Dopo l'assemblea dei soci, il 16 novembre il confronto istituzionale con proprietà e sindacati | Il timore per ulteriori perdite di posti di lavoro
Crac Vetrya, il 16 novembre il tavolo regionale, cinque dopo l’Assemblea dei soci dell’azienda orvietana che ha annunciato la richiesta della procedura concorsuale. A portare il caso in Consiglio regionale, interrogando l’assessore Michele Fioroni, i consiglieri del Pd Fabio Paparelli, Tommaso Bori e Simona Meloni.
Vetrya, dal Cda ok
alla messa in liquidazione
Licenziamento per 35, ma altri posti a rischio
Paparelli ha evidenziato il rischio occupazionale, non soltanto per i 35 dipendenti per i quali è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo, ma anche per altri degli attuali 130 addetti. Lamentando il fatto che il tavolo regionale poteva essere attivo prima, già dalle avvisaglie della crisi, dopo i numeri drammatici evidenziati dalla relazione semestrale di luglio e dal calo di fatturato già precedente.
Dall’attivazione formale della procedura di licenziamento collettivo la Regione ha convocato il tavolo di confronto con proprietà e associazioni
sindacali per l’esame della situazione. Da quella riunione saranno poi attivati gli strumenti da mettere in campo per la tenuta occupazionale, anche attraverso gli ammortizzatori sociali o per la ricollocazione in altre aziende.
Le azioni in mano a Gepafin
Altro capitolo è quello relativo all’esposizione finanziaria della Regione, in particolare attraverso Gepafin. “Abbiamo provveduto a verificare la
posizione diretta ed indiretta della Regione sul capitale di Vetrya,
risultata – assicura Fioroni – estremamente marginale”. Gepafin infatti, sia direttamente, sia attraverso Ati Prima, ha mantenuto una quota marginale di azioni Vetrya. E sul fondo garantito dalla finanziaria regionale resta un rischio residuo di 78mila euro.
“Il fatto che Gepafin abbia tenuto qualche azione simbolica consente di poter partecipare al processo decisionale in itinere. In questo modo la Regione potrà monitorare la situazione”, la replica di Paparelli. Per il quale, comunque, la priorità al momento è rappresentata dalle conseguenze sociali legate alla tenuta occupazionale.