Consulenti tecnici dovranno valutare eventuali condotte negligenti "che abbiano determinato o contribuito a determinare il decesso e che abbiano di conseguenza rilevanza penale".
Due esperti dovranno chiarire le circostanze e le cause della morte del 70enne di Cascia deceduto all’ospedale di Spoleto a febbraio scorso per un presunto infarto. Il procuratore facente funzione Vincenzo Ferrigno, infatti, ha nominato due consulenti tecnici – un medico legale ed un cardiologo – “al fine di valutare l’esistenza di condotte negligenti che abbiano determinato o contribuito a determinare il decesso e che abbiano di conseguenza rilevanza penale”.
La vicenda è quella relativa a quanto accaduto tra il 23 e il 24 febbraio scorso al San Matteo degli Infermi, quando un 70enne di Cascia era stato portato al pronto soccorso per un “dolore toracico”. L’uomo, che aveva alcuni problemi di salute, era stato sotto il controllo del cardiologo di turno fino a tarda sera e – secondo quanto ricostruito anche dall’Usl – erano state escluse problematiche cardiache. Nella notte – quando l’ospedale di Spoleto è senza cardiologo – erano però sorte delle complicanze tanto che il personale aveva chiesto supporto ad altre strutture ospedaliere valutando anche la possibilità di un trasferimento del paziente, mai avvenuto. La mattina dopo il 70enne era purtroppo deceduto. Soltanto qualche giorno dopo, successivamente ai funerali, la vicenda era venuta alla luce ed era finita sotto la lente prima della politica regionale e poi della magistratura, anche a seguito dell’esposto dei fratelli del casciano. Nel mirino, appunto, l’assenza del servizio cardiologico h24 al San Matteo degli Infermi nonostante sia ufficialmente un ospedale Dea di primo livello.
La Procura della Repubblica di Spoleto, dunque, a inizio marzo aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo, contro ignoti. Per valutare appunto con esattezza le cause del decesso del 70enne e se possano esserci state negligenze. Indagini delegate ai carabinieri del Nas di Perugia che hanno acquisito la cartella clinica dell’uomo e “altra documentazione presso la Regione Umbria e presso l’Usl Umbria 2“, tra cui le risultanze dell’inchiesta interna avviata dall’azienda sanitaria locale. I militari del Nucleo antisofisticazione e sanità in questi mesi hanno anche ascoltato persone informate sui fatti. Ora la nomina di due consulenti tecnici da parte del pm per capire se vi siano state o meno condotte di rilevanza penale in merito alla morte dell’uomo.