Serata di preghiera nella Cattedrale per dire "Sì alla pace e no alla guerra", torre civica illuminata di giallo e blu | "Città di Castello farà la sua parte"
“Ci stiamo muovendo con Diocesi, Caritas e realtà del volontariato tifernate per farci trovare pronti ad accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina che dovessero arrivare a Città di Castello attraverso la Prefettura di Perugia”.
A dichiararlo è il sindaco Luca Secondi insieme all’assessore alle Politiche Sociali Benedetta Calagreti, al termine dell’incontro di stamattina (2 marzo) con il direttore della Caritas Gaetano Zucchini, nella quale è stata condotta una prima ricognizione della situazione. “Abbiamo valutato eventuali soluzioni abitative che ci permettano di affrontare la possibile emergenza che potrebbe determinarsi per l’afflusso di tante persone che stanno scappando dalla guerra e stanno già raggiungendo anche l’Umbria”.
“Il dramma che sta vivendo la popolazione ucraina sconvolta dalla guerra tocca nel profondo ognuno di noi e faremo la nostra parte come governo cittadino per essere all’altezza dello spirito di accoglienza che ha sempre caratterizzato la comunità tifernate, anche al cospetto di questa nuova terribile pagina di storia”, affermano Secondi e Calagreti, segnalando “la mobilitazione spontanea di alcune famiglie della città che hanno già offerto la propria disponibilità a ospitare i profughi ucraini”.
“Una generosità per il prossimo che ci fa sentire orgogliosi di appartenere ad una comunità solidale e sensibile, che non esita mai tendere la propria mano per aiutare chi soffre”, aggiungono sindaco e assessore, evidenziando come “questa potente energia si sia sentita anche ieri sera (1 marzo), in occasione della preghiera per il popolo dell’Ucraina”. Una serata dal forte impatto emotivo, con la torre civica illuminata di giallo e blu, da una parte, e, dall’altra, la cattedrale con la scritta “No alla guerra, sì alla pace”. In mezzo, in una piazza Gabriotti silenziosa, tanti tifernati delle aggregazioni laicali cittadine che si sono uniti agli immigrati della repubblica ex sovietica.
La preghiera nella cripta del duomo, promossa dalla Diocesi, è stata seguita da una fiaccolata che ha attraversato il centro storico fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, dove il vescovo monsignor Domenico Cancian, l’assistente spirituale della Chiesa ortodossa romena padre Mihai Bogdan Agherasimoaia e il sindaco Secondi, insieme a molte istituzioni hanno invocato l’intercessione della Vergine Maria per la fine della guerra, rinnovando una storica tradizione religiosa tornata d’attualità con la pandemia.
La veglia nella cattedrale, vissuta all’insegna dell’incontro tra le comunità cristiana cattolica e cristiana ortodossa, con le letture e i canti espressione dei rispettivi rituali, e la processione, scandita dalla riflessione e dal raccoglimento, hanno dato il senso forte della vicinanza a coloro che soffrono a distanza di centinaia di chilometri e dell’indignazione per il conflitto che ha sconvolto l’Europa.