Dopo il pensionamento dei 2 medici storici (a luglio 2021) non si è ancora trovata una soluzione, sindaco "Spesso dottori hanno rifiutato presa in carico pazienti proprio perchè questi sono residenti nel nostro Comune" | Le (poche) novità ad oggi
Dopo il pensionamento dei due medici storici di medicina generale avvenuto lo scorso luglio, il Comune di Monte Santa Maria Tiberina, 7 mesi dopo, è ancora alla ricerca disperata di un dottore di base.
Per il piccolo borgo e le sue frazioni (poco più di 1100 abitanti), soprattutto in periodo di pandemia, si tratta di un servizio fondamentale ed essenziale, tanto che molti residenti sono stati costretti ad affidarsi a medici disponibili tra Città di Castello e San Giustino, a chilometri e chilometri di distanza da casa. Per cercare di riaccendere i riflettori su questa paradossale situazione nei giorni scorsi ha avuto luogo anche un Consiglio comunale monotematico, per cercare di trovare soluzioni concrete quanto prima.
Monte Santa Maria senza medici di base, cittadini costretti ad andare fuori Comune
Il sindaco “Per i medici lavorare a qui è un sacrificio troppo alto”
Oltre a parlare di “una difficoltà già annunciata da tempo ma di cui non si è mai preso atto e né mai adottato soluzioni”, il sindaco Letizia Michelini ha sottolineato di aver attivato (invano) tutti canali possibili per incentivare l’arrivo di medici nel territorio, mettendo anche a disposizione gratuitamente gli ambulatori comunali. Il primo cittadino ha denunciato addirittura situazioni in cui medici si sono rifiutati di prendere in carico i pazienti, solo perché questi venivano dalla ‘troppo lontana’ Monte Santa Maria Tiberina.
“Ci siamo scontrati con una realtà che non ci ha fatto piacere – ha aggiunto – abbiamo scoperto che venire nel nostro territorio per fare qualche ora di ambulatorio in realtà è un sacrificio troppo alto. Ci siamo sentiti rifiutati da questo punto di vista Non sono qui per criminalizzare nessuno ma c’è molto rammarico per aver compreso che non esistano strumenti per obbligare medici a venire a prestare servizio in un territorio come il nostro. Un cittadino del Monte non può essere considerato di serie B”.
Da luglio 2021…
Tra luglio e agosto 2021, con il pensionamento degli unici due medici di Monte Santa Maria Tiberina – che garantivano assistenza nel piccolo Comune ma avevano comunque l’ambulatorio principale a Città di Castello – la direzione del distretto sanitario aveva subito attivato procedure per garantire la sostituzione con un bando per le “zone carenti”, per un incarico provvisorio di medicina generale negli ambulatori monteschi. All’inizio si erano resi disponibili ad assumere l’incarico ben due dottori ma dopo poco avevano entrambi rinunciato: uno per motivi legati alla distanza, l’altro a causa dell’esiguo numero di assistiti rimasti (molti dei quali non avevano ancora fatto la scelta del nuovo medico).
…a oggi. Lo specializzando a Gioiello (da marzo)
Dopo due bandi andati a vuoto – “nessun medico ha scelto Monte Santa Maria” – attualmente è in corso di procedura una nuova pubblicazione rivolta a medici iscritti alla Scuola di formazione di medicina generale (c’è infatti la possibilità di ricorrere a dottori che non abbiano completato il corso specifico, i cosiddetti specializzandi).
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“Ad oggi uno di loro – ha spiegato il direttore del Distretto santiario Altotevere Usl Umbria 1 Daniela Felicioni – ha dato disponibilità a svolgere ore di attività presso l’ambulatorio di Gioiello e prenderà servizio come medico Aft (solo prestazione ambulatoriale) dal 7 marzo prossimo, per 4 ore a settimana“. Va detto però che finché questo non completerà il ciclo formativo non potrà avere più degli attuali 500 pazienti (gli assistiti monteschi, insomma, non potranno sceglierlo come proprio dottore). Nel contempo anche a Lippiano, dal gennaio 2022, il dott. Paladino ha iniziato a garantire ore di ambulatorio settimanale almeno ai suoi pazienti.
“Usl ha messo in campo tutto quanto possibile per poter sopperire a questa situazione. – ha aggiunto Felicioni – Per gli assistiti più fragili è troppo importante avere ambulatori secondari: per questi la strada tra Monte Santa Maria e Monte e Città di Castello è davvero una difficoltà notevole da dover affrontare. La situazione va rivalutata con una ricognizione a livello regionale, concordando con la medicina regionale e suoi rappresentanti una modalità di garanzia di alcune prestazioni di prossimità”
Le possibili soluzioni
“Questa situazione nasce dal fatto che non ci sono i medici! – ha dichiarato il Segretario Provinciale della Federazione FIMMG Umbria Leandro Pesca – Gli aspetti positivi da percorrere, al momento, sono la parziale ripresa dei medici dalle funzioni di Usca (assistenza Covid a domicilio) con l’evoluzione della endemia in atto, che ci permetterebbe di fare incarichi provvisori e destinare qualche dottore per delle ore a Monte Santa Maria. Potremo inoltre utilizzare strumenti come il riconoscimento della zona disagiata, con l’azienda sanitaria che a quel punto potrebbe dare un contributo in più ai medici che si offriranno di andare a lavorare in quest’area”.
“Per quanto riguarda i medici in fase di specializzazione, come nel caso sopracitato del Gioiello, – continua Pesca – abbiamo chiesto a livello regionale che il massimale di pazienti venga portato da 500 a 800 per il Monte: in questo modo si riprenderebbero pazienti già dispersi con altri medici distanti. Si potrebbe pensare di definire queste zone anche come 2^ o 3^ sede Aft, con un’apertura ambulatoriale di almeno due sedute a settimana. Va infine detto che qualunque soluzione si intenda intraprendere ci vuole pazienza: questi percorsi, infatti, richiedono tempo, in sanità ci sono percorsi estremamente complessi, a partire dal trovare normative giuste. Resta il fatto che i pazienti hanno diritto di essere assistiti”.