Dalle verifiche incrociate di questa mattina (da parte sia della maggioranza che dell’opposizione) è emerso, infatti, che al protocollo del Comune non risulta nessun patrocinio richiesto da parte delle ‘tartarughe’ che, ancora una volta, hanno agito fuori dai limiti delle regole. Fatto ancor più grave per chi si proclama paladino dell’ordine e della legalità stessa e che guarda con simpatia all’ordine fascista del ventennio.
Il logo del Comune è stato dunque utilizzato solo per pubblicizzare l’evento che, come tutti gli altri, non gode di nessuna concessione gratuita da parte del Comune, come previsto dalle regole imposte dallo status di dissesto dell’Ente che ‘vieta’ la concessione gratuita delle sale comunali e l’affissione gratuita di manifesti.
Il sindaco Latini, che in un primo momento aveva ‘difeso’ l’iniziativa politica, nella mattina di oggi ha invece pubblicato una nota, nella quale accusa le opposizioni di aver abboccato a una fake news: “ci sono troppe persone che trascorrono il proprio tempo a cercare di inventare polemiche o a strumentalizzare i fatti, con il solo intento di mettere in cattiva luce chi, come noi, sta lavorando dalla mattina alla sera al servizio della città per cercare di risolvere concretamente, tra tanti ostacoli, incertezze ed enormi difficoltà, una situazione d’emergenza” – ha sottolineato il sindaco.
Ma non una parola sull’utilizzo improprio del logo del comune, patrimonio della cittadinanza, da parte di Casapound, unico soggetto responsabile della polemica politica divampata nelle ultime ore.
E nel gioco delle parti, l’accusa di aver abboccato a una fake news viene respinta al mittente da Alessandro Gentiletti di Senso Civico: “Le istituzioni democratiche sono quindi cadute in una fake news, causata dalla diffusione di un volantino di CasaPound che impropriamente conteneva il simbolo del Comune di Terni e da una dicitura su un evento facebook on line che riportava il patrocinio stesso.
A questo punto – sottolinea Gentiletti – domando cosa intendono fare le istituzioni, ad iniziare dal Comune, per reagire a questo uso arbitrario del logo del Comune. Mi domando, inoltre, viste la bufala vergognosa messa in atto da Casapound se è davvero il caso di confermare la concessione della sala oppure se sarebbe opportuno restituire i soldi della prenotazione, consigliandole di svolgerla altrove”.
Nel frattempo, dalla locandina dell’evento in programma il prossimo 24 febbraio, è sparito il logo del Comune; evidentemente a Casapound è arrivato l’ordine di modificare l’impropria immagine utilizzata alla pubblicizzazione dell’evento che promette ancora scintille.
“La questione dell’uso improprio del logo del comune di Terni – dichiara il presidente della commissione Garanzia e Controllo Thomas De Luca – non è una vicenda marginale, ma una tema che va approfondito anche al fine di mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dell’immagine del comune di Terni e dell’istituzioni del Patrocinio. Nei prossimi giorni convocherò in commissione garanzia e controllo l’assessore Proietti, per meglio capire quali dinamiche si siano attivate tra lei e CasaPound sul tema del patrocinio che, secondo quanto emerso, ad oggi non è stato mai rilasciato dall’amministrazione eppure utilizzato per la promozione dell’evento. La convocazione all’assessore è dovuta in quanto il suo nome compare nella locandina dell’evento accanto al logo non autorizzato, prima apparso e poi rimosso.