La maggioranza a Palazzo Cesaroni proverà a respingere le dimissioni presentate da Catiuscia Marini ed a proseguire la legislatura, se non fino alla sua scadenza naturale, almeno ancora per qualche mese. Ma non dovrà essere una sfida alla segreteria nazionale del Pd, che aveva chiesto le dimissioni della governatrice dopo lo scandalo Sanitopoli.
Ecco perché al termine della riunione di maggioranza, che si è conclusa poco prima delle 13, resta ancora tanto lavoro per le diplomazie prima di arrivare al voto di sabato mattina.
Dimissioni Marini, quelli del provinciale disertano
La strada indicata da Chiacchieroni (la presidente dell’Assemblea Porzi, che in questi giorni sta cercando una linea comune, era assente perché a Roma) è questa: presentare un documento nel quale, respingendo le dimissioni di Catiuscia Marini, si delinei una sorta di legislazione di scopo per i mesi che saranno necessari ad effettuare alcune riforme, che dovranno però essere messe nero su bianco, in una sorta di patto.
Per Leonelli è però tardi: a chiedere di proseguire per rilanciare l’azione del governo regionale, a suo giudizio, doveva essere, da subito, la presidente Marini. Che invece, nel suo discorso in Aula, l’8 maggio, si è limitata a rimettere la palla nel campo del Pd. Ecco perché Leonelli, anche questa mattina, ha tenuto la sua posizione.
Dimissioni Marini, i retroscena del pomeriggio dei lunghi coltelli
Gli irriducibili lavorano allora su Paparelli, che potrebbe diventare l’ago della bilancia. Il vice presidente ha chiesto un nuovo confronto con la segreteria nazionale. Oggi pomeriggio, presumibilmente, dopo che la maggioranza avrà redatto il documento con la road map. L’interlocutore sarà ancora una volta il vice segretario Orlando, che martedì scorso si era limitato ad ascoltare. Nell’incontro di questa mattina, comunque, Paparelli ha ribadito tutte le proprie perplessità.
Il voto di Paparelli diventa determinante, perché in caso contrario per arrivare ad 11, la quota salvezza, non basterebbe neanche il sì di Catiuscia Marini, che domani mattina sarà al suo posto in Aula. E, presumibilmente, prenderà parte alla votazione, a differenza di Barberini, che ha declinato l’invito. Il percorso, del resto, è stato concordato con la presidente. Anche perché i consiglieri volevano scongiurare l’ipotesi di vedersi riconfermare le dimissioni dalla governatrice dopo averle respinte. Facendo solo loro, a quel punto, la parte di quelli attaccati alla poltrona.
Ed allora, se questa legislatura deve proseguire per alcuni mesi, devono essere tutti concordi: la maggioranza in Consiglio regionale, la presidente e la sua Giunta, la segreteria nazionale del Pd. Sconfessando, a quel punto, la linea del commissario regionale Walter Verini.
Le diplomazie, con in testa Donatella Porzi, prevedono dunque un incontro di maggioranza nelle prossime ore per stilare la road map di concerto con Catiuscia Marini; poi un passaggio con Orlando per avere il via libera dalla segreteria nazionale (domenica Zingaretti sarà a Perugia) ed ottenere così il voto di Paparelli; un confronto con la presidente Marini sabato mattina prima di entrare in Aula.