Arriva fino ai tavoli della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza il caso dell’omofobometro, il test preparato dall’Università di Perugia, su richiesta della Regione Umbria, da distribuire nelle scuole medie e superiori nell’ambito del progetto sul bullismo di genere. Anche perché in quella commissione siede, in qualità di vice presidente, il senatore residente in Umbria (pur eletto nel nord) Simone Pillon, l’estensore del disegno di legge sull’affido congiunto e tenace difensore della famiglia tradizionale. Proprio Pillon era stato accusato di aver agito, attraverso il ministro dell’Interno Matteo Salvini, per evitare che al discusso protocollo apponesse la sua firma il prefetto di Perugia, che anzi aveva eccepito la competenza della Regione in alcuni punti del progetto contro il bullismo omofobico e di genere.
“Vogliono normalizzare le patologie”
La Commissione bicamerale è a forte trazione leghista, con la presidenza che è stata assegnata a Claudia Gobbato, E anche lei, come gli altri parlamentari della Lega, hanno espresso il loro sconcerto circa il test promosso in Umbria. In particolare, si contesta la domanda XIV, quella in cui si chiede ai ragazzi il loro orientamento sessuale, potendo opzionare anche risposte come “Prevalentemente omosessuale”, “bisessuale”, “asessuale”.
“Pur rispettando gli orientamenti sessuali individuali – scrivono gli esponenti leghisti – come gruppi parlamentari e consiliari assumeremo tutte le iniziative politiche ed istituzionali per contrastare chi vole svilire il primato educativo della famiglia e trasformare le nostre scuole in terreno di indottrinamento e propaganda“.
Sulla stessa linea la Lega umbra: “Ancora una volta i bambini delle scuole umbre diventano cavie da laboratorio per l’indottrinamento gender. Protagonista la Giunta Marini che, nonostante la bocciatura del protocollo regionale da parte di prefetture, sindaci, università e uffici scolastici regionali, ha deciso di forzare ugualmente la mano”.
Orientamento e discriminazione sessuale nelle scuole, arriva “l’omofobometro”
A scagliarsi con la diffusione del questionario di ricerca sul bullismo omofobico è la Lega Umbria con i suoi parlamentari, oltre a Pillon, Virginio Caparvi, Luca Briziarelli, Riccardo Augusto Marchetti e Donatella Tesei e i suoi consiglieri regionali Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini che precisano: “La scuola e la politica dovrebbero rimanere fuori da situazioni simili lasciando ai genitori il compito di educare i propri figli come ritengono opportuno. Chiediamo alla Regione di ritirare la diffusione di un questionario, costruito da Federico Batini, docente universitario non nuovo a queste iniziative, pronto da somministrare ai ragazzini di 12 e 13 anni domande che ben poco lasciano all’immaginazione“.