L’Associazione Tartufai Altotevere insorge contro un’azienda agrituristica venatoria. Oggetto del contendere gli oltre 1000 ettari di terreni in località Perrubbio (Pietralunga), di proprietà demaniale-regionale ma concessi in affitto a dei privati che vieterebbero ai cavatori la ricerca.
Il presidente dei tartufai altotiberini Alessandro Ghigi parla infatti della nascita di un vero e proprio “feudo” dove i gestori (madre e figlio del ternano) “si accaparrano tutto ciò che insiste in questi terreni e impediscono la nostra attività con modi impositivi e minacciosi, intimando ai tartufai di andarsene“.
Ghigi fa anche notare che in questa azienda non vi sarebbe nessuna tabella con scritto “raccolta tartufi riservata”, che impedisca di fatto la libera ricerca.
L’Associazione Tartufai Altotevere ha così presentato un esposto alla stazione dei carabinieri forestali di Pietralunga, “visto che nessuna legge proibisce la libera ricerca nella tartufaie naturali in boschi e fondi non coltivati“.
“Si precisa – aggiunge il presidente – che i cercatori di tartufi pagano una tassa di concessione annuale alla Regione Umbria e un’Irpef forfettaria allo Stato, che sono una grande risorsa economica, e sono esasperati di essere inseguiti e trattati in malo modo per giunta senza motivo all’interno di questi terreni“.