Priorità: reindustrializzare l’area della fascia appenninica, con o senza Porcarelli. E’ la linea dettata dalla sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessia Morani, che ha partecipato a Fabriano ad una serie di incontri istituzionali per il futuro della Jp Industries. Il più importante è stato quello a cui hanno partecipato rappresentanti della Regione Marche (assente l’Umbria), i sindaci di Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Fabriano e Fim, Fiom e Uilm di Umbria e Marche.
Jp, Morani: “Nessuno resterà solo”
“All’incontro con le RSU della ex Merloni – spiega – ho detto con chiarezza che per il Ministero dello Sviluppo Economico la reindustrializzazione dei siti umbri e marchigiani è una priorità assoluta. Oggi il Mise ha nuovi strumenti per affrontare le crisi d’impresa introdotti con il decreto agosto che vanno dall’ingresso nel capitale sociale fino agli incentivi per l’occupazione. Questi strumenti sono a disposizione degli imprenditori che vogliono investire su questi territori e possono essere utilizzati anche dalla JP Industries a cui chiediamo comunque di ritirare la procedura di mobilità e l’istanza di concordato liquidatorio“.
“Ho rassicurato i lavoratori sugli ammortizzatori sociali: nessuno sarà abbandonato. Da domani iniziamo un nuovo percorso per trovare investitori complementari o alternativi alla JP Industries. Il tavolo di crisi al Mise sarà convocato entro la prima metà di settembre. Voglio ringraziare tutte le istituzioni locali e regionali che sono intervenute e i parlamentari presenti“.
Il ritiro della procedura
“È indispensabile il ritiro della procedura – hanno rimarcato Fim, Fiom e Uilm – e una piena garanzia della continuità di sostegno al reddito dopo il 6 settembre, per la tenuta sociale dei territori”. . Le organizzazioni sindacali hanno apprezzato le proposte delle sottosegretaria Morani, e delle istituzioni, che hanno già chiesto all’azienda il ritiro della procedura e prospettato la ricerca di possibili soluzioni, anche alla luce degli strumenti messi a disposizione dal decreto Rilancio. I sindacati hanno però rimarcato l’assoluta necessità di costruire “prospettive di lungo periodo” che riportino lavoro e sviluppo in quelle che oggi sono vere e proprie “cattedrali nel deserto” delle aree interne umbre e marchigiane.
Nei prossimi giorni i sindacati convocheranno le assemblee con i lavoratori in attesa della convocazione al Mise, prevista dalla sottosegretaria entro la metà di settembre.