Attende una risposta dal “Capo Politico” Luigi Di Maio la capogruppo in consiglio comunale a Perugia, Cristina Rosetti, alla cui lista lo staff del Movimento 5 stelle, attraverso Rousseau, ha preferito quella di Francesca Tizi.
E così è stata inviata una mail a Luigi Di Maio, prima di arrivare alla rottura formale con il Movimento. “Attivisti che dalla nascita del M5S hanno fatto camminare il MoVimento sulle loro gambe meritano una risposta. Tra loro anche avvocati e ricercatori che ogni sabato per anni sono stati presenti nei mercati a spiegare alle persone la politica e le scelte, anche scomode, del MoVimento nazionale meritano una risposta plausibile. La città merita una risposta plausibile” scrive sul proprio profilo Facebook Cristina Rosetti.
Suscitando molte reazioni, contrastanti, di simpatizzanti ed esponenti del Movimento 5 stelle. Tanti le esprimono gratitudine per il lavoro svolto e solidarietà per l’esclusione, altri le contestano di essersi lamentata con la stampa e di aver assunto un atteggiamento dannoso per il Movimento pur di salvare il proprio posto. C’è chi arriva a scriverle “sembri una Pizzarotti qualunque“, ricordando il caso del sindaco di Parma, uscito dal Movimento 5 stelle. E c’è anche chi vede nella scelta di Francesca Tizi la volontà, a livello centrale, di riproporre anche nei territori l’alleanza di governo giallo-verde.
Attende “posta” anche il consigliere Stefano Giaffreda, pure lui nella lista Rosetti non bollinata dallo staff pentastellato.
Certo, lo scontro divenuto ormai di dominio pubblico rende difficile una cucitura dello strappo che si è consumato con la scelta di Francesca Tizi a candidato sindaco. Una cucitura che qualcuno, forse troppo semplicisticamente viste le modalità con cui vengono prese le decisioni politiche all’interno del Movimento 5 stelle, aveva già individuato nel recupero di Rosetti in lista l’anno prossimo per le regionali.
Prosegue al ritmo di tanti incontri ed un post socia al giorno, la campagna elettorale di Francesca Tizi, al grido di “#vivaPerugiaPerugiaviva#“. Che, secondo le indicazioni che arrivano dal Movimento ai candidati, fa leva sul reddito di cittadinanza. “Un atto di giustizia sociale – scrive – una misura tutt’altro che assistenziale“. Assicurando che, con lei “sindaca“, chi percepirà l’assegno svolgerà lavori socialmente utili, “perché un reddito, senza cittadinanza, non salva dalla povertà, così come una cittadinanza, senza reddito, non restituisce dignità“.