Affidare la rincorsa del centrosinistra verso Palazzo Donini a Luciano Bacchetta, l’unico sempre risultato vincitore nelle competizioni elettorali. Certo, se per la riconferma a sindaco di Città di Castello è stata sfida vera, quella per la presidenza della Provincia, con le regole attuali, è stata un’elezione più agevole. Ma che comunque ha dimostrato la tenuta della coalizione intorno al suo nome.
E allora, lo schema potrebbe funzionare anche per le regionali d’autunno, offrendo in questo modo al litigioso Pd una soluzione esterna.
L’idea è stata lanciata nei giorni scorsi dal Psi dell’Umbria, dopo un confronto con gli organismi provinciali di Perugia e Terni, e soprattutto con il segretario nazionale Enzo Maraio, che ha condiviso la necessità di rilanciare la proposta socialista in Umbria. Costruendo un’alleanza con “un’ampia area riformista, aperta alle esperienze civiche e territoriali, che sappia superare il perimetro dell’attuale centro-sinistra, proponendo ai cittadini umbri un’alternativa seria e credibile, in grado di contrastare la progressiva avanzata della destra populista e sovranista nella nostra regione”. Perché il collante maggiore del centrosinistra, ad oggi, è lo spauracchio leghista.
“I socialisti umbri sono pronti – sin d’ora – a presentare le loro proposte per il progresso e lo sviluppo della nostra comunità regionale, potendo proporre anche una propria candidatura alla guida della Regione dell’Umbria, in grado di coniugare comprovata capacità amministrativa e rappresentatività politica” argomenta il Psi per lanciare la candidatura di Luciano Bacchetta. Sfidando il Pd e le altre iniziative civiche dell’area di centrosinistra alle primarie. Oppure, facendo leva sulle divisioni interne al Pd, percorrendo da subito la strada dell’investitura a Bacchetta. Soluzione che in qualche modo, nelle ultime ore, sarebbe contemplata anche da alcuni esponenti dem contrari alla linea del commissario Walter Verini. Soprattutto nel caso in cui la riflessione del commissario al termine delle varie consultazioni porti a scegliere un esterno.
Certo, l’investitura a candidato presidente è l’unica che, nel centrosinistra, garantisce almeno l’elezione a Palazzo Cesaroni. Per quei 3-4 seggi che si stima si potranno ottenere all’apertura delle urne d’autunno. Anche se il caso “rubli” che sta coinvolgendo la Lega a livello nazionale ha riacceso le speranze di alcuni esponenti del Pd.