Dall’esame d’italiano taroccato del campione del Barcellona Suarez al “finto” premier inglese Boris Johnson atterrato all’aeroporto internazionale San Francesco. Il 17 settembre 2020 è da segnare come il giorno nero per l’Umbria e Perugia, che ha collezionato una doppia figuraccia planetaria. E meno male che il giorno 17 cadeva di giovedì e non di venerdì…
Le armi segrete del Pistolero
Tutto è nato dall’arrivo a Perugia di Suarez, atteso per l’esame di italiano all’Università per Stranieri. Esame che sarebbe dovuto servire al calciatore uruguaiano per ottenere anche il passaporto italiano e facilitare così il passaggio alla Juventus. Affare già naufragato per la scelta dei campioni d’Italia di non attendere comunque che il Pistolero diventasse italico, fatta trapelare giusto qualche ora prima dell’esame. E già questo avrebbe dovuto far capire che non era giornata…
(video di Pasquale Punzi)
Inutile, quel diploma che Suarez brandiva all’uscita della palazzina Prosciutti, del campus dell’Università per stranieri di Perugia, sede del Centro per la valutazione e certificazione linguistica. Per la Procura di Perugia quel pezzo di carta non vale, dato che era stato compilato già prima del colloquio col Pistolero. Un esame durato appena 15 minuti. E chissà cosa si saranno detti veramente Suarez e i prof della commissione, dato che, sostiene la Procura, l’italiano parlato dal calciatore era di livello “elementare“.
Il prof romanista
Esame rapido a causa del Covid, aveva spiegato uno dei membri della commissione, Lorenzo Rocca. Prof di fede romanista. Ed anche questo, di questi tempi, non è che sia elemento foriero di soddisfazioni.
L’orgoglio della rettrice
La rettrice della Stranieri, Grego Bolli, aveva rivendicato con orgoglio dopo l’esame di Suarez: “Siamo molto lieti che anche Luis Suarez abbia scelto l’Università per stranieri di Perugia e il Cvcl per conseguire il certificato linguistico di conoscenza della lingua italiana di livello B1. Oltre 20.000 sono stati i candidati agli esami di certificazione Celi dell’Università per Stranieri di Perugia negli ultimi anni, a testimonianza del prestigio raggiunto dal nostro ateneo anche in questo specifico settore”.
La scelta di Suarez, ora, diventa un boomerang. E non solo dal punto di vista mediatico. Perché la guardia di finanza, dopo il caso studenti cinesi, torna a mettere il naso dentro l’Ateneo.
Il “finto” Boris
Ma i guai legati all’esame di Suarez non sono finiti qui. Perché anche l’aeroporto internazionale dell’Umbria, dove il campione del Barcellona era atterrato per poi raggiungere Perugia in taxi, con una nota ha voluto utilizzare la presenza del fuoriclasse a scopo promozionale.
Solo che, senza accontentarsi della bella vittoria, ha voluto tentare la goleada. Stile Barcellona, appunto. E così, nell’elenco dei vip atterrati recentemente nel piccolo aeroporto umbro, sono stati inseriti in successione l’ex premier inglese Tony Blair e l’attuale inquilino di Downing Street, Boris Johnson.
E quest’ultimo arrivo è una notizia. Raccolta dalla stampa italiana e rimbalzata su quella inglese. Che si è interrogata sui motivi del misterioso viaggio in Italia del premier mentre il Regno Unito è alle prese con l’emergenza Covid.
E dire che l’eccentrico Boris, con la sua bionda zazzera, non passa inosservato…
La smentita e la rettifica
“Nessuna visita in Italia” la secca smentita di Londra. Seguita questa mattina da una nuova nota dell’aeroporto San Francesco: “In riferimento al comunicato stampa del 17 settembre u.s., la direzione aeroporto di Perugia precisa che non trova riscontro il transito in giorni recenti dallo stesso aeroporto del PM Boris Johnson“. Quel comunicato, inviato il 17 settembre, in cui l’aeroporto internazionale dell’Umbria rivendicava con orgoglio: “Siamo al centro del mondo“. Di sicuro la figuraccia (ora amplificata dall’indagine sull’esame di Suarez) è internazionale.