Nei matrimoni, solitamente, si parla di crisi del settimo anno. Per Etab-La Consolazione e Veralli-Cortesi di anni ne sono passati diciassette: le nozze non sono mai state consumate, nonostante la legge – datata 2001 – preveda la trasformazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza in aziende di servizi alla persone anche attraverso unioni o fusioni. La crisi, quella è invece all’ordine del giorno.
E infatti di Etab, Veralli, fusione e ripensamenti si discuterà nel consiglio comunale in programma domattina (24 marzo) quando l’assise sarà chiamata a confrontarsi su un documento presentato dalla maggioranza di centrodestra con il quale, in buona sostanza, si mette un punto fermo rispetto al processo di fusione delle due Ipab e, soprattutto, si evidenzia la necessità di azzerare entrambi i consigli di amministrazione (quello di Etab va in scadenza lunedì 26 marzo, quello della Veralli resterà in carica fino all’estate del 2019) così da sanare una stortura per la quale il mandato dei cda non corrisponde a quello del sindaco che li nomina.
Il documento della maggioranza raccoglie i segnali e le perplessità che negli ultimi mesi la politica – e in particolare Lega e Forza Italia – hanno manifestato sul percorso di fusione cominciato nel 2010. Le motivazioni di questa posizione vanno ricercate non soltanto nella non economicità di questo passaggio, visto che fondere Etab e Veralli ad oggi, e senza la possibilità di accedere ai benefici fiscali previsti dalla legge di riforma e scaduti nel 2009, costerebbe circa 3 milioni di euro. Il centrodestra fa sintesi anche di alcune divergenze che sarebbero insorte tra i presidenti dei due enti e che potrebbero rendere piuttosto complicato il delicato percorso di fusione che porterebbe con se la necessità di unificare non solo compiti e uffici, ma anche i vertici decisionali in una convivenza che appare, ad oggi, quantomeno ostica.
La mossa del centrodestra ha innescato l’immediata reazione delle opposizioni: il gruppo consigliare del Partito democratico ritiene che la marcia indietro altro non sia che il risultato della fame di poltrone. Ed oggi dieci nomine (cinque per ente) fanno molto più comodo per sistemare le esuberanze delle varie anime della coalizione di governo, rispetto alle cinque che si avrebbero nel caso in cui Etab e Veralli fossero una cosa sola. Di “equilibri politici che rimangono l’unico collante che tiene ancora insieme l’attuale governo cittadino” parla anche Todi Civica, che insiste: lasciare tutto com’è serve soltanto a spartirsi nomine e poltrone.
Sul punto è intervenuto anche il presidente del cda di Veralli-Cortesi, Alfonso Gentili, rilanciando rispetto al fatto che “l’obiettivo di avere una unica azienda di servizi alla persona a Todi è ancora possibile” ed annunciando anche la disponibilità a “ritentare di ottenere il ripristino delle originarie agevolazioni fiscali da parte del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, dopo gli insuccessi precedenti”.
E mentre la politica rimbalza fra accuse e tira e molla, il sindaco Antonino Ruggiano si appresta a ratificare il rinnovo del consiglio di amministrazione di Etab. Rispetto all’ipotesi originaria, che vedeva la possibilità di assegnare la presidenza a Bruno Severi – espressione di Forza Italia e già numero uno della Consolazione dal 2008 al 2013 – sembra che in pole position ci sia ora un esponente della Lega, anche in virtù dell’exploit registrato dal Carroccio alle elezioni del 4 marzo scorso. In settimana l’ufficializzazione, aspettando di capire se a breve ci sarà da mescolare le carte anche per la partita sulla Veralli.