Dal presidente degli industriali umbri appello agli europarlamentari: impatto insignificante sull'ambiente e devastante sull'economia
Anche gli industriali umbri evidenziano i rischi della scelta dell’Unione europea di porre lo stop alla circolazione delle auto a combustione (alimentate a benzina e diesel) entro il 2035.
“Vorremmo che fosse il principio di neutralità tecnologica a guidare l’Unione europea nella transizione tecnologica verso la decarbonizzazione”, commenta il presidente di Confindustria Umbria, Vincenzo Briziarelli. Che prendendo atto dello slittamento del voto in Ue sulla ratifica del regolamento sullo stop ai motori endotermici, sottolinea con forza come una scelta drastica come quella dell’Europa sul motore elettrico possa determinare lo smantellamento di un settore industriale tra i più strategici. La decisione, infatti, di abbandonare il motore tradizionale in così breve tempo a favore del sistema a trazione puramente elettrica obbliga tutti gli Stati europei, e le rispettive imprese, a mettere in secondo piano i progressi già in corso nel campo dei biocarburanti, dell’idrogeno e delle altre tecnologie sulle quali l’industria europea può combattere ad armi pari con i concorrenti asiatici. Lo stesso non sarebbe per il motore elettrico, sul quale altri stati extraeuropei sono molto più avanti.
“Auspichiamo, quindi – sottolinea il presidente di Confindustria Umbria – che il 7 marzo i parlamentari italiani che ci rappresentano in Europa superino le posizioni ideologiche e convergano in modo compatto su una posizione di difesa delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori del nostro paese che rischia una desertificazione industriale e occupazionale a unico vantaggio di economie extraeuropee”.
“Siamo convinti – spiega Briziarelli – che per contribuire alla riduzione delle emissioni, la mobilità futura dovrà basarsi sull’impiego di tante soluzioni diverse tra loro: elettrico, ibrido, idrogeno ma anche biometano e carburanti sintetici rinnovabili. Non è necessario, anzi è dannoso, che una sola tecnologia prevalga sulle altre. Senza dimenticare, inoltre, che le emissioni dei trasporti in Europa pesano per l’1% sul totale delle emissioni mondiali, un valore quasi insignificante a fronte di un impatto devastante sull’industria e sull’occupazione della filiera dell’auto”.