Celebrato il Mercoledì delle Ceneri con la preghiera per la pace in Ucraina nelle chiese della diocesi e nella cattedrale di Terni
Celebrato il Mercoledì delle Ceneri con la preghiera per la pace nelle chiese della diocesi e nella Cattedrale di Terni, dove il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la preghiera del rosario e la celebrazione eucaristica alla presenza di molti fedeli, del sindaco di Terni Leonardo Latini e dell’assessore al welfare Cristiano Ceccotti.
Il vescovo ha esortato i presenti a dedicarsi intensamente alla preghiera, al digiuno, alle opere di misericordia ed essere costruttori di pace.
«Non stanchiamoci di fare il bene – ha detto il vescovo – anche per quello che riguarda la pace: se vuoi la pace devi coltivare la pace, non ti devi stancare di vivere in pace. Di fronte alle preoccupazioni, allo scoraggiamento, alla tentazione di chiudersi nell’egoismo, individualismo e nell’indifferenza verso le sofferenze altrui, la quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e speranza nel Signore, perchè solo così possiamo continuare a fare il bene, anche davanti alla guerra. Non stanchiamoci di pregare, nessuno si salva da solo, perché tutti siamo nella stessa barca nelle tempeste della storia, e soprattutto nessuno si salva senza Dio. Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita, iniziando dall’essere artigiani di pace, iniziando dai piccoli gesti, dalle nostre famiglie, soltanto così potremmo essere costruttori di pace. Avere la capacità di operare per il bene è una donazione totale, non è semplice certo, ma è questa la via della pace».
Sulla situazione in Ucraina ha poi aggiunto come «le ingiustizie e le diseguaglianze si riversano a danno dei più poveri e, quando la pace non è perseguita con tutti i mezzi, le conseguenze nefaste si riversano a svantaggio dell’intera umanità. In questi giorni drammatici l’apprensione per la guerra ci tocca da vicino. Sembra che la nostra storia attuale sia ripiombata ad ottanta anni fa. Dove è andata a finire la pace che accompagna il progresso? La nostra Europa, dopo anni di relativa pace, potrebbe ripiombare in una guerra inutile solo per la ostinazione di capi di governo ai quali non interessa la pace e il bene dei popoli. Tutti noi, in questo giorno particolare di inizio quaresima, chiediamo e imploriamo la pace. La pace è dono di Dio, ma anche impegno condiviso, che investe tutta la dimensione umana, totalmente senza riserve. Questo impegno condiviso deve coincidere con il dono della pace che Dio ha fatto all’umanità, altrimenti si innestano interessi di parte, divisioni, che non possono essere condivisibili con il dono della pace. Non barattiamo con niente il bene che abbiamo ricevuto da Dio. Teniamo accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca la pace».
Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge della cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all’impegno penitenziale della Quaresima, come tempo forte in cui rigenerarsi nella fede e per vivere pienamente il sacramento della riconciliazione.