Investimento da 8 milioni per il ramo uova tra asta e gestione e rimane il nodo dei debiti delle Fattorie Novelli. Mistero sugli investitori, per lo più umbri dell'alimentare
Il ramo uova dell’ex Gruppo Novelli (Alimentitaliani e le aziende agricole Fattorie Novelli e Bioagricola) comprato ufficialmente all’asta da una piccolissima società di Gubbio, la “Società Agricola Tartufi e Funghi” guidata dal 31enne Gianluca Fondacci, per un importo di 5,5 milioni di euro.
Ma dietro l’acquisizione del pacchetto di aziende – a 10 anni dall’inizio della crisi che ha portato al fallimento ed allo smembramento del gruppo agroalimentare umbro con sedi tra Spoleto, Terni e Amelia – c’è una lunga e complessa operazione avviata da qualche mese che ha visto in campo varie forze. Un risultato che però sarebbe finalizzato a far gestire, a breve, le aziende a chi le ha più a cuore: i lavoratori costituiti in due diverse cooperative.
Acquisizione ramo uova Novelli, i retroscena
La notizia dell’acquisizione del ramo uova alla quarta asta indetta congiuntamente dal tribunale di Terni e da quello di Castrovillari (che seguono congiuntamente la procedura fallimentare di Gruppo Novelli e Alimentitaliani) è arrivata a sorpresa nella tarda serata di mercoledì. Nemmeno i sindacati pare ne sapessero nulla: si confidava nella prossima procedura fissata già per il 25 ottobre.
La cooperativa dei lavoratori costituita circa 6 mesi fa non avrebbe potuto partecipare a questa gara (anche se erano al vaglio cavilli burocratici per poter far valere la prelazione), in quanto le aziende partecipanti avrebbero dovuto essere costituite da almeno 3 anni. Il timore era che all’asta del 21 settembre facesse un’offerta Eurovo, tra le aziende leader del settore a livello nazionale, presumibilmente però più interessata al marchio Ovito che ai lavoratori ed alle società ex Novelli in sé. Così invece non è stato e di offerta ce n’è stata una sola. L’unico a parlare nell’immediatezza dell’asta, senza svelare molto, era stato l’avvocato Andrea Migliarini, il legale che ha seguito l’acquisizione “per conto di un’azienda umbra con un progetto industriale serio” aveva spiegato.
Per tutta la giornata di giovedì, poi, si sono susseguite voci e smentite. Fino a che il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, in consiglio comunale ha annunciato nel pomeriggio che ad aggiudicarsi all’asta il ramo uova Novelli era stata – testuali parole – la cooperativa dei lavoratori. Venendo subito ripreso da alcuni consiglieri di opposizione. Perché, effettivamente, nell’acquisizione la società creata dai dipendenti non compare minimamente. Ma, nel piano studiato nel dettaglio grazie all’impegno di molti professionisti ed all’apporto di capitale di una cordata di imprenditori su cui rimane il massimo riserbo, c’è tra le ipotesi di passare a loro la gestione.
Ramo uova acquisito da cordata di imprenditori, la faccia ce la mette un 31enne
Lo ha confermato l’avvocato Migliarini, che però ha ribadito più volte come si tratti soltanto di una ipotesi da valutare e che il percorso sul futuro dei dipendenti verrà fatto insieme ai sindacati una volta fatta l’aggiudicazione definitiva dell’asta da parte del tribunale.
Lo stesso Migliarini ha svelato – ma non troppo – alcuni dettagli dell’operazione andata in porto durante una conferenza stampa venerdì mattina, alla presenza anche del primo cittadino di Spoleto, che ha salutato con soddisfazione il previsto rilancio dell’ex Gruppo Novelli. Accanto a Migliarini ed alla dottoressa Susanna Bugiardi, altra consulente dell’operazione, l’amministratore della Società Agricola Tartufi e Funghi di Gubbio, Gianluca Fondacci. Un 31enne che ha alle spalle in realtà una cordata di imprenditori che rimane al momento sconosciuta: sarà resa nota soltanto dopo l’aggiudicazione definitiva che si conta possa avvenire entro un mese per permettere la partecipazione ai bandi del Pnrr che scadono a fine ottobre. Si tratta comunque di imprenditori per lo più umbri, ma non solo, del settore alimentare. L’avvocato Migliarini ha escluso la presenza di fondi alle spalle dell’operazione, pur confermando che contatti con alcuni di essi ci sono stati, non smentendo invece che potrebbero essere interessati partner finanziari.
La delicata situazione debitoria delle Fattorie, al momento investimento da almeno 8 milioni
“Con imprenditori sono state condivise tutta una serie di problematiche, comprese quelle delle Fattorie Novelli”. Società che ha una complessa situazione debitoria alle spalle di cui si è occupato finora il curatore, l’avvocato Maurizio Salari. Una situazione che, secondo il procuratore legale, cercherà di tutelare il più possibile anche i creditori, ricordando che tra loro non ci sono solo banche ed aziende più solide ma anche piccoli fornitori.
Sul “piatto”, per il momento, ci sono almeno 8 milioni di euro. Oltre ai 5,5 milioni necessari all’acquisto si è stimato che serviranno da subito almeno tra i 2,5 e i 3 milioni di euro per la gestione corrente dell’attività. L’obiettivo è di versare il saldo dell’asta giudiziaria a strettissimo giro (molto prima del termine previsto dei 120 giorni), così da arrivare presto all’aggiudicazione definitiva e poter “riaccendere i motori della macchina”.
La volontà – ha spiegato Migliarini – è di riattivare l’attività del ramo uova a pieno regime e raddoppiare il fatturato nel giro di pochi anni. Ovviamente c’è bisogno anche di fare investimenti e per questo si punta anche ai bandi del Pnrr area sisma, che però scadono a strettissimo giro. E legati all’aggiudicazione definitiva, come detto, ci sono molti altri nodi: l’uscita allo scoperto della cordata di imprenditori esistente dietro all’operazione; la presentazione del piano industriale; le trattative con i sindacati e soprattutto le modalità con cui verranno coinvolti i lavoratori.