Nonostante i capricci del maltempo, quella in arrivo potrebbe essere una stagione più che serena per il turismo a Todi. I dati dei primi tre mesi dell’anno lasciano ben sperare e gli albergatori guardano con cauto ottimismo ai prossimi mesi: i registri delle prenotazioni cominciano a riempirsi e il Comune sta lavorando a possibili modifiche alla tassa di soggiorno con l’obiettivo di agevolare un settore strategico per l’economia del territorio.
I numeri
Il primo dato confortante è quello generale: le cifre di marzo dicono infatti che, rispetto a quanto accaduto dodici mesi fa, gli arrivi fanno registrare un incremento complessivo superiore al 22%, mentre accanto alla voce “presenze” è scritto un confortante +34%. Ancora più nello specifico, l’elemento significativo è che, all’interno di un costante trend in risalita, valori positivi accompagnano le statistiche del turismo nostrano: per quanto riguarda gli “arrivi” degli italiani, il balzo in avanti è del 37% rispetto al 2017 (a fronte di una leggera flessione, -3,75%, degli stranieri) con un valore ancora più solido delle presenze. Per le quali, gli italiani restituiscono quasi il 48%in più, mentre gli stranieri sono a quota 8%.
Chi si avvantaggia in maniera consistente della ripresa è il settore extralberghiero, che incassa il 58% in più negli arrivi e +68% nelle presenze. Fatica invece l’alberghiero visto che gli arrivi sono in netta flessione (-0,60%, a fronte però di un +10% di italiani purtroppo annacquato dalla “fuga” degli stranieri) anche se nelle presenze si tiene botta con un generale +5%.
Le proposte
Al centro della discussione del tavolo del turismo che vede a confronto operatori e amministrazione comunale c’è l’obiettivo di sostenere la ripresa, agendo anche sulla fiscalità. Se dunque l’introduzione della tassa di soggiorno dl primo gennaio 2018 ha consentito di reperire risorse da destinare all’abbassamento delle tariffe Tari per il settore alberghiero e per sviluppare azioni di marketing e promozione territoriale, sembra arrivato il momento di un primo “tagliando”. Mentre la burocrazia fissa la lente su problematiche connesse all’attività di rendicontazione di quanto incassato dalla strutture ricettive, a livello di programmazione si sta ragionando su due possibili interventi. Il primo: rivedere l’applicazione della tassa (che oscilla da 1,70 a 2,10 euro a persona al giorno) per i gruppi numerosi, ipotizzando una soglia oltre la quale non applicarla. Il secondo: introdurre una sorta di esenzione oltre un certo numero di notti. Il ragionamento è insomma quello di intervenire, cercando di favorire le lunghe permanenze e immaginando che oltre le 4 o 5 notti la tassa non venga più richiesta.