Diceva di essere un agente segreto e millantava conoscenze nelle forze armate, all’interno della Città del Vaticano e in società di trasporto, offrendo un posto di lavoro – garantendo il superamento di concorsi pubblici – in cambio di denaro. Per la Procura della Repubblica di Spoleto, però, l’uomo (B.S. le sue iniziali, romano) sarebbe in realtà un truffatore seriale, a capo di una presunta associazione a delinquere composta da altri millantatori (7 in tutto gli indagati al momento), utilizzando anche divise pubbliche finte.
L’indagine, aperta appunto dalla Procura spoletina, è condotta dai finanzieri del comando provinciale di Perugia che in queste ore sta effettuando delle perquisizioni a Roma, Spoleto e Massa Carrara nei confronti appunto delle persone che avrebbero composto il sodalizio, dedito al traffico di influenze illecite ed alla truffa.
Tutto è partito da un’inchiesta che era in corso su uno spoletino, per altre vicende, che si è scoperto poi far parte di questo presunto sodalizio criminale, reclutando aspiranti candidati al posto pubblico ed organizzando poi incontri anche sul territorio di Spoleto.
Dopo quasi un anno di serrate indagini, la complessa ed articolata attività delle fiamme gialle umbre ha quindi consentito di individuare in B.S., un soggetto romano sedicente appartenente ai servizi segreti italiani ma in realtà identificato quale “truffatore seriale”, il promotore dell’associazione criminale.
Vantando importanti contatti e conoscenze all’interno delle Forze Armate, del Corpo di Polizia Penitenziaria, dello Stato di Città del Vaticano e della società di trasporto ferroviario “Italo Treno” S.p.a., l’uomo ed i suoi complici si sono fatti consegnare, nel tempo, consistenti somme di denaro da circa 100 persone interessate all’ottenimento di un posto di lavoro, garantendo loro il superamento di concorsi pubblici o l’assunzione nella società di trasporto. Assunzione che però non è avvenuta.
Per guadagnare la fiducia degli ignari “clienti”, B.S. organizzava appositi incontri, documentati dai finanzieri con intercettazioni, pedinamenti ed appostamenti, a cui prendevano parte, di volta in volta, un falso generale dell’Esercito Italiano, un asserito principe a capo di un ordine cavalleresco, un Vescovo non appartenente alla Chiesa Cattolica ed un alto ufficiale (in questo caso vero) della Polizia Penitenziaria.
Nel corso degli incontri – alcuni dei quali svoltisi appunto anche a Spoleto – veniva richiesta agli aspiranti tutta la documentazione necessaria per partecipare ai concorsi (curriculum, fotografie formato tessera, certificati di residenza e dei carichi pendenti, ecc.). In alcune circostanze, sono stati forniti anche falsi quiz precompilati, necessari al superamento delle prove concorsuali, che venivano fatti firmare agli interessati. Altre volte, infine, sono stati organizzati veri e propri esami clinici e visite mediche presso un noto centro diagnostico romano.
Una volta ottenuta la somma richiesta, variabile tra 2.000 e 8.000 euro, che veniva corrisposta in contanti o mediante versamento su carte prepagate, la stessa veniva spartita tra i componenti dell’associazione. Poi, a seguito del mancato superamento dei concorsi, venivano fornite ai soggetti truffati una serie di rocambolesche giustificazioni per evitare la restituzione del denaro.
L’attività condotta dal Gruppo Tutela Economia del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle perugine, in sinergia con la Procura della Repubblica di Spoleto, rientra nel più ampio dispositivo di contrasto alle fenomenologie criminali che colpiscono le fasce più a rischio della popolazione. Per questo motivo, chiunque dovesse ritenersi parte offesa nelle vicende descritte è invitato a sporgere denuncia presso gli Organi competenti.
(aggiornato alle ore 12)