L’antenna di 30 metri a Monte Santa Maria Tiberina non si farà più. La sentenza arriva per mano del Tar dell’Umbria che annulla dunque l’autorizzazione concessa dal Comune altotiberino a Wind Tre per l’installazione di un nuovo impianto radioelettrico in via San Pietro, che avrebbe ospitato tre antenne direzionali, tre parabole per il trasferimento dati via etere e ulteriori apparati remotizzati.
“Non c’è stata adeguata pubblicità”
Il collegio dei giudici ha deciso in questa direzione a causa – si legge nella sentenza – “di una formalità di carattere procedimentale, che deve comunque precedere l’emanazione del provvedimento abilitativo alla realizzazione della stazione radio base, ancorché ai proprietari degli immobili che sorgono in prossimità del sito interessato dalla realizzazione dell’impianto non sia dovuta la comunicazione di avvio del procedimento”.
In poche parole prima di rilasciare l’autorizzazione, il Comune di Monte Santa Maria avrebbe dovuto dare adeguata pubblicità all’istanza presentata dalla Wind Tre, ma così non è stato, e di conseguenza il provvedimento finale né è risultato viziato.
Un paese intero contro un colosso della telefonia
Gli stessi abitanti monteschi da tempo lamentavano “di essere stati ingiustamente lasciati fuori dal procedimento autorizzatorio, non essendo stato dato loro alcun avviso della domanda di installazione“, venendone a conoscenza solo dopo l’avvenuta approvazione da parte del Comune.
E’ stato dunque accolto il ricorso contro il colosso della telefonia (Comune e Arpa non costituiti in giudizio) da parte dei residenti, rappresentati dall’avvocato Elio Errichiello, che si erano già mobilitati in massa con la costituzione di un comitato e migliaia di firme raccolte contro una struttura che avrebbe deturpato l’ambiente e inficiato sulla salute pubblica.