Analisi, decisamente inutile, di una diatriba inutile tra territori, poco distanti tra loro, su l'utilità di chi ce l'ha più grosso...l'Ospedale!
E’ più forte di noi. Ogni minimo scostamento dialettico proveniente dalla città della Quintana, detta anche Foligno o Lu Centru de lu Munnu, ci provoca sussulti e scuotimenti che si riproducono in ardimentosi testi, dal vago sapore madrigalesco, che replicano a “brutto muso” a quei felloni dei nostri vicini di territorio.
Ogni parola viene vivisezionata in modo che si possa rintracciare qualsiasi elemento di tradimento o di furbacchioneria politico-sociale a danno della spoletinità.
La faccenda è talmente densa di episodi che se lo avesse saputo per tempo la Signora J.K. Rowling, autrice della celebra saga di Harry Potter, l’ambientazione dei suoi romanzi si sarebbe tenuta senza dubbio alcuno, tutta in quel famoso triangolo dai saldi legami storico culturali che ha per vertici, Spoleto, Foligno e Trevi.
Tanto più che da noi, anche per assonanze legate a nomi e situazioni, molti dei protagonisti della tenzone locale, potrebbero essere tranquillamente sovrapponibili a quelli della detta saga fantasy in terra di Albione.
Il casus belli: chi ce l’ha più grosso?
Qui da noi esiste infatti da tantissimo tempo la casata del Grifondoro che ha un ramo specifico di tradizione guerriera dal nome di GrifonUrlans. La particolarità di questo ramo combattente è la maestria nella redazione di proclami di guerra. Che poi la guerra si faccia o meno è un dettaglio dai contorni, al momento, insondabili. Ma andiamo con ordine.
Nei giorni scorsi uno dei protagonisti della saga magica locale, l’arcinoto Lord Zuccamort, anche noto come “Colui che non deve essere nominato”, nemico giurato di tutti gli appartenenti alla casata GrifonUrlans, e fiero discendente dei Babbani folignati ha fatto deflagrare nel pieno della crisi pandemica l’equivalente di una bomba nucleare.
Come sempre l’oggetto del contendere è chi ce l’ha più grosso…l’Ospedale eh!
Nel corso di una dichiarazione pubblica Lord Zuccamort ha chiaramente indicato Foligno (mica Hogwarts), come terzo polo sanitario dell’Umbria. “e questo…pur non essendo stato individuato come ospedale Covid, così come era negli impegni”.
Ora uno dice: ma come, siamo tutti sfiniti a causa del virus e delle sue conseguenze, e tu perfido Lord Zuccamort, non hai altro da fare che dire che ce l’hai più grande degli spoletini ?…Sempre l’Ospedale eh!
“E noi andiamo da Albus Te-Sei-Silente…”
Inevitabile la terribile replica dei GrifonUrlans che con uno dei loro celebri comunicati cattivissimi , avrebbero risposto qualcosa tipo “te lo facciamo vedere noi chi ce l’ha più grande…l’Ospedale! Si va direttamente a parlare con la padrona di tutto, Albus Te-sei-Silente, colei che tutto può in vita e morte, sulle questione di grandezza.
Non ti basta quello che hai? E lei te ne da un pezzo in più se le va! Non sei Ospedale COVID? E lei ti trasforma, tanto poi quando vuole ti ri-trasforma con l’aiuto del fido Luca Rubeus Hagridcoletto
Talmente potente che non si sente nemmeno la voce perché non ne ha bisogno, mentre invece si vedono subito gli effetti dei suoi incantesimi per evocare gli spiriti protettori, come il conosciutissimo Expecto Patronum.
Per inciso è durante il lancio di uno di questi Patronum a favore di Spoleto, che è stato evocato il temibile e sapiente spirito di Guido Severus, in arte Bertolasus Piton. Uno spirito talmente profondo che ancora a Spoleto tutti lo cercano, senza poterlo vedere.
