L’Umbria è la prima regione in Italia nella classifica dell’incremento percentuale del lavoro a chiamata (detto anche intermittente o “job on call”). “Una delle forme più povere e precarie del variegato e complicato mercato del lavoro italiano” commenta il presidente di Ires Cgil Umbria, mario Bravi.
In 6 mesi in Umbria i contratti di questo tipo sono stati 7.735, con un incremento del 20,7% a fronte di una media nazionale del 9,9%.
“Può durare anche un solo giorno – ricorda Bravi – ed è presente soprattutto nei settori del turismo, dello spettacolo, della guardiania e della reception. Questa tipologia di lavoro ha avuto una vera e propria esplosione nella nostra regione, dove il lavoro precario continua ad estendersi“.