Accolta la sospensiva chiesta da Legambiente: no al recupero di animali feriti in aree protette nei giorni del silenzio venatorio, vietato il foraggiamento
Il Tar dell’Umbria boccia le norme che introducono anche il cinghiale nel regolamento della caccia di selezione. Una novità introdotta dalla Giunta regionale, su istanza delle associazioni degli agricoltori, per limitare il proliferare della specie e limitarne i danni. Ma che viene criticata anche dalle squadra dei cinghialisti, per i quali, di fatto, viene introdotta una nuova tipologia di caccia.
“Allarme cinghiale mai così alto”,
flash mob di Coldiretti
Ma soprattutto a criticare il nuovo regolamento sono gli ambientalisti. Con Legambiente che ha presentato ricorso al Tar. Contestando il foraggiamento per attrarre i cinghiali in alcuni punti, le modalità per il recupero dei capi feriti con l’utilizzo delle armi anche nei giorni di martedì e venerdì.
Atc 1 e 3, si muove la Regione:
epurazioni e diffide
Il Tar dell’Umbria, fissando l’udienza di merito all’8 febbraio 2022, accoglie la richiesta di sospensiva presentata da Legambiente attraverso l’istanza dell’avvocato Emma Contarini.
Le norme bocciate
Per il presidente del Tar, Raffaele Potenza, non appaiono infondati i possibili contrasti tra il regolamento e il conseguente disciplinare e la normativa nazionale. Ed ha concesso la sospensiva, visto anche l’avvio della caccia di selezione, delle norme contestate. Vietato dunque ai cacciatori recuperare i capi feriti (art. 6) in aree protette nei giorni del silenzio venatorio. Né utilizzare il cane all’interno di aree protette o al di fuori del distretto di gestione (art. 15).
Non è più consentito, inoltre, il foraggiamento dei cinghiali (art. 8) per attirarli nei punti di sparo.