Ma lui c’è eccome, volteggia e riferisce a Silente. Che poi con tutti questi silenzi spirituali uno si chiede legittimamente “Chissà che si diranno…”
Le perle di un ex-Strologone
Una disputa che sembra non avere più fine e che tutte e due le parti in causa arricchiscono di perle preziose a fasi alterne (vedi la famosa disputa con il Prof Segatori), mentre tutto il resto intorno scorre senza sosta.
Disputa sulla quale si innestano, perdonate la tautologia, teorie fantastiche più della fantasia.
E’ proprio di oggi, il proclama battagliero di una seconda casata in lotta per Spoleto Uber Alles, quella di Tassorosso, che però una volta era anche Corvonero, guidata da Sir Sur-Ace Nicholas Senzatesta, noto come Archimede Strologone.
Il Gruppo di Sir Sur ci rende noto quanto segue:
“In questi giorni non possiamo che constatare l’ennesimo schiaffo dettato dagli interessi di Perugia e Foligno nel voler affossare la città di Spoleto. La vicenda dell’ospedale di Spoleto convertito a Ospedale Covid ha assunto caratteri grotteschi: unico ospedale della regione completamente Covid, unico ospedale d’Italia a ospitare intere RSA al suo interno, carenza di personale, investimenti sul post-covid ancora non pervenuti. E dopo il danno la beffa: troviamo comunicati del Sindaco di Foligno che quasi prendono in giro la “destinazione d’uso” del nostro ospedale, troviamo comunicati di professoroni universitari che da Perugia sbeffeggiano la nostra città e il nostro essere spoletini e oltre a questo riceviamo informazioni discordanti sul futuro dell’Ospedale da parte di Regione e ASL tra “ritornerà tutto come prima” e “diventerete ospedale di nicchia per sopravvivere”. Nel frattempo il 31 gennaio ricordiamo agli spoletini che scade la prima promessa della Regione di ripristinare i reparti del nostro Ospedale. “
Segue lunga e articolata enunciazione di battaglia (peraltro non fondata su presupposti storico-economici solidi e verificabili) che riporteremo per comodità al termine dell’articolo.
Che poi uno dice, “Ma scusa, caro Gruppo di Sir Sur, Strologone, perchè mai spiegare il piano di battaglia a tutti proprio durante una guerra in corso? Il dubbio legittimo è che non ci siano armigeri in campo sotto l’insegna della casata Tassorosso e che lo spiegone sia utile a convogliare alla causa truppe fresche.
Eppoi una domanda ancora: ma a Terni guidata dalla casata Serperossoverde, gli è stato spiegato che deve condividere una guerretta di non poco conto contro Albus Te-Sei-Silente?
Avevano ragione gli Gnostici a dire che le cose sono più semplici di quello che sembrano e che la verità è talmente evidente da essere invisibile.
Questo romanzo fantastico della lotta tra fazioni tutto giocato in un fazzoletto di terra di pochi chilometri è talmente avvincente da risultare completamente inutile.
Come naturalmente è inutile un articolo come questo che avete avuto la gentilezza di leggere (se siete arrivati fino a qui).
E la domanda sorge spontanea: ma perché, tutto quello che scrivono nei comunicati della guerra guerreggiata è utile?
Tutti hanno visto…
Viderunt omnes fines terrae salutare Dei nostri.
Exortum est in tenebris lumen:
redemptionem misit Dominus.
