Finora calcolata una media stagionale di 6mila capi abbattuti, il limite fissato di 3mila troppo basso per il numero dei cacciatori
Caos tesserini e carniere scarno, per ora niente caccia alla tortora. L’assessore regionale alla Caccia Roberto Morroni, rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri della Lega Mancini e Puletti, ha spiegato i motivi per cui la Regione Umbria non intende inserire la tortora in preapertura, né per il momento prevedere deroghe. Salta dunque per ora l’addendum al Calendario venatorio dell’Umbria.
Morroni ha spiegato che l’approvazione del Piano nazionale sulla specie tortora, approvato a marzo, non ha consentito di avere ancora a disposizione i tesserini elettronici con cui garantire il conteggio in tempo reale del carniere. Che del resto, in attesa di conoscere i dati relativi alle annualità 2018 e 2019, risulta per gli anni precedenti in media stagionale di 6mila capi. La metà del prelievo consentito, dunque, in Umbria dovrebbe essere di circa 3mila capi. “Limite che in preapertura si raggiungerebbe in sole 2 ore” ha detto Morroni. Ritenendo anche ingiustificata l’eventuale scelta di consentire a soli 3mila cacciatori di poter abbattere una tortora a testa.
Morroni ha rilevato che il numero così esiguo del carniere è dovuto alle mancate registrazioni dei capi abbattuti ed all’alta percentuale (stimata tra il 40 e il 60%) dei tesserini venatori non riconsegnati.
Una risposta che però non soddisfa la Lega. Mancini, nella sua replica, ha invitato chi ha ruolo amministrativi a fare la propria parte nel ritiro dei tesserini.
Ma in generale, il consigliere leghista ha evidenziato come, tra norme sempre più limitanti e costi elevati, si finisca per scoraggiare un numero sempre più alto di cacciatori in Umbria, rischiando così di far venire meno, oltre che una passione che in questa terra vanta consolidate tradizioni, un importante elemento di controllo del territorio.