Dopo la forte ondata di maltempo che si è abbattuta la settimana scorsa sull'Alto Chiascio, la situazione a Gualdo Tadino non sembra migliorare. C'è chi ha parlato di disastro ambientale: diverse infatti sono le famiglie evacuate. Tra le altre cose, si cercano anche eventuali “responsabili”, dato che oramai all'occorrenza, e non solo in Umbria, la coscienza di tanti vola al famoso “intervento dell'uomo” che avrebbe in qualche modo disturbato la natura, tanto che le ondate di maltempo, già più tropicali rispetto agli anni passati, sfuggono di mano e causano danni maggiori non solo per questioni naturali. Sembra simile la questione che riguarda le Fonti della Rocchetta di Gualdo Tadino. E' il Pd locale a mettere l'accento sulla questione, dati alla mano. All'origine di tutto un'ordinanza del Sindaco del 2012, che “ha vietato l’accesso all’area, resasi necessaria per il fenomeno della caduta massi dal costone roccioso che la sovrasta, tale da non consentire l’insediamento di nessuna attività antropica”. In realtà, spiegano dal Pd, bisognerebbe tornare ancora più indietro, ossia agli eventi sismici del '97, ma più in generale all'orogenesi della zona, da sempre caratterizzata dalle frane.
Il pozzo – Le cose si sarebbero complicate proprio nel 1997, quando, “in quell’area è subentrata anche un nota azienda di imbottigliamento di acque oligominerali, che proprio nella parte retrostante al fabbricato ospitante l’attività di ristorazione, ha eseguito un pozzo chiudendo tutta l’area di parcheggio con recinto e cancello. Qui nasce il vero problema. La legge esige una fascia di rispetto intorno a questo tipo di pozzi a pena di revoca della concessione unitamente ad altre sanzioni ( Zona di rispetto Igienico Sanitaria L.R. 48/1987 Art. 33). La Giunta Regionale Umbra con Delibera 1085/2004 ha esteso questa fascia di rispetto a tutta l’area sottoposta a concessione, 224 ha, andando ben oltre la zona di rispetto assoluta prevista a 50 mt. Questa decisione è stata presa per salvaguardare l’area di attingimento “dall’insediamento di nuovi centri di pericolo” così come previsto dal Decreto Legislativo 155/99 Art. 21Co. 5 Pertanto il problema dell’ordinanza che vieta l’accesso a quell’area per motivi di pubblica sicurezza e incolumità pubblica è subentrato ad integrare un divieto molto più ampio e molto più imbarazzante da spiegare ai cittadini, cioè che tutta l’area della Rocchetta appartiene alla fascia di rispetto per 224 ha. Per correttezza nei confronti di ciò che è realmente avvenuto, va inoltre ricordato che quando è stato eseguito il pozzo, (ma non è il solo della concessione), è stato messo in opera senza tener conto delle strutture esistenti“.
La denuncia – Ricordando come in realtà a pagare davvero le spese degli ultimi eventi metereologici siano i cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case, il Pd di Gualdo Tadino conclude con una denuncia la sua nota: “mai nessun amministratore, né ieri né oggi, ha realmente voluto dire come stanno le cose. Piano piano si è preferito spegnere i riflettori su quell’area oggetto di interesse solo di alcuni volontari e comitati. A conferma di ciò, oggi, a fronte dei punti di prelievo dell’acqua posti più a valle delle storiche fonti, nessun vero e definitivo intervento è stato posto in essere per ripristinare l’agibilità in un’area che comunque difficilmente potrà essere rimessa a disposizione della Città per i motivi sopraesposti”.
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(Ale. Chi.)
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