Bastia Umbra ha un novello Simone Di Stefano, il segretario nazionale di Casa Pound che nel dicembre 2013 fu punito con tre mesi di reclusione e 100 euro di multa per aver cercato di sostituire la bandiera dell’Unione europea con il tricolore. All’epoca Di Stefano venne accusato di furto, mentre nella notte tra domenica e lunedì, un cittadino bastiolo, che poi si è autodenunciato ai carabinieri e su Facebook, ha strappato le bandiere dell’Europa dalle due sedi comunali, quella di via Colomba Antonietti – dove il vessillo è stato rimpiazzato – e da quella di Piazza Cavour (che, chiusa per lavori post sisma, ancora all’ora di pranzo, a dodici ore dai fatti, vedeva la bandiera europea sventolare a brandelli).
Come da messaggio che gira su Facebook, l’uomo, identificato in un agricoltore bastiolo, ha motivato così il suo gesto: “Certo che tenere issata nelle sedi istituzionali italiane la bandiera dei dittatori europei è uno schifo: io la mia parte l’ho fatta e in Comune a Bastia Umbra l’Europa non è più rappresentata dalla bandiera che ho personalmente strappato e consegnato ai carabinieri di Bastia dove mi sono costituito. Chiedo scusa alla collettività – scrive ancora – per il danno economico arrecato e sono pronto a risarcire, sperando che i soldi siano utilizzati per fare una nuova bandiera italiana e non quel simbolo di sofferenza morte e povertà. Viva l’Italia”.
Anche l’Umbria si aggiunge così alle manifestazioni “pacifiche” – siano esse bandiere tolte o strappate o foto di Mattarella tolte da alcuni uffici comunali – di protesta per il mancato “via libera” del presidente della Repubblica al “governo del cambiamento” formato da Movimento 5 Stelle e Lega Nord. A far discutere il nome del professor Paolo Savona come ministro dell’economia, che – secondo alcuni – Mattarella non avrebbe accettato in quanto potenziale fautore di un’uscita dell’Italia dall’euro.
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