Per il rogo nell'area Biondi Recuperi di Ponte San Giovanni, tre associazioni annunciano che daranno battaglia
Comitati all’attacco sulla scelta del Comune di Perugia di non costituirsi parte civile nel processo che vede imputata l’azienda Biondi Recuperi per l’incendio dell’area di Ponte San Giovanni.
“Avevamo confidato in una sensibilità diversa, Signor Sindaco, invece ci siamo sbagliati. La città,
che ha dovuto difendersi dal fumo degli incendi sospendendo anche il consumo dei prodotti del
proprio orto in più di una occasione per lo stesso motivo, non si costituirà parte civile nel processo a
carico di Biondi Recuperi”. Così scrivono, in una lettera aperta al sindaco Romizi, il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero aps, il Comitato Molini di Fortebraccio e Cittadinanzattiva Umbria aps.
Le tre associazioni ritengono sia “un dovere morale” assumersi certe responsabilità e magari
far pagare il danno una volta accertati gli addebiti, secondo il principio del “chi sbaglia paga”.
“Aumenterebbe anche il senso civico dei cittadini – è il giudizio delle tre associazioni – e rafforzerebbe la fiducia nell’amministrazione se questa dimostrasse il rigore necessario in questi casi e se facesse valere il diritto di tutti a vivere in un territorio non inquinato”.
Di fronte al mancato intervento al processo da parte del Comune di Perugia (a differenza di quanto avvenuto per il processo denominato “Spazzatura d’oro Connection), il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero aps, il Comitato Molini di Fortebraccio e Cittadinanzattiva Umbria aps, ammesse come parte civile, annunciano che daranno battaglia.