Primi quattro pazienti Covid, questa mattina (mercoledì) nell’ospedale civile da campo gestito dall’Azienda ospedaliera di Perugia. Tre sono erano già all’Obi (osservazione breve intensiva del pronto soccorso) in attesa di verificare l’evoluzione del quadro clinico e che potrebbero essere prossimi al ritorno a casa. E poi c’è un paziente che era in casa e che ha accusato insufficienza respiratoria, tanto da richiederne l’osservazione ospedaliera.
Pazienti 50enni
“L’età media è di 50 anni” spiega Paolo Groff, direttore del Pronto soccorso, chiamato a guidare l’ospedale da campo civile, allestito accanto a quello militare.
Il personale
Un ospedale da campo, quello della Regione, finanziato dalla Banca d’Italia, ed entrato in funzione solo ora, dopo varie vicissitudini, tra esposti in Procura, parziale ridefinizione del progetto, annullamento dell’appalto. E soprattutto, la mancanza di personale, il vero problema al quale si trovano a dover far fronte tutte le strutture sanitarie pubbliche umbre.
Nell’ospedale da campo lavoreranno 7 medici del pronto soccorso e un numero maggiore di infermieri. Per pazienti che possono essere ospitati in 12 posti di terapia subintensiva e 10 per le degenze acute.
Le terapie intensive
Due moduli di terapia intensiva, con 8 postazioni, sono pronti ad entrare in funzione. “Ma soltanto qualora i posti di terapia intensiva all’interno dell’ospedale dovessero saturarsi” ribadisce il direttore dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico.
Per ora il rianimatore effettuerà controlli quotidiani nell’ospedale da campo per verificare l’eventuale necessità di trasferire pazienti in terapia intensiva all’interno del Santa Maria della Misericordia. Gli eventuali trasferimenti in ospedale saranno effettuati con autoambulanze dedicate.
Perugia, principale ospedale Covid
Questa mattina all’interno del Santa Maria della Misericordia erano liberi 9 posti di terapia intensiva. Su un totale che può arrivare a 39 in caso di emergenza.
I posti di degenza ordinaria per i pazienti Covid, con quelli dell’ospedale da campo, diventano invece 146. Che fanno di Perugia il principale ospedale Covid dell’Umbria.
Un polo nel quale l’ospedale civile da campo diventa il punto di pronto soccorso e di stabilizzazione dei pazienti Covid. Un utilizzo deciso sulla base delle necessità e delle criticità logistiche e del personale.
Giannico: “Un mese per renderlo operativo”
Giannico non entra nel merito del dibattito politico sull’utilità del progetto. Si limita a rispondere di quanto avvenuto dal 6 febbraio, da quando cioè la Regione ha consegnato l’ospedale da campo all’Azienda ospedaliera di Perugia: “Circa un mese per organizzare i turni, allestirlo nel migliore dei modi e renderlo pienamente operativo. In questo mese – sottolinea Giannico – nessun paziente è stato trasferito in un’altra regione“.