Vivere con 239 euro al mese, abbandonata da tutti, invisibile a tutti e con una drammatica storia famigliare alle spalle. È una delle tante realtà nelle quali ci siamo imbattuti nell’ambito di un’inchiesta, grazie alla segnalazione di una donna straniera che si è presa a cuore le sorti di una vicina di casa.
Si tratta di una signora italiana che vive a Terni da sola, in una delle case popolari dell’Ater. Una situazione al limite della sopravvivenza: un anno di arretrato di affitto (circa 40 euro al mese), bollette della luce, dell’acqua, del gas pendenti da mesi, l’incubo di non farcela e il dramma quotidiano di dover scegliere se mangiare o cercare di pagare qualche debito.
Nessun parente, i figli lontani per vari motivi, senza un affetto, senza sostegno dalle istituzioni. In passato, quando ancora aveva rapporti con i figli, la signora ha usufruito dei servizi sociali, ma quando è stata abbandonata a se stessa è venuto meno anche il minimo supporto del quale godeva; ed è diventata invisibile.
La signora ha lavorato per 18 anni nella sua vita; come coltivatrice diretta, cameriera, custode di un cimitero, non arrivando mai oltre le 300 euro. Da 3 anni le arriva un assegno sociale di 239 euro con il quale dovrebbe vivere. Ovviamente impossibile nonostante il canone agevolato della casa popolare, dove vive al freddo, con le finestre tenute insieme da mollette, l’umidità che rende malsano l’ambiente e l’unico volto amico del cagnolino Jerry, suo fedele e unico compagno di vita.
La signora non ha accesso a nessuno dei benefici dei quali potrebbe godere e non perché non abbia requisiti, semplicemente perché non è stata in grado di attivare gli strumenti a sua tutela.
Abbiamo provato a contattare un sindacato, troppo impegnato per il congresso per prendersi cura della donna; il sindaco, troppo impegnato dalle questioni politiche per interessarsi al problema. Ma non ci siamo dati per vinti, visto che la situazione, prima che di un’inchiesta giornalistica, meritava una soluzione.
Così, conoscendo il trascorso e l’esperienza nel sociale del capogruppo del M5S Luca Simonetti, ci siamo attivati e grazie alla sua disponibilità abbiamo ricostruito un po’ del passato della signora, cercando di darle una speranza per il presente. Dopo aver esaminato accuratamente le condizioni della donna, subito ci siamo mossi in via informale per cercare di aiutarla.
In poco tempo (davvero risulta incomprensibile come un sindacato e un sindaco non abbiano trovato 5 minuti del loro tempo, alla faccia del ‘prima gli italiani’) abbiamo ottenuto l’interessamento di personale qualificato e la signora sarà nei prossimi giorni accompagnata e guidata per avviare tutte le pratiche necessarie alla richiesta di accesso a benefici dei quali dovrebbe godere.