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Testo integrale Comitato “Provincia Terni-Spoleto”
“In questi giorni non possiamo che constatare l’ennesimo schiaffo dettato dagli interessi di Perugia e Foligno nel voler affossare la città di Spoleto. La vicenda dell’ospedale di Spoleto convertito a Ospedale Covid ha assunto caratteri grotteschi: unico ospedale della regione completamente Covid, unico ospedale d’Italia a ospitare intere RSA al suo interno, carenza di personale, investimenti sul post-covid ancora non pervenuti. E dopo il danno la beffa: troviamo comunicati del Sindaco di Foligno che quasi prendono in giro la “destinazione d’uso” del nostro ospedale, troviamo comunicati di professoroni universitari che da Perugia sbeffeggiano la nostra città e il nostro essere spoletini e oltre a questo riceviamo informazioni discordanti sul futuro dell’Ospedale da parte di Regione e ASL tra “ritornerà tutto come prima” e “diventerete ospedale di nicchia per sopravvivere”. Nel frattempo il 31 gennaio ricordiamo agli spoletini che scade la prima promessa della Regione di ripristinare i reparti del nostro Ospedale.
Questa assurda vicenda non può che rendere più concreta la nostra proposta per uscire da questo baratro: la nuova “Provincia Terni-Spoleto”, possibile solo con un voto a maggioranza nel Consiglio comunale o tramite un Referendum popolare (su cui aspettiamo da anni la realizzazione del regolamento attuativo da parte del Consiglio comunale). Intendiamoci, questa nuova Provincia non è che l’inizio di una collaborazione più ampia che va anche al di là dei meri poteri della Provincia. Sarebbe un primo segnale di uscita dall’isolamento in cui altre realtà ci hanno rilegato e la ripresa d’orgoglio di una città umiliata negli anni dagli interessi di Perugia e Foligno. Ovviamente la nostra richiesta di riequilibrio delle Province non nasce da un semplice vezzo di contrapposizione alle politiche perugino-centriche: abbiamo fatto uno studio sulle origini storiche, culturali ed economiche di questa unione mancata tra il territorio spoletino, della valnerina e del ternano,che già nel 1920 doveva diventare un tutt’uno nella famosa “Provincia del Nera”.
I comuni di Spoleto (e limitrofi), della Valnerina e del ternano condividono una serie necessità e di progetti peculiari del territorio del sud dell’Umbria che non possono più essere ignorati.
Ci siamo chiesti per prima cosa ci abbia guadagnato Spoleto in 90 anni sotto la Provincia di Perugia, schiacciata tra il capoluogo e Foligno. Ora anche Città di Castello a toglierci il posto quale terza città della provincia e quale destinazione delle principali attenzioni della Regione nell’ambito delle infrastrutture e collegamenti al confine con la Toscana e il Nord Italia. Abbiamo perso servizi sociali, pubblici, sanitari, una centralità nei trasporti e nel turismo che ci eravamo conquistati negli anni.
Poi abbiamo analizzato quali possono essere i vantaggi nell’unirci alla provincia di Terni e in particolare nel ripresentare il modello Pesaro-Urbino, che vede Pesaro con oltre 300.00 abitanti unirsi alla città di Urbino con appena 15.000 abitanti, una collaborazione tra una città industriale e una città culturale con risultati più che positivi: dunque il nostro progetto è una “Provincia di Terni-Spoleto” su questo modello. Ovviamente per la nostra proposta abbiamo tenuto conto di analisi storiche, economiche e culturali, ponendoci come obiettivo il fatto che il riassetto regionale non necessità per forza di un riequilibrio perfetto tra le province, non un banale taglio lineare, ma di una semplice riorganizzazione sulla base dei legami del territorio del Sud dell’Umbria rispetto alla parte settentrionale. Il nostro progetto e il nostro comitato nasce a Spoleto, ma il progetto reale, quello storico basato sul progetto della famosa “Provincia della Nera” degli anni ’20, prevede anche il coinvolgimento dei comuni limitrofi a Spoleto e in particolare della Valnerina.
