Il ministero dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha bloccato la diffusione nelle scuole umbre del test dedicato al tema del bullismo omofobico e delle discriminazioni e dei pregiudizi di genere, ribattezzato dai consiglieri regionali di centrodestra omofobometro. In un’intervista al Corriere dell’Umbria il ministro, che già mercoledì sera aveva annunciato di esseri attivato presso l’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria “per vederci chiaro” ha confermato che al momento i questionari sono fermi. “Li abbiamo bloccati” ha detto, spiegando che il Ministero, dopo aver visionato il test, ha chiesto di rivedere la formulazione di alcune domande e di cambiare la modalità di realizzazione del progetto, nato nell’ambito del protocollo d’intesa promosso dalla Regione Umbria e che coinvolge, tra gli altri, il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, lo stesso Ufficio scolastico regionale e l’associazione Lgbti Omphalos.
Discriminazioni sessuali, sull’omofobometro interviene il ministro
Il professore Federico Batini, del Dipartimento di Scienze umane dell’Università degli studi di Perugia, che ha prodotto il test, si è detto disponibile ad un confronto con altri esperti, purché venga condotta la ricerca sul bullismo omofobico. Tema, tra l’altro, che sta molto a cuore alla governatrice Catiuscia Marini ed alla garante umbra Maria Pia Serlupini.
L’invio nella sede dell’Ufficio scolastico regionale era stata sollecitata dai parlamentari umbri di Fratelli d’Italia Zaffini e Prisco, mentre avevano assicurato che il test sarebbe stato bloccato i componenti leghisti della Commissione bicamerale per l’infanzia, di cui è vice presidente il senatore Pillon.
Ecco tutte le domande dell’omofobometro
Una vicenda che ha creato un’ulteriore divisione tra le associazioni in difesa della famiglia tradizionale, che non hanno firmato il protocollo, e le altre, capeggiate da Omphalos. Ed anche tra le associazioni degli studenti ci sono prese di posizione diverse.
Politicamente, in Regione il centrodestra è unito nel chiedere il ritiro del test, mentre a sinistra tutto tace.
Il caso è diventato nazionale, e non solo per l’intervento del ministro Bussetti. Il Secolo d’Italia parla di scandalo: “E’ costato 40mila euro”.