La Guardia di finanza ha scoperto tra i percettori del sussidio pubblico anche condannati per reati di stampo mafioso e imprenditori evasori totali
Percepivano il reddito di cittadinanza perché ufficialmente nullatenenti e senza lavoro. Ma alcuni erano stati condannati per reati di stampo mafioso, altri avevano barche e quote in attività della ristorazione. Nel garage di un altro “bisognoso” la guardia di finanza ha trovato numerose auto d’epoca di ingente valore: Ferrari, Bentley, Lamborghini, Rolls-Royce, Cadillac Limousine, Maserati, Jaguar, Mercedes Benz, Pontiac. Auto custodite all’interno di un garage di Gubbio.
Casi clamorosi dalle indagini effettuate dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza.
Grazie a questa attività di analisi, effettuata tramite il ricorso alle peculiari tecniche investigative di polizia economico-finanziaria e ai necessari “incroci” delle banche dati a disposizione, le Fiamme Gialle, in costante sinergia e collaborazione con l’Inps, hanno potuto effettuare interventi mirati, finalizzati a reprimere le più eclatanti e dannose frodi in materia.
Anche condannati per mafia
Agli investigatori non è sfuggita l’indebita percezione da parte di nuclei familiari o soggetti a vario titolo “incompatibili” con la misura assistenziale: condannati per associazione per delinquere di stampo mafioso, imprenditori edili “evasori totali” e persone che già percepivano la cosiddetta “pensione di invalidità”.
Il proprietario di un ristorante con la barca
Addirittura, un soggetto richiedente faceva parte di un nucleo familiare proprietario di attività di ristorazione, quote societarie del valore di un milione di euro, un immobile e un’imbarcazione da diporto.
Vincitori di migliaia di euro al gioco
Sono stati, inoltre, individuati diversi soggetti (uno dei quali titolare di ben 45 “conti di gioco”) vincitori di migliaia di euro.
“Il Corpo della Guardia di Finanza – si legge in una nota delle Fiamme Gialle – presta particolare attenzione a tutti gli illeciti in materia di spesa pubblica (comunitaria, nazionale e locale), al fine di garantire la migliore efficienza possibile dei servizi pubblici e la repressione sistematica delle condotte criminali della specie, nell’ottica di poter meglio valorizzare quanto versato allo Stato dai contribuenti onesti”.
Relativamente al 2020 sono stati 79 coloro scoperti a percepire il reddito di cittadinanza pur non avendone titolo.