Di seguito alcuni vantaggi nell’unione tra Terni e Spoleto non solo come provincia, ma come unione di interessi per un territorio comune:
- Vantaggi territoriali: Spoleto diventerebbe la seconda città della Provincia, punto di riferimento per il turismo e le azioni di tipo culturale di un territorio ancora più vasto con cui maggiori sinergie potrebbero portare a importanti scenari
- Vantaggi su trasporti e infrastrutture: Terni e Spoleto condividono insieme battaglie sui trasporti, guardando al Lazio come naturale punto d’entrata per l’economia del territorio e di uscita per le proprie merci: basti pensare alla linea ferroviaria (che fino ad oggi ha visto in Umbria privilegiare l’area nord della regione) con l’alta velocità, oltre che l‘ampliamento e l’ammodernamento della strada statale 3 flaminia (strada della Somma) e all’annosa questione della Strata 3 Valli Valnerina-Spoleto-Acquasparta.
- Vantaggi turistici: Spoleto diventerebbe il centro del turismo della nuova provincia, con importanti scenari sulla sinergia con i territori dell’area del ternano (Marmore e Piediluco in particolare) oltre che della vicinissima area di Acquasparta (scavi di Carsulae) e Narni (rete delle rocche Albornoziane).
- Vantaggi sull’occupazione: anche storicamente Spoleto è sempre stata legata a Terni per i tanti posti di lavoro offerti da quest’ultima soprattutto dopo la chiusura della miniera di Morgnano e le assunzioni di tanti spoletini nelle acciaierie. Ma anche oggi molti spoletini si recano a lavorare a Terni, primo centro urbano industriale che si affaccia a solo 8 km da Spoleto, e acquisirebbero molti vantaggi dipendenti e lavoratori di entrambe le città a vedersi uniformare strategie competitive per le aziende e per il lavoro.
- Vantaggi sull’ambiente: l’ambiente, le risorse idriche, la caccia e la pesca, sono alcuni dei poteri rimasti in capo all’Ente Provincia. Con Perugia e Città di Castello a far da padrone in questi ambiti, come possiamo far presenti le esigenze del territorio spoletino e della Valnerina? Sicuramente sono territorio di cui Terni ne comprende meglio l’importanza, anche per la propria economia. Uniformare le politiche e strategie ambientali in questi ambiti di un territorio così vicino e simile come la Valnerina, Spoleto e la provincia ternana non solo è più logico ma anche auspicabile per i tanti margini di maggiore collaborazione tra territorio simili rispetto all’area settentrionale dell’Umbria.
- Vantaggi sulla sanità: Terni è già sede centrale dell’ASL per Spoleto e qui poco cambierebbe. Ma una provincia condivisa con Terni non può che portare a maggiore collaborazione anche nell’ambito sanitario con la possibilità per Spoleto di appoggiarsi – e ricevere le stesse equipe mediche – della seconda realtà ospedaliera della regione, esattamente come sempre più spesso Foligno fa con Perugia.
- Vantaggi sul sistema scolastico: l’Ente Provincia gestisce ancora piani edilizi scolastici ed approva i nuovi corsi scolastici promossi dalle scuole. Già Valnerina e Spoleto collaborano da anni per progetti congiunti in ambito scolastico-alberghiero, ed una maggiore collaborazione anche con il territorio ternano non può che portare a ulteriori vantaggi nella sinergia tra territori limitrofi e inoltre si eviterebbero episodi come, quello accaduto appena 2 anni fa, dove la Provincia di Perugia aveva bocciato inspiegabilmente tutte le proposte delle scuole spoletine di ampliamento di nuovi corsi scolastici.
- Vantaggi sportivi: già da tempo si parla di collaborazioni tra società sportive ternane e spoletine. Alcune sono già realtà, come la collaborazione tra Ternana e Superga 48, come la collaborazione tra il campione del motociclismo Petrucci e il Moto Club Spoleto, oppure come le collaborazioni nel mondo del nuoto. Ma altri grandi progetti che riguardano tanti altri sport potrebbero essere portati finalmente in porto: non comprendere che la vicinanza tra due grandi realtà come Terni e Spoleto possa portare ad infinite opportunità sportive per competere a grandi livelli è qualcosa che penalizza fortemente il nostro territorio.
