Dopo le critiche di Boccardo alla mancata riconferma di Legnini, non si fermano gli attacchi del centrodestra. A Trevi confronto con Sgarbi
Non si erano ancora posate le polveri della deflagrazione causata dalla sostituzione del commissario straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, che l’arcivescovo di Spoleto – Norcia Renato Boccardo, l’autore di uno sfogo pesantissimo all’indirizzo del Governo, si è trovato di fronte ad un personaggio non certo bonario e pacifico come Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e oggi nella veste di sottosegretario alla Cultura, con delega ai Musei. L’occasione era l’inaugurazione del Polo culturale di Trevi, un palcoscenico in pompa magna, con la presenza di gran parte dei sindaci della Valle Umbra e della presidente della Regione, Donatella Tesei.
Inevitabile, dunque, un cenno sul tema. “La mia lunga amicizia con Boccardo e i problemi che lui ha avuto con il Duomo – ha detto Sgarbi in una veste moderata ma più politica – mi fanno valutare il suo sfogo non opportuno, non tanto perché Legnini non fosse degno. La Meloni, nominando Castelli, vuole ricostruire i luoghi ed è inaccettabile che non sia stato fatto nulla di utile per dieci anni. Lo scopo di Castelli è sollecitare e potenziare l’opera di Legnini. Occorre ricostruire con celerità. L’idea di una persona nuova è fargli sentire l’urgenza, in nome di una visione politica. Conoscendo Castelli, so che farà di tutto perché i luoghi di Norcia risorgano“.
Boccardo sotto attacco dal centrodestra
Sgarbi e l’arcivescovo Boccardo avevano interloquito per cinque minuti, prima dell’inizio della cerimonia, in un conciliabolo riservatissimo, ma svolto sul tavolo della conferenza. Questo non ha impedito però all’arcivescovo di reagire, scuotendo la testa e scandendo “non ho detto questo”, alle parole del sottosegretario, in una scena molto simile al ‘che fai, mi cacci’, di finiana memoria. La presenza / convivenza di Sgarbi con Boccardo è proseguita senza grossi problemi a Trevi.
La stampa di centrodestra non ha gradito però l’attacco dell’arcivescovo sullo spoil system, tanto che nell’edizione di sabato il quotidiano la Verità è andata all’attacco a testa bassa: “Al vescovo in trincea per difenderlo, Legnini aveva appena dato altri 42 milioni“, sparando la foto di Boccardo in prima pagina, in riferimento ai finanziamenti per le chiese terremotate.
I fondi per la ricostruzione delle chiese del territorio
Nel mirino c’è l’ordinanza del 30 dicembre scorso con cui vengono ridefiniti gli importi per le chiese danneggiate, già stanziati per le precedenti ordinanze, oltre al finanziamento di nuovi interventi su edifici danneggiati e non ancora finanziati. Aumenti motivati dall’aumento dei costi e dagli ulteriori danni provocati dal passare del tempo e che hanno riguardato tutte le diocesi del cratere. Va ricordato che in alta Valnerina i luoghi di culto sono stati tutti danneggiati dal sisma del 2016, con danni rilevanti anche nel resto del territorio diocesano. E proprio Norcia, culla del monachesimo benedettino, è stata epicentro del terremoto più forte, quello del 30 ottobre di sei anni e mezzo fa.
Parlando di numeri e contesto, comunque, l’importo per le chiese dell’Arcidiocesi di Spoleto – Norcia revisionato rispetto alla precedente ordinanza del 2020 è pari a 80 milioni 925mila 200 euro, per 101 edifici. Tra questi ci sono luoghi come la chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia (4,6 milioni), Sant’Andrea sempre a Campi (4 milioni), Sant’Agostino di Norcia (4 milioni) ma anche la concattedrale di Santa Maria Argentea (6,5 milioni). I quasi 81 milioni per la diocesi spoletana – nursina sono circa il 14% dei fondi stanziati: quasi 560 milioni di euro in totale per 910 interventi. L’ordinanza di Legnini poi finanzia altri 341 interventi per un totale di oltre 194 milioni di euro, di cui nella Chiesa di Spoleto – Norcia 27, per circa 17,5 milioni di euro.
Il Pd di Spoleto a difesa dell’arcivescovo
Se monsignor Boccardo ha già interloquito con il neo commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli (che martedì presenzierà alla conferenza stampa del suo predecessore Giovanni Legnini), a prendere le sue difese arriva comunque il Partito democratico di Spoleto. Attaccando duramente il senatore cittadino di FdI Franco Zaffini.
“Un senatore della Repubblica con ruoli di spicco all’interno della maggioranza di governo, anziché tranquillizzare sulla bontà della scelta di cambiare il commissario per la ricostruzione dal terremoto del 2016, che fa? Insulta un vescovo, monsignor Renato Boccardo, presidente della Cei umbra, preoccupato che l’avvicendamento produrrà ritardi nella ricostruzione. Il senatore, in sostanza, esorta il presule ad occuparsi delle anime e non delle cose terrene. Come se la ricostruzione della basilica di San Benedetto o di sant’Eutizio e di tutti i luoghi sacri distrutti o lesionati dal terremoto o il destino di intere comunità non fossero affar suo. Una brutta pagina che si pensava fosse finita con una prova muscolare fine a se stessa. Invece due giorni dopo un sottosegretario, in occasione di un evento culturale a Trevi, si è rivolto allo stesso vescovo Boccardo, che si trovava nella stessa sala, con analoghe offensive espressioni dando il segnale chiaro di come la destra interpreti la democrazia. Il Partito Democratico di Spoleto non entra nel merito della scelta di cambiare il commissario, sebbene averlo fatto in piena ricostruzione desti perplessità perché comporterà inevitabili rallentamenti nel completamento di opere pubbliche e di civili abitazioni, stigmatizza però i toni e i contenuti delle affermazioni del senatore e del sottosegretario che nulla hanno a che vedere con la cultura della nostra città dove i valori di civiltà, tolleranza e dialogo hanno sempre convissuto anche tra appartenenze politiche diverse e distanti. L’attacco diretto e con motivazioni che non stanno in piedi ottiene il risultato di dar conto di “una politica scellerata e di basso livello”, confermando, di fatto, le affermazioni del vescovo“.
[Alessandro Orfei e Sara Fratepietro]