“Devo rischiare la vita per strada perché il marciapiede è occupato dai cassonetti Gesenu”. Questa la denuncia di una persona diversamente abile, costretta a muoversi sulla sedia a rotelle, a pochi giorni dall’approvazione, da parte del Consiglio comunale, dell’ordine del giorno per elaborare il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche, presentato dalla capogrippo 5 stelle Rosetti. E’ la stessa esponente pentastellata a segnalare la protesta dell’utente. Un’occupazione del marciapiede ancora più grave, perché non fatta da un’azienda privata.
La segnalazione della persona in carrozzina, con tanto di fotografia che mostra un sfilza di cassonetti ad occupare praticamente tutto lo spazio del marciapiede per diversi metri, è relativa ad una strada della zona di Monteluce. Una strada molto transitata dalla auto e quindi pericolosa.
E dire che il Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche è partito proprio dalla segnalazione delle associazioni dei disabili e in particolare dall’Aila. “In base alla Legge n. 104 del 1992, i piani di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) contemplati da una legge del 1986, devono essere periodicamente adeguati. Ma il Comune di Perugia se ne è dimenticato: dal 1987, il Piano non ha conosciuto adeguamenti. Ciò, nonostante la Legge n. 18/2009, di ratifica della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, abbia riconosciuto a queste ultime il diritto naturale alla mobilità e alla piena fruizione degli spazi collettivi e alla piena partecipazione alla vita sociale”, aveva così argomentato Rosetti presentando l’ordine del giorno poi approvato a maggioranza.
Nell’ordine del giorno si impegna la Giunta all’elaborazione di un nuovo Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche che, innanzitutto, fotografi la realtà esistente, evidenziando gli elementi fisici e culturali che limitano o impediscono la libera e completa fruizione degli spazi e degli ambienti, l’attivazione di un processo partecipativo che coinvolga gli amministratori, gli uffici comunali, i progettisti , ma anche i rappresentanti delle persone disabili e i disabili stessi, definire quanto prima le azioni da intraprendere per affermare il pieno diritto alla mobilità, alla piena fruizione degli spazi collettivi e alla piena partecipazione alla vita sociale delle persone con diverse forme di disabilità.
La consigliera Marcacci nella stessa seduta aveva anche reso noto che, su iniziativa della Giunta, è stato costituito da alcuni anni un tavolo interdirigenziale che a suo giudizio sta consentendo, in modo intelligente, all’Amministrazione comunale di affrontare la tematica della tutela dei diversamente abili in maniera coordinata ed adeguata. Il tavolo è operativo da tempo ed ha prodotto diversi risultati anche sulla base delle segnalazioni provenienti dalle associazioni delle categorie interessate. Quanto al Peba, Marcacci ritiene che si tratti di una sorta di “sguardo rivolto verso il futuro”, ossia un piano che permette ad una città di diventare maggiormente accessibile. Perugia, in questo contesto, è capofila di alcune iniziative di assoluto rilievo, come la formazione rivolta ai tecnici per sensibilizzarli sui temi dell’accessibilità, ma certamente molto altro potrà e dovrà essere ancora fatto.