- Vantaggi di progetti già avviati: in realtà Spoleto e Terni condividono già un “contratto d’area” che riguarda lo sviluppo industriale che fa riferimento a Terni, Narni e Spoleto: la condivisione di una stessa provincia non può che portare anche a una condivisione di un’unica visione economica del territorio della nostra area.
- Virtuosismo della Provincia: Dopo un piano di calo del debito, la Provincia di Terni è 2° tra tutti gli enti pubblici in Italia nel rapporto tra numero di dirigenti e lavoratori (3 su 340), con la più bassa spesa per il personale. Un dato su tutti: a fronte di una media nazionale relativa al rapporto tra numero dei dipendenti e quello dei dirigenti pari al 14,44%, la Provincia di Terni si attesta all’8,57%.
Ma abbiamo anche analizzato quali possono essere i vantaggi lato Provincia di Perugia e addirittura della Regione da questo riequilibrio delle Province:
- Difficoltà di gestione di una Provincia troppo vasta: con il riequilibrio delle provincia si ridurrebbe la difficoltà di gestione amministrativa di una mega provincia perugina di quasi 700.000 abitanti con una estensione di 8.456 km².
- Risolve l’annosa questione regionale sul riequilibrio delle province: l’Umbria potrebbe finalmente normalizzare una situazione che da un secolo si ripercuote nel nostro territorio e le cui anomalie escono fuori periodicamente. La provincia di Terni conta ad oggi 234.586 abitanti su un territorio vasto 2.122 km² contro una provincia di Perugia di 664.155 abitanti per una estensione di 6.334 km². Con il riassetto che proponiamo noi, ovvero unire il vasto comune di Spoleto, dei comuni limitrofi e i comuni della Valnerina, alla provincia di Terni si unirebbero, così come era nel progetto originario della “Provincia del Nera” di inizio ‘900:
1) Spoleto 39.000 abitanti e 350 km²
2) Norcia 5.000 abitanti e 276 km²
3) Cascia 3.300 abitanti e 181 km²
4) Cerreto di Spoleto 1.100 abitanti e 75 km² di superficie
5) Monteleone di Spoleto 650 abitanti e 63 km²
6) Poggiodomo 135 abitanti e 40 km²
7) Preci 724 abitanti e 82 km²
8) Sant’Anatolia di Narco 563 abitanti e 47 km²
9) Scheggino 484 abitanti e 36 km²
10) Vallo di Nera 330 abitanti e 36 km²
11) Campello sul Clitunno 2.500 abitanti e 50 km².
12) Castel Ritaldi 3.177 abitanti e 23 km²
13) Todi 17.000 abitanti e 233 km²
Per cui il risultato finale di questo riequilibrio sarebbe:
- Provincia di Perugia: 590.192 abitanti (da 664.155) e una superficie di 4.852 km² (da 6.334 km²)
- Provincia di Terni-Spoleto: 308.549 (da 234.586) abitanti e una superficie di 3.604 km² (da 2.122 km²)
Dunque da 1/4 degli abitanti e 1/5 della superficie umbra, la Provincia di Terni andrebbe a gestire 1/3 degli abitanti umbri (praticamente la metà dei residenti nella provincia di Perugia) su una superficie che rappresenterebbe almeno il 40% dell’intera superficie regionale.
Auspichiamo che sempre più cittadini di tutti i Comuni coinvolti in questa operazione ci aiutino per raggiungere questo grande traguardo e nel frattempo rinnoviamo l’appello al Consiglio Comunale di Spoleto di avviare il dibattito in Consiglio comunale (basterebbe un voto a maggioranza per mandare la richiesta di passaggio al Parlamento) o in caso non si trovi una quadra di dare almeno voce ai cittadini attraverso il Referendum popolare già previsto dallo Statuto del Comune di Spoleto ma reso inspiegabilmente inattivo dalla mancanza del relativo Regolamento attuativo che si potrebbe realizzare in appena mezza giornata.
Comitato “Provincia Terni-Spoleto”