucidare in vista delle prossime tornate elettorali è più forte di quello che si voglia pensare concretamente e razionalmente alla salvaguardia del nosocomio, che, ahinoi, più di rimanere DEA di 1° livello non potrà più essere.

Un tema “antico” almeno quanto gli ultimi 40 anni della Repubblica Italiana su cui nessun partito, né movimento può definirsi esente da colpe (neanche Fd’I ormai da 10 mesi al governo). Da quando più o meno si è voluta aziendalizzare la salute pubblica – chi scrive sogna ancora una sanità senza dover ricorrere al volontariato – e quindi far di conto persino su un metro di garza. Ma torniamo a queste ultime ore e al grido, stile Munch, del “primo cittadino con l’amministrazione comunale” che venerdì 25 scorso ha chiamato a raccolta truppe e cittadinanza per protestare davanti all’Ospedale (annunciando contemporaneamente un bis per il prossimo 23 settembre).

Una 50na in tutto i manifestanti, inclusi rappresentanti di giunta e maggioranza con in testa l’europarlamentare Laureti e il regionale pentastellato De Luca, minoranza comunale (Bececco per Forza Italia, Cintioli-Piccioni per Insieme), associazioni come il City Forum di Leonello Spitella, i pensionati di Cgil e Uil con l’Usb, ma anche qualche esponente della vecchia amministrazione sfiduciata targata De Augustinis. Tanto che alla fine non è chiaro quanti cittadini abbiano aderito alla iniziativa. Tutti però accomunati dal timore della “rapina” in atto.

Rapina o riorganizzazione?

Smontano l’ospedale di Spoleto approfittando delle ferie di agosto; e stavolta è veramente così, non è una sensazione….un atto irresponsabile fatto con modalità da rapina” ha tuonato Andrea Sisti all’indirizzo della azienda sanitaria evidenziando di non essere stato né informato né convocato. Parole che, ad ascoltarle, sarebbero sufficienti per imboccare più la strada della Procura che per inscenare una tiepida protesta in loco (e perché non presso la direzione generale sanitaria di Foligno?). Frasi ancor più ruvide, ad usare un eufemismo, che non hanno tenuto conto delle smentite ufficiali della Usl.

Così quando la delegazione è salita al terzo piano di ginecologia e ostetricia, quello della presunta “rapina in corso”, al fin troppo indulgenti neodirettore sanitario della Usl, il dottor Nando Scarpelli, con la collega del distretto di Foligno-Spoleto Orietta Rossi, non è rimasto altro che riconfermare quanto aveva già messo nero su bianco il commissario straordinario Massimo De Fino. Ovvero che attrezzature e macchinari incellofanati (almeno per ginecologia) non erano destinati al nosocomio folignate ma ad essere spostati al primo piano di quello di Spoleto. Tanto che sugli scatoloni, che a detta dei ben informati sarebbero partiti di lì a minuti (sigh), non c’era neanche indicato l’ente destinatario, né un indirizzo.

Insomma una riorganizzazione interna di cui non c’era bisogno, né previsione normativa, di informare il sindaco. Discorso diverso per il punto nascita, rimasta ormai l’unica arma (spuntata) su cui continuare a battere – inutilmente e senza iniziative di spessore della politica – tanto per rendere le temperature più calde (fortuna Poppea).

Rapina o non rapina, riorganizzazione o non riorganizzazione, proviamo ad attenerci ai fatti e vediamo lo stato dell’arte, reparto per reparto, su come sta proseguendo il piano promesso dalla governatrice Donatella Tesei di fare di Spoleto un ospedale alla pari con quello di Foligno. Sempre in attesa del disco verde ministeriale per il Terzo Polo e con tutti i ritardi, a volte ingiustificati, legati a bandi di concorso (come per i cardiologi) e appalti (es. l’acceleratore lineare per la radioterapia).

ORTOPEDIA

Al terzo piano del San Matteo degli infermi, oggi ginecologia-“ostetricia”, si trasferirà (dal piano terra) il reparto di ortopedia chiamato a recuperare anche le attività protesiche che stanno registrando una pesante emigrazione verso altri ospedali. 18 i posti letto. Uno sviluppo importante anche per abbattere le liste di attesa che la Usl giura di raggiungere grazie anche all’accordo con gli anestesisti di Foligno che daranno il loro contributo a sostegno dei colleghi di Spoleto.

GINECOLOGIA

Dal terzo piano sarà trasferita dal terzo al piano terra, usufruirà delle 4 sale operatorie destinate alla chirurgia e potenzierà i posti letto da 10 a 16.

