Una proposta di legge per promuovere e sostenere la filiera agricola della coltivazione della canapa industriale nel territorio della Regione Umbria, quella che arriva dal consigliere regionale Thomas De Luca (M5s).
La proposta sarà presentata al termine del percorso partecipativo aperto a tutti i soggetti interessati e tutti i cittadini che intendano dare un contributo.
“La proposta di legge – spiega il consigliere – si inserisce nel quadro delle politiche di multifunzionalità e sostenibilità delle produzioni agricole nel rispetto delle disposizioni europee e statali. E nasce per promuovere la coltivazione, la trasformazione e la creazione di una filiera agricola che integri la ricerca con il ciclo industriale, riconoscendo i molteplici utilizzi e
prodotti che possono discendere dalla canapa. Stiamo parlando di un settore che negli ultimi anni ha visto la nascita di decine di imprese e di progetti che guardano ai mercati esteri”.
Perché coltivare la canapa industriale
Oggi la canapa offre ampie e riconosciute possibilità di sviluppo e utilizzo nel campo industriale, dalla fibra naturale per tessuti alla bioedilizia, dai prodotti alimentari ai medicinali, dalla produzione di cellulosa alla cosmesi, dalle bioplastiche fino alla fitorimediazione dei terreni contaminati.
La canapa è particolarmente indicata per la bonifica dei terreni in cui sono presenti idrocarburi e metalli pesanti, in particolar modo Cromo e Nichel. A differenza di altre essenze vegetali, il cui unico uso postumo alla fitorimediazione è l’incenerimento delle biomasse o lo smaltimento in discarica, le fibre della canapa possono essere riutilizzate, costruendo una vera e propria filiera circolare.
Le origine lontane della coltivazione
“La storia della coltivazione della canapa nel nostro Paese – prosegue De Luca – ha radici che affondano nella preistoria. La diffusione della coltivazione della canapa in Umbria è stata in auge fino a tutta la prima metà del Novecento. Le colture non erano presenti soltanto a fondovalle ma anche ad alta quota. In Valnerina la pratica era diffusa tanto lungo le sponde del fiume Nera (Sant’Anatolia di Narco, Scheggino) quanto nelle aree di alta montagna (Gavelli, Monteleone di Spoleto, Castelluccio di Norcia). In Umbria possiamo anche vantare un museo della canapa che attira turisti da ogni parte del Paese e non solo“.
L’assenza di un centro di trasformazione nel centro Italia costituisce un ostacolo strutturale alla competitività dei produttori agricoli di canapa, impedendo la piena verticalizzazione dei prodotti e la
nascita di una filiera locale. Perché i costi di trasporto per i centri del
nord e del sud Italia rendono sconveniente la lavorazione del prodotto, in
particolar modo nelle fibre tessili. Allo stesso tempo, però, questa
mancanza costituisce una grande opportunità per la nostra regione di
diventare un fulcro centrale della filiera della canapa con la costruzione
del primo centro di trasformazione del Centro Italia”.
I possibili sviluppi
“La nostra proposta di legge – conclude – intende sostenere attraverso
fondi statali ed europei chi vuole sviluppare nuove imprese e dare slancio a
nuovi progetti. Ma anche chi svolge attività di ricerca e sviluppo relativa
all’utilizzazione della canapa in tutti gli ambiti possibili. Produzione di
bioplastiche e biopolimeri originati dalla canapa, utilizzazione nel settore
della bioedilizia e della costruzione di edifici anti-sismici, settore della
moda e delle fibre tessili naturali, bonifica dei siti contaminati attraverso
la fitorimediazione e la fitodepurazione delle acque. Una legge che guarda
alle aziende agricole, cooperative, consorzi, imprese, società e
associazioni costituite tra imprenditori del settore agricolo, industriale,
alimentare e ambientale, ed anche dipartimenti universitari, istituti
scolastici ed associazioni di promozione sociale”.