CHIRURGIA

Anche per questa branca è previsto un aumento delle attività, portando qui la chirurgia testa-collo (si inizierà con gli interventi che interessano la tiroide per valutare eventuali sviluppi)

PEDIATRIA

Fermo restando le attività ambulatoriali (8-20), in attesa del bando per l’assunzione di 4 pediatri, la direzione sanitaria ha individuato lo spazio per 4 posti letto per la degenza OBI (osservazione breve intensiva) che saranno posizionati nell’area del Pronto soccorso. Un modo per dotare l’ospedale, che non registra più molti accessi di piccoli pazienti, di una sorta di reparto pediatrico.

PRONTO SOCCORSO

Il progetto, già definito, deve solo essere attuato: la struttura vedrà la realizzazione di 4 posti letto per la medicina d’urgenza.

CARDIOLOGIA

Finalmente il bando di concorso a tempo indeterminato (fallito quello a tempo determinato…è qui che politica e istituzioni devono saper sorvegliare e farsi sentire) ha dato i suoi frutti con oltre 20 candidature che, al netto dei tempi per gli specializzandi, dovrebbero prendere servizio il prima possibile. Con la promessa del sindaco – tutta da verificare, anche sotto il profilo della spesa – di mettere a disposizione dei 4 vincitori altrettanti appartamenti che si starebbero ricercando tra il proprio patrimonio immobiliare.

PUNTO NASCITA / OSTETRICIA

E si arriva al tasto semi-dolente, il Punto nascita che ogni comune vorrebbe ma che la legge, da anni, ha previsto di mantenere con almeno 1.000 nascite l’anno, numero che grazie ad una deroga è stato abbassato a 500. Tanto che anche Foligno, inglobato il servizio spoletino dall’emergenza covid, riesce a stento a rispettare la prima previsione normativa (il 2023 rischia di chiudersi con appena 900 nascite nella città della Quintana).

Pensare che Spoleto possa quindi superare quota 500 appare arduo, perché c’è sempre da far di conto con la denatalità su cui nessun amministratore riesce a cambiare la tendenza (e questo è il vero fallimento della politica) a cominciare dalle politiche di sviluppo e di occupazione.

Svanito il sogno di Brunini che prometteva di superare quota 40mila abitanti, sfiorata sotto la successiva amministrazione Benedetti (39.574 nel 2010), la città del Festival si è via via spopolata fino a toccare quota 36.467 (31 dicembre 2021): meno 3.107 abitanti nell’ultimo decennio, addirittura 1.451 rispetto agli ultimi venti anni (37.918 nel 2001).

Alla Usl2 Umbria, stante le cose, si è pensato di impacchettare la vasca per il parto in acqua e lo speciale letto attrezzato della sala parto per trasferirli a Foligno. Il sindaco ha verbalmente diffidato l’azienda al trasferimento. Sfugge il motivo, non fosse che da tre anni queste due attrezzature hanno preso solo polvere e, prima che vengano a marcire, potrebbero ben essere utilizzate da tutte le partorienti.

E non si invochi ancora il “tormento” sentimentale di non poter vedere più registrati all’anagrafe spoletina i propri figli. Negli anni passati si poteva nascere in ogni ospedale (oltre che a casa); l’Umbria ne contava una ventina ma nessuno ha mai pensato ai neonati degli altri 72 comuni (diconsi settantadue) costretti, tapini, a nascere in città viciniore. Figli di un dio minore?

Piuttosto la politica – europarlamentare, parlamentare, regionale, etc di ogni partito e movimento –, se tanto ha a cuore tale tematica, proponga un disegno di legge lasciando ai genitori di poter scegliere la città di nascita laddove il Punto nascite ingloba più Municipi. Con buona pace per le donne che si ritroveranno a mettere al mondo il proprio figlio/a durante un volo aereo o in vacanza, etc.

Perché, ad esempio, sistemata cardiologia h24 non battersi per prevedere anche a Spoleto interventi come l’angioplastica senza dover incrociare le dita prima che per un infarto si debba raggiungere Foligno o Terni?

Ancor meglio lor signori avrebbero potuto e potrebbero decidere un sano taglio al superfluo, emolumenti e indennità inclusi, un efficace controllo sugli appalti, una radicale lotta alla corruzione (237 miliardi stimati nel 2022) e al sommerso (157 miliardi): altro che sanità senza bisogno dei volontari.

© Riproduzione